16. COMMERCIO ESTERO

Se il 2008 aveva segnato un anno di stasi nella dinamica degli scambi commerciali dell'Italia con il resto del mondo, il 2009 registra un vero e proprio tracollo: importazioni ed esportazioni si sono attestate infatti su un volume monetario di circa 290-295 miliardi di euro, valori inferiori di oltre un quinto rispetto a quelli dell'anno precedente.

Le cifre relative alla Liguria sono solo parzialmente in linea con quelle dell'Italia. Sulla base dei dati provvisori disponibili, le sue importazioni sono diminuite del 28%, seguendo quindi (in modo invero anche più marcato) l'analoga dinamica osservata sul piano nazionale; tuttavia la Liguria è anche l'unica regione italiana per la quale si sia osservato un aumento delle esportazioni, che nel 2009 hanno superato di circa il 10% quelle dell'anno precedente.

Guardando ai dati provinciali, si nota che la forte delle diminuzione delle importazioni ha riguardato tutte le province e che il suo ordine di grandezza si colloca fra un quarto (nella provincia di Genova) ed un terzo (nella provincia di Imperia). Le esportazioni sono cresciute in provincia di La Spezia (17%), Genova (12%) e Savona (6%), ma si sono contratte in quella di Imperia (-11%).

Genova è la provincia che contribuisce in modo maggiore agli scambi della regione con il resto del mondo (rappresentando circa il 44% delle importazioni ed oltre il 60% delle esportazioni) ed è seguita in termini di peso da Savona (che è la destinazione del 39% delle importazioni regionali e l'origine di circa il 20% delle esportazioni); La Spezia contribuisce per circa il 14% in termini sia di importazioni sia di esportazioni, mentre il peso di Imperia sugli scambi internazionali è decisamente ridotto (solo poco più del 2% delle importazioni ed il 5,4% delle esportazioni).

Sia le importazioni sia le esportazioni regionali sono concentrate su un numero limitato di settori. Il solo settore manifatturiero rappresenta quasi il 90% delle esportazioni e circa il 57% delle importazioni; l'estrazioni di minerali da cave e miniere riveste una voce particolarmente rilevante (circa il 37%) delle importazioni, ma ha un peso praticamente nullo sulle esportazioni. Il settore agricolo fornisce un contributo sostanzialmente simile (e pari a circa il 6%) ad entrambe le tipologie di flusso commerciale. Dal settore industriale è giunta la principale spinta all'incremento delle esportazioni osservato fra il 2008 ed il 2009: dei circa 500 milioni aggiuntivi di export, 370 milioni vanno attribuiti proprio all'industria manifatturiera; tuttavia, vale la pena osservare che in termini relativi l'aumento maggiore delle esportazioni è quello del settore che aggrega agricoltura, silvicoltura e pesca (con una variazione percentuale di oltre il 30%, ed una variazione assoluta di circa 80 milioni).

Da un punto di vista di geografico la maggior parte degli scambi internazionali liguri avviene con paesi europei (il 41% dell'import ed il 58% dell'export). Al di fuori dei confini europei l'Asia costituisce il partner principale (con un quarto delle importazioni e quasi un quinto delle esportazioni), seguita dall'Africa (il 22,2% delle importazioni, che riguardano soprattutto beni energetici, e quasi il 10% delle esportazioni), mentre il continente americano si colloca intorno al 10% di entrambi i flussi.

Si noti infine che la fase di depressione dell'economia mondiale ha conseguenze rilevanti non solo sugli scambi di beni e servizi ma anche sui flussi di capitale. Gli investimenti diretti provenienti dall'estero (calcolati al netto dei rispettivi processi di disinvestimento) nel 2009 hanno subito una contrazione di circa il 78% rispetto all'anno precedente, mentre gli investimenti diretti all'estero ed originati da imprese liguri si sono più che dimezzati. Questi dati sono sostanzialmente diversi da quelli nazionali, dove entrambe le categorie di investimento sono cresciute (rispettivamente del 13,1% e dello 0,3%).

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