SEGNI
CONVENZIONALI
Si ricorda che nelle tavole della pubblicazione e in quelle
del CD sono stati usati i seguenti segni convenzionali:
Linea
(-)
a) quando il fenomeno non esiste;
b) quando il fenomeno esiste e viene rilevato, ma i casi non si
sono verificati.
Quattro
puntini (….)
quando il fenomeno esiste, ma i dati non si conoscono per una
qualsiasi ragione
Due
puntini (..)
per i numeri che non raggiungono la metà della cifra dell'ordine
minimo considerato
ADS (ACCERTAMENTI DIFFUSIONE STAMPA)
Nell'anno 1975 le Associazioni:
UPA (Utenti Pubblicità Associati); FIEG (Federazione Italiana
Editori Giornali);
FEDERPRO (Federazione Professionale della Pubblicità);
FIP (Federazione Italiana Pubblicità);
hanno costituito la libera Associazione "Accertamenti
Diffusione Stampa, in via breve ADS" con l'intendimento di
rendere possibili le certificazioni dei dati di diffusione e di
tiratura della stampa quotidiana e periodica di qualunque specie
pubblicata in Italia.
Dal 1998, sotto la diretta ed esclusiva responsabilità di ciascun
Editore, ADS pubblica ogni mese anche "i dati comunicati
dall'Editore su media mobile mensile di dodici mesi", il che
permette un sollecito e continuo aggiornamento dei dati e delle
informazioni.
Per
saperne di più: www.adsnotizie.it
AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Il campo di osservazione scelto per la rappresentazione statistica
dell'organizzazione e del funzionamento delle Amministrazioni
pubbliche è l'omonimo settore istituzionale definito secondo i
criteri del Sistema europeo dei conti Sec95. Il dominio di
riferimento è, quindi, uguale a quello adottato ai fini della
contabilità nazionale nelle principali sedi internazionali e
utilizzato per l'elaborazione dei conti economici nazionali per
settori istituzionali. I dati si riferiscono al 2000.
La principale unità di analisi statistica considerata è l'unità
istituzionale definita, secondo i criteri del Sistema europeo dei
conti Sec95, come "il centro elementare di decisione
economica, caratterizzato da uniformità di comportamento, da
autonomia decisionale nell'esercizio della propria funzione
principale e da una contabilità completa (o con la possibilità,
dal punto di vista economico e giuridico, di compilare una
contabilità completa qualora gliene sia fatta richiesta).
Per autonomia decisionale si intende che le entità economiche
possano essere proprietarie di beni e attività, possono contrarre
debiti, nonché intraprendere attività economiche ed effettuare
per conto proprio operazioni con altre unità. Operare sulla base
di una contabilità completa significa che le entità economiche
dispongono "sia di documenti contabili in cui appaiono tutte
le loro operazioni, economiche e finanziarie, effettuate nel corso
del periodo di riferimento dei conti, sia di un bilancio dei
propri attivi e passivi".
Il Sec95, diversamente da quanto definito in ambito legislativo
nazionale, utilizza un criterio di classificazione strettamente
funzionale, mediante il quale vengono classificati tutti gli
operatori del sistema economico. Tuttavia si osserva che emerge un
nucleo centrale di amministrazioni, peraltro il più numeroso, che
ricade comunque nel campo di applicazione di tutte le differenti
classificazioni.
Il motivo principale del ricorso alla classificazione Sec95, per
l'individuazione del campo di osservazione del settore pubblico
consiste nella necessità di utilizzare criteri di inclusione
certi, anche se non completamente esaurienti, rispetto
all'obiettivo di rendere informazioni statistiche
sull'organizzazione e sul funzionamento delle Amministrazioni
pubbliche. Ciò è particolarmente rilevante nel momento attuale
che vede il rilevatore impegnato in un processo si riforma
amministrativa a seguito del quale stanno rapidamente mutando
caratteristiche e posizione giuridica di molte unità
istituzionali. Interventi di privatizzazione, trasformazione,
fusione hanno modificato e continuano a modificare la natura
giuridica, le fonti di finanziamento e le funzioni di numerose
amministrazioni. L'applicazione di sistemi di classificazione
basati su criteri di tipo giuridico e istituzionale
determinerebbe, quindi una incertezza di fondo derivante dalla
instabilità concettuale dei criteri stessi.
L'opportunità di utilizzare la classificazione Sec95 risulta
ancora più evidente se, ad esempio, si considerano gli occupati
del settore. Nelle tavole viene considerato, infatti, non il
personale tradizionalmente definito come appartenente al pubblico
impiego, bensì il personale delle amministrazioni classificate
nel settore che, come conseguenza, diventa personale dipendente
delle Amministrazioni pubbliche. L'impianto classificatorio del
Sec95 aggrega le unità istituzionali di tutto il sistema
economico in cinque distinti settori istituzionali, alcuni dei
quali suddivisi in sottosettori. Ciascuno dei settori e
sottosettori riunisce le unità istituzionali che hanno un
comportamento istituzionale simile, prendendo in considerazione
sia la tipologia di operatori cui esse appartengono sia la
funzione principale.
In particolare il settore Amministrazioni pubbliche (S.13)
considera tutte le "unità istituzionali che agiscono da
produttori di beni e servizi non destinabili alla vendita, la cui
produzione è destinata ai consumi collettivi e individuali ed è
finanziata in prevalenza da versamenti obbligatori effettuati da
unità appartenenti ad altri settori e/o tutte le unità
istituzionali la cui funzione principale consiste nella
redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese". Nel
2002 le unità istituzionali classificate come Amministrazioni
pubbliche in Italia sono state 9.556.
Il settore delle Amministrazioni pubbliche è suddiviso in quattro
sotto settori: Amministrazioni centrali (S.1311), Amministrazioni
di Stati federati (S.1312), Amministrazioni locali (S.1313), Enti
di previdenza e assistenza sociale (S1314).
Il sottosettore Amministrazioni centrali considera "tutti gli
organi amministrativi dello Stato e gli altri enti centrali la cui
competenza si estende alla totalità del territorio economico,
esclusi gli enti centrali di previdenza e assistenza sociale"
e conta complessivamente per l'Italia nel 2002 195 unità
istituzionali. Il sottosettore Amministrazione di Stati federali
non risulta, attualmente, utilizzabile. Nel sottosettore delle
Amministrazioni locali sono classificate 9.334 unità
istituzionali che costituiscono "gli enti pubblici
territoriali la cui competenza si estende ad una parte del
territorio economico, esclusi gli enti locali di previdenza e
assistenza sociale". Infine, nel sottosettore Enti di
previdenza e assistenza sociale vengono raggruppate tutte le
"unità istituzionali centrali, di Stati federati e locali,
la cui attività principale consiste nell'erogare prestazioni
sociali" e che rispondono ai seguenti criteri:
- acquisiscono partecipazioni ai regimi di protezione sociale o
versamenti di contributi da determinati soggetti in forza di
disposizioni legislative o regolamentari;
- la determinazione o l'approvazione dei contributi e delle
prestazioni ricade sotto la responsabilità di altre unità
istituzionali appartenenti al settore delle Amministrazioni
pubbliche, indipendentemente dal loro ruolo di organismo di
controllo o di datore di lavoro.
Per il 2002 in tale sotto settore sono classificate 27 unità
istituzionali.
Tra i limiti del ricorso alla classificazione del settore
Amministrazioni pubbliche prevista dal Sec95 vi è l'esclusione di
tutti quegli enti che, per comportamento e finalità assegnate,
potrebbero essere assimilati alle Amministrazioni pubbliche, ma
che il Sec95 classifica in altri settori dell'economia perché
produttori di beni e servizi destinabili alla vendita. L'obiettivo
è l'estensione del dominio di riferimento anche a tali
amministrazioni.

ANDAMENTO DEMOGRAFICO DELLE IMPRESE
Al fine di interpretare in modo corretto i tassi demografici delle
imprese, occorre ricordare che nel calcolo dei medesimi entrano in
gioco delle variabili che misurano le variazioni di consistenza
degli archivi del Registro Imprese. I flussi delle iscrizioni e
delle cessazioni indicano, infatti, il numero di operazioni
eseguite nel Registro Imprese durante l'anno, indipendentemente
dalla data effettiva di inizio o fine attività dell'impresa.
Questi tassi risentono delle operazioni di aggiornamento
effettuate sugli archivi del Registro Imprese da parte degli
operatori camerali. Pertanto, se in una provincia vengono
effettuate massicce operazioni di cessazioni d'ufficio delle
posizioni non più attive, i tassi di crescita risulteranno
decisamente ridotti o addirittura negativi, rispetto ad altre
province in cui interventi di questo genere non siano mai stati
condotti, o siano stati condotti in precedenza.
Per
saperne di più:
www.infocamere.it/movi.htm
www.infocamere.it/movi_search.htm
ARCHIVIO STATISTICO DELLE IMPRESE ATTIVE (ASIA)
E' l'archivio delle Unità Statistiche di osservazione delle
Indagini economiche dell'Istat, creato in ottemperanza al
Regolamento (CEE) n. 2186/93 del Consiglio del 22 luglio 1993,
relativo al "coordinamento comunitario dello sviluppo dei
registri di imprese utilizzati a fini statistici" e in
attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
del 26 febbraio 1994.
Raccoglie le informazioni identificative (denominazione,
localizzazione), strutturali (addetti, attività economica
prevalente e secondaria, natura giuridica, volume degli affari) e
demografiche (dato inizio attività, data di cessazione stato di
attività, presenza di procedure concorsuali) di tutte le imprese
(e relative unità locali) attive in tutti i settori di attività
economica (ad eccezione delle sezioni A, B, L, P e Q e dei
soggetti privati non-profit) della classificazione ATECO91.
E' stato creato ed è aggiornato annualmente sulla base del
trattamento statistico e dell'integrazione delle informazioni
residenti in differenti archivi giuridici, amministrativi e di
esazione. In particolare, le principali fonti utilizzate sono: il
Repertorio Economico Amministrativo (REA) gestito dalle Camere di
Commercio, l'archivio anagrafico dell'INPS integrato con le
dichiarazioni annuali desunte dai modelli presentati dalle imprese
(DM/10), l'archivio anagrafico dell'INAIL, l'Anagrafe Tributaria
integrata con le dichiarazioni annuali IVA, gli archivi delle
"utenze affari" dell'ENEL e della Telecom, l'archivio
anagrafico delle banche della Banca d'Italia. Per l'aggiornamento
delle informazioni contenute in ASIA vengono inoltre utilizzate
tutte le informazioni desumibili da tutte le indagini statistiche
sulle imprese.
Per
saperne di più: Archivio
ASIA (file pdf)
CENSIMENTO DELL'INDUSTRIA E DEI SERVIZI 2001
Le tavole proposte descrivono le principali caratteristiche
strutturali rilevate per le imprese, le istituzioni e le relative
unità locali in Liguria. Le informazioni si riferiscono alle
variabili più significative (numero addetti, occupati -
dipendenti e indipendenti- lavoratori esterni - collaboratori
coordinati e continuativi, interinali e volontari-) analizzate per
attività economica, forma giuridica e distribuzione territoriale.
Il Censimento del 2001 ha mantenuto lo stesso campo di
osservazione adottato nel 1991 che è costituito da tutte le
unità locali delle imprese, ivi comprese quelle individuali dei
lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, delle istituzioni
pubbliche e di quelle nonprofit. Sono comprese le unità locali
che operano in tutti i settori di attività economica, con
esclusione dell'agricoltura (restano però incluse le aziende
vitivinicole, gli allevamenti extragricoli, i servizi
all'agricoltura e zootecnia), dei servizi domestici presso le
famiglie e degli organismi extraterritoriali. Tra le unità locali
delle istituzioni pubbliche continuano ad essere escluse quelle
che fanno capo al ministero della difesa (limitatamente alle
attività militari, mentre restano incluse le attività
amministrative), alla polizia di Stato e alla guardia di finanza.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Censimenti/index.htm
CLASSIFICAZIONE DELL'ATTIVITA' ECONOMICA (ATttività ECOnomiche
1991)
La classificazione delle attività economiche adottata per
l'elaborazione e la pubblicazione dei dati è la Nace Rev.1,
definita a livello comunitario (la corrispondente versione
italiana è l'ATECO91). Essa ha sostituito la Nace-Clio utilizzata
in precedenza. Il livello di dettaglio settoriale per la
pubblicazione dei dati è costituito da 30 branche (due lettere
della Nace Rev.1). La caratteristica principale della nuova
classificazione delle attività economiche è quella di riferirsi
esclusivamente alla natura delle attività, indipendentemente dai
soggetti che le esercitano e dal fatto che i prodotti di tali
attività siano ceduti ad un prezzo economicamente significativo o
meno (vale a dire sia in caso di attività classificate market che
in caso di attività non market, che nella precedente nomenclatura
si definivano rispettivamente destinabili o non destinabili alla
vendita). L'adozione della nuova classificazione comporta, a
questo riguardo, una discontinuità con le vecchie serie.
La classificazione distingue le unità di produzione secondo
l'attività da esse svolta e finalizzata alla elaborazione di
statistiche di tipo macroeconomico, aventi per oggetto i fenomeni
relativi alla partecipazione di tali unità ai processi economici.
La classificazione comprende 874 categorie, raggruppate in 512
classi, 222 gruppi, 60 divisioni, 17 sezioni, 16 sottosezioni.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Definizion/index.htm
CLASSIFICAZIONE DELL'ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2002)
L'Istituto nazionale di statistica ha predisposto una nuova
classificazione delle attività economiche (Ateco 2002) da
adottare nelle rilevazioni statistiche correnti in sostituzione
della precedente (Ateco '91). L'Ateco 2002 è la versione
nazionale della classificazione (Nace Rev. 1.1) definita in ambito
europeo e approvata con regolamento della Commissione n. 29/2002,
pubblicato su Official Journal del 10 gennaio 2002.
L'Ateco 2002 è stata sviluppata dall'Istat, con la collaborazione
di esperti delle pubbliche amministrazioni coinvolte
nell'attività di classificazione delle unità produttive, di
esperti dei principali settori economici e di rappresentanti di
numerose associazioni di produttori. L'obiettivo è di tenere
conto della specificità della struttura produttiva italiana,
rinnovando, rispetto all'Ateco 1991, il dettaglio a livello di
"categoria" (quinta cifra della classificazione), utile
a individuare attività particolarmente rilevanti nel nostro
Paese.
L'Ateco 2002 è stata creata, principalmente, per fini statistici
e con essa si intende soddisfare l'esigenza di una comune
nomenclatura per la classificazione delle unità di produzione di
beni e servizi.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Definizion/index.htm

CLASSIFICAZIONE DELLE REGIONI EUROPEE (NUTS)
Tutte le statistiche regionali sono basate su una divisione
geografica del territorio studiato. Eurostat, in collaborazione
con gli altri dipartimenti della Commissione, ha sviluppato la
Nomenclature of Statistical Terrritorial Units (NUTS) all'inizio
degli anni '70 come un sistema unitario e coerente per dividere il
territorio dell'Unione Europea al fine di produrre statistiche
regionali per la Comunità.
