10. CONTABILITÀ NAZIONALE - DATI TERRITORIALI
Secondo le stime preliminari attualmente disponibili nel 2007 il prodotto interno lordo ligure ha raggiunto in termini nominali circa 42.845 milioni di euro e registrato in termini reali un aumento di circa il 2,3% rispetto all'anno precedente, una variazione superiore a quella nazionale (circa 1,5%). Poiché fra il 2006 ed il 2007 le unità di lavoro complessivamente impiegate in Liguria sono cresciute di circa il 2%, la variazione del prodotto interno lordo per unità di lavoro intervenuta nella stesso periodo risulta pari allo 0,2%, il che significa che la produttività del lavoro è cresciuta ad un tasso sostanzialmente modesto.
Gli altri aggregati macroeconomici sono attualmente disponibili a livello regionale con un riferimento temporale che si ferma al 2006. Dai dati 2006 si evince che la composizione degli impieghi in Liguria è leggermente diversa da quella osservata a livello nazionale. In Liguria i consumi finali interni rappresentavano nel 2006 circa l'83% della domanda aggregata, gli investimenti fissi lordi circa il 16%, mentre le restanti componenti degli impieghi (variazione delle scorte ed oggetti di valore) avevano un peso marginale. A livello nazionale gli investimenti fissi avevano un peso maggiore (circa il 21% della domanda aggregata), mentre era relativamente minore quello dei consumi finali interni (quasi il 79%). Questa differenza nella composizione della domanda aggregata (il minor peso relativo in Liguria degli investimenti fissi lordi) non si limita al 2006 ma si ritrova sistematicamente anche negli anni precedenti e sembra quindi avere un carattere strutturale.
Analizzando il sistema produttivo ligure da un punto di vista settoriale, si osserva che i servizi rappresentavano nel 2006 circa l'80,7% del valore aggiunto regionale (28,2% la branca “commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni”, 30,6% la branca che raggruppa l'”intermediazione monetaria/finanziaria e le attività immobiliari ed imprenditoriali”, 22,2% la branca delle “altre attività di servizi”, dove sono inclusi i servizi forniti dal settore pubblico); l'industria contava circa per il 17,6% del valore aggiunto regionale (il peso maggiore, 11,6%, proveniva dall' “industria in senso stretto”, il 6% dal settore delle costruzioni), mentre agricoltura, silvicoltura e pesca considerate insieme costituivano il restante 1,7%.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica della produzione regionale, gli ultimi dati attualmente disponibili a livello provinciale sono relativi al 2005 ed espressi a prezzi correnti. Da questi si evince che nel 2005 circa il 57% del valore aggiunto regionale era generato in provincia di Genova, mentre le altre province seguivano distanziate (il 17,6% Savona, il 13,7% La Spezia, l'11,8% Imperia).
Nel 2005 Genova era anche la provincia con il valore aggiunto pro-capite più alto (circa 23.067 euro), un valore più alto del 3% della media regionale; il valore aggiunto per abitante di Savona (22.388 euro) e La Spezia (22.376 euro) era di poco superiore a quello regionale (22.372 euro), mentre Imperia presentava il valore più basso (19.510 euro, circa solo l'87% del valore aggiunto pro-capite regionale).
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