12. INDUSTRIA
Nonostante i venti di crisi, nel corso del 2008 la
consistenza delle imprese attive è cresciuta dell’1,7%, passando da 13.979 a 14.216 unità, nonostante siano diminuite le iscrizioni, che ammontano a 677 unità (-2,5%
rispetto al 2007) e cresciute le cessazioni, che salgono a 1.176 (+4,3%), determinando
un saldo negativo di 499 unità.
Il tasso di natalità decresce di 1 decimo di punto passando
da 4,2% a 4,1% (3,9% il valore nazionale) e il tasso di mortalità sale a 7,2%, 4
decimi di punto in più (6,7% il dato Italia); il tasso di sviluppo continua a
restare di segno negativo, -2,0%, pur guadagnando poco più di mezzo punto
sull’anno precedente (a livello nazionale si passa da -2,9% a -1,6%).
Il settore manifatturiero, costituito soprattutto da piccole
e medie imprese, è quello che ha risentito maggiormente della crisi economica,
fatte salve alcune produzioni di nicchia e ad alto contenuto tecnologico: le
imprese attive risultano 14.027 (+1,7%), i comparti numericamente più
rappresentativi restano l’alimentare (3.352 imprese, in aumento dell’1,4%), la
fabbricazione e la lavorazione di prodotti in metallo (2.211 imprese, +3,2%) e
la fabbricazione di mobili (1.172 imprese, in calo dello 0,1%).
Diversa è la struttura economico-produttiva delle province
liguri e ognuna sta reagendo in modo differente alla crisi. Un sondaggio
condotto da Unioncamere Liguria nei primi mesi del 2009 su un campione di
imprese per conoscere gli effetti della crisi e le iniziative assunte per
fronteggiarla, ha evidenziato nella provincia di Genova, dove sono localizzate
7.902 imprese attive (+3,2%), una situazione non particolarmente critica: la
grande industria manifatturiera, forte delle sue specializzazioni e grazie
anche al portafoglio ordini di medio-lungo periodo, sta affrontando questo
difficile periodo congiunturale senza significativi rallentamenti. Atteggiamento
più cauto da parte degli imprenditori savonesi che fronteggiano la crisi
riducendo i margini di profitto, limando i costi e rallentando l’attività: in
provincia operano 2.485 imprese (15 in meno rispetto al 2007). Anche a Imperia,
dove sono localizzate 1.736 imprese attive (-0,6%), la crisi sembra
manifestarsi in modo attenuato sul sistema imprenditoriale: preoccupa il
rallentamento del processo di maggior strutturazione delle imprese ed un rialzo
del tasso di disoccupazione, in particolare di quella femminile, ma pur con una
riduzione delle esportazioni è l’unica provincia ligure ad avere avuto nel 2008
una bilancia commerciale positiva. In provincia della Spezia operano 2.093
imprese (+1,0%) e i segnali della crisi sono probabilmente attenuati dall’alta
percentuale di occupati nella Pubblica Amministrazione, presumibilmente legati
alla importante presenza della Marina Militare.
Il Rapporto annuale svolto dalla Banca
d’Italia evidenzia una marcata caduta per i livelli di domanda e produzione: i
due terzi delle imprese industriali regionali che hanno preso parte alla
rilevazione hanno risentito della crisi; per la metà di queste l'impatto
sull'andamento aziendale è stato giudicato rilevante. Rispetto all'anno
precedente le esportazioni hanno decelerato e la redditività delle aziende si è
ridotta; la spesa per investimenti ha ristagnato.
L’indagine sulla
produzione industriale, condotta dall’Istat, riguarda un campione di imprese
con 3-19 addetti e tutte quelle con oltre 20 addetti; le informazioni raccolte
osservano le principali voci del bilancio di produzione (fabbricazione,
reimpieghi, vendite, ecc.) e si riferiscono alle unità statistiche
rispondenti non riportate all’universo; integrando, le mancate risposte
totali, con le unità presenti e rispondenti negli anni immediatamente
precedenti. La produzione e il valore delle vendite, di queste ultime, sono
state rivalutate rispettivamente con l’indice mensile della produzione
industriale e con l’indice mensile del fatturato.
I codici dei
prodotti (a otto cifre) presenti nella tabella sono quelli riportati sulla
lista ProdCom.
Per la tutela del
segreto statistico, nella tabella, sono stati pubblicati solo quei prodotti
dove erano presenti almeno tre unità statistiche, infatti come si può notare la
numerosità dei prodotti può essere differente rispetto all’anno precedente, e
per molti di essi, pur essendo presenti in entrambi gli anni, il confronto
temporale non è praticabile a causa della diversa numerosità e disomogeneità
delle unità; pertanto le quantità prodotte, vendute, ed il valore delle
vendite, possono essere non coerenti e non confrontabili fra i due anni.
Con riferimento
alla fornitura di dati dell’indagine sulla Rilevazione annuale della produzione
industriale per l’anno 2007, per un corretto utilizzo dei dati si fa presente
quanto segue:
- la rilevazione è
stata progettata dall’Istat per diffondere dati significativi a livello
nazionale. Di conseguenza particolari cautele sono richieste per un uso
appropriato a livello territoriale. In particolare, nel caso di imprese
plurilocalizzate, i dati possono essere forniti dalle imprese in forma
aggregata anziché per singolo stabilimento produttivo per cui l’attribuzione
territoriale della produzione rilevata può risultare non corretta;
- dall’anno di
rilevazione 2007, le voci relative ai servizi industriali presentano solo
il valore della produzione commercializzata intesa come ammontare
fatturato per manutenzioni, riparazioni e installazioni.
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