La classificazione NUTS non ha ancora una base legale, non
esistendo alcun regolamento che riporti in dettaglio le regole per
la compilazione e l'aggiornamento del sistema. Queste materie sono
state regolate a lungo con "gentleman's agreements" tra
gli Stati membri ed Eurostat, qualche volta dopo lunghi e
difficili negoziati. La nomenclatura NUTS così accordata è stata
poi pubblicata da Eurostat (l'ultima edizione risale al 1999).
Nella primavera del 2000 è iniziato un lavoro preparatorio per un
regolamento del Consiglio che dà status legale alla NUTS. Il
regolamento della NUTS ha lo status di un disegno di testo di
legge sottostante alla discussione in Parlamento e in Consiglio.
Una volta concluso il processo questo Regolamento diventa a tutti
gli effetti legge dell'Unione Europea.
Un importante risultato del Regolamento è di rendere
l'inevitabile processo di cambiamento nelle strutture
amministrative degli Stati membri più omogeneo possibile, così
da rendere minimo l'impatto di tali cambiamenti sulla
disponibilità e sulla comparabilità delle statistiche regionali.
I previsti allargamenti dell'Unione renderanno questo obiettivo di
vitale importanza.
La classificazione NUTS è stata creata e sviluppata sulla base
dei seguenti principi:
- privilegiare le divisioni istituzionali, cioè le regioni
normative che riflettono voleri politici e le regioni analitiche
(o funzionali) che sono invece definite in base a determinati
requisiti;
- privilegiare unità generali; vale a dire non vengono
considerate regioni che rispondano soltanto a specifici fini e non
abbiamo valenza generale per tutti i campi;
- si tratta di classificazione gerarchica che suddivide ogni Stato
membro in un dato numero di regioni al livello NUTS 1. Ognuna di
queste è poi suddivisa nelle regioni al livello NUTS 2 e queste
in regioni al livello NUTS 3.
Lasciando a parte il livello locale (comuni, municipalità), le
strutture amministrative degli Stati membri sono generalmente
basate su due dei tre livelli regionali principali. Queste
strutture amministrative esistenti possono essere, ad esempio ai
livelli NUTS 1 e NUTS 3 (rispettivamente i Länder e i Kreise in
Germania) o ai livelli NUTS 2 e NUTS 3 (régions e départements
in Francia, Comunidades autonomas e provincias in Spagna, regioni
e province in Italia).
Per ottenere una completa suddivisione, ad ognuno dei tre livelli
NUTS, occorre identificare un livello regionale per ogni Stato
membro in aggiunta ai due livelli principali già ricordati. Il
livello aggiuntivo allora corrisponde ad una struttura regionale
che è usata meno estensivamente per fini amministrativi - o che
potrebbe essere istituita ai soli fini statistici, senza avere una
qualsivoglia funzione amministrativa. A seconda dei livelli
esistenti, il livello aggiuntivo potrebbe essere creato a
qualsiasi dei tre livelli NUTS. Così in Francia, in Italia, in
Grecia e in Spagna , che presentano le unità funzionali
amministrative ai livelli 2 e 3 è stato introdotto il livello
addizionale NUTS 1. Al contrario, il livello aggiuntivo
"non-amministrativo" è al livello NUTS 2 per la
Germania e il Regno Unito e al livello NUTS 3 per il Belgio.
Il regolamento riguardante la NUTS stabilisce la soglia minima e
massima per la misura media delle regioni NUTS.
LIVELLO |
MINIMO |
MASSIMO |
NUTS
1 |
3
MILIONI |
7
MILIONI |
NUTS
2 |
800.000 |
3
MILIONI |
NUTS
3 |
150.000 |
800.000 |
Per
saperne di più:
CONFRONTI REGIONALI NELL'EUROPA DEI 15
La scelta delle regioni da confrontare con la Liguria nel capitolo
dedicato ai confronