23. INNOVAZIONE
Nel contesto
socio-economico globale in cui ci troviamo, saper innovare è senz’altro uno dei
fattori chiave per garantire la crescita e lo sviluppo di un territorio. Questa
necessità è ben presente anche a livello politico, basti pensare al Consiglio
europeo di Lisbona (marzo 2000), che ha fissato l’obiettivo di fare dell’Europa
l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace
di mantenere “una crescita più stabile e duratura e creare nuovi e migliori
posti di lavoro”.
L’analisi dei dati
liguri fornisce però indicazioni contrastanti sulla effettiva capacità di innovazione
della nostra regione. Per alcuni aspetti, infatti, il dato ligure presenta
risultati eccellenti a livello nazionale (presentando per diversi indicatori un
valore superiore a quello medio nazionale), mentre per altri traspare una minore
capacità di mantenere posizioni di avanguardia (che sicuramente in alcuni
settori le imprese della regione detengono).
Un indicatore della
“dotazione” strutturale in settori innovativi e di personale altamente qualificato
è fornito dal peso maggiore rivestito nella nostra regione rispetto alla media
nazionale nel caso delle risorse umane (considerando in particolare quella
parte della popolazione con livello di istruzione universitario e occupazione
collegata ad attività scientifiche e tecnologiche): in Liguria rappresentano il
7,7% del totale della popolazione e il 13,7% della forza lavoro (in Italia
rispettivamente il 6,4% e l’11,7%).
Continua – seppur con
risultati più contenuti – la serie positiva della Bilancia dei pagamenti della
tecnologia, che dal 2006 ha invertito rotta (sia a livello regionale che
nazionale) rispetto alla serie deficitaria degli anni dal 2001 al 2005.
Registra invece una
diminuzione lo stock di imprese in attività tecnologiche manifatturiere (che decrescono
del 13%), così come invertono la tendenza le imprese tecnologiche di servizi (in
crescita dal 2005) che mostrano nel 2008 un calo del 10%.
Si assesta nel 2008
il numero di laureati in discipline tecnico-scientifiche sui livelli dell’anno
precedente, anche se nell’ateneo genovese i laureati di questo tipo aumentano
rispetto allo stesso dato del 2001 (+19,1%, con le studentesse che crescono più
velocemente rispetto ai colleghi maschi, +19,6% contro +18,7%). Diminuisce
leggermente il tasso di partecipazione all’istruzione secondaria superiore
(-2%), mentre aumenta dell’8% la percentuale degli addetti alla ricerca e
sviluppo per 1000 abitanti, raggiungendo il nuovo massimo al 3,5%. Aumenta del
9% la percentuale del PIL per spesa pubblica in ricerca, mentre rimane
invariata quella della spesa privata.
Dopo il calo del
2007, torna ad aumentare il dato della partecipazione di adulti in età lavorativa
alla formazione continua, che nel 2008 raggiunge e sorpassa il picco del 2006.
I dati dei brevetti –
pur provvisori nel caso del 2005 – indicano il persistere di una situazione in
cui la situazione regionale presenta rapporti decisamente inferiori a quelli
nazionali (sia nel confronto con la forza lavoro che con la popolazione).
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