15. COMMERCIO INTERNOSulla base dei dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, a fine 2007 gli esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa sono passati da 25.276 a 25.124 unità, con un calo dello 0,6% rispetto al 2006 (+0,2% l’aumento a livello nazionale), a conferma di un ristagno del settore determinato in larga parte da una contrazione dei consumi.
Si ricorda che le consistenze riportate nelle tavole si riferiscono ai soli esercizi attivi, siano essi localizzati nella sede dell’impresa o in unità locali (non comprendono quindi sedi di impresa esclusivamente amministrative, né sedi o unità locali inattive o sospese) e che fra sedi e unità locali non esiste rapporto di dipendenza nel senso che entrambe vengono conteggiate solo in quanto presso di esse sia attivo un esercizio commerciale: ad esempio una unità locale localizzata in provincia diversa da quella dell’impresa da cui dipende, viene conteggiata nella provincia in cui esercita l’attività.
Dall’analisi della rete di vendita secondo la specializzazione merceologica, si osserva una situazione sostanzialmente stazionaria nel settore non alimentare, che (escludendo carburanti, farmacie e tabacchi annoverati tra le categorie “speciali”) assorbe oltre il 60% dell’intero comparto: unici incrementi nella categoria degli articoli medicali e ortopedici (+18,9%), negli esercizi despecializzati (+4,8%), nell’abbigliamento (+0,3%) e nei mobili e casalinghi (+0,1%). Il settore alimentare accusa una flessione generale che tocca un po’ tutte le categorie, compresi gli esercizi despecializzati (-1,1%) che rappresentano il 12% della rete commerciale al dettaglio.
A Genova sono localizzati 12.994 esercizi commerciali al dettaglio (-0,6%), a Savona 5.088 (-0,6%), a Imperia 3.699 (-0,7%) e alla Spezia 3.343 (-0,5%).
Per l’analisi dei flussi nel dettaglio in sede fissa vengono utilizzate le informazioni contenute nei modelli COM relativi all’apertura, cessazione e variazione dei negozi, in vigore per la denuncia al Registro delle Imprese presso le Camere di Commercio; il sistema opera ancora con modalità sperimentali in quanto l’attività di caricamento della modulistica non è ancora completa su tutto il territorio nazionale, soprattutto per quanto riguarda le cancellazioni.
Le aperture di nuove attività commerciali al dettaglio subiscono una battuta d’arresto, -10,9% a livello regionale: gli esercizi di vicinato aperti nel 2007, che rappresentano il 98% del totale, sono stati 284 in meno rispetto al 2006.
Il numero di esercizi per 1.000 abitanti si mantiene stabile a 15,6, mentre la media nazionale perde 1 decimo di punto, scendendo a 13,1.
Anche il commercio all’ingrosso rimane stazionario, passando da 5.750 a 5.756 esercizi (+0,1%) mentre la consistenza degli intermediari del commercio regredisce dell’1,2%, in particolare nel settore despecializzato (-4,9%) e nel tessile, abbigliamento e calzature (-2,2%).
Nel settore auto, stabile anch’esso rispetto al 2006, l’unica voce di rilievo riguarda il commercio di autoveicoli, in crescita del 6%.
La struttura della Grande Distribuzione si è estesa: in particolare quella Despecializzata conta complessivamente 508 punti vendita (+4,8%), nonostante un lieve ridimensionamento di Grandi Magazzini e Supermercati che ha determinato una contrazione del numero di addetti (-1,2%) e quella Specializzata guadagna 5 esercizi passando da 26 a 31 punti vendita, con una superficie totale pari a 83.128 mq. (+11,5%) e 1.210 occupati (+13,5%).
In aumento di 45 unità locali il commercio ambulante: nello specifico quello a posteggio mobile cresce del 4,1% mentre continua a decrescere quello a posteggio fisso (-2,1%).
Tra le forme speciali di vendita in crescita quelle per corrispondenza (+5,0%), stabili le vendite presso domicilio e in aumento il commercio per mezzo di distributori automatici (+4,7%).
L’indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è cresciuto dell’1,9%, quello per le famiglie di operai e impiegati (FOI) dell’1,7% (calcolati entrambi al netto del consumo dei tabacchi) e l’indice generale armonizzato per i Paesi dell’UE (IPCA) del 2,1%.
Dall’analisi delle vendite al dettaglio, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e curata dall’Istituto Tagliacarne, nel corso del 2007 in Liguria si è verificata una crescita tendenziale rispetto al 2006 pari a +1,7% (+0,6% a livello nazionale): con riferimento alle singole categorie merceologiche si riscontra una dinamica più positiva nelle vendite alimentari (+3,0%, il valore più alto tra le regioni del Nord Italia superato a livello nazionale solo dalla Campania) rispetto a quelle non alimentari (+0,8%) e riguardo alla forma distributiva gli esercizi della grande distribuzione organizzata registrano una variazione delle vendite pari a +2,5% contro +1,4% degli esercizi tradizionali.
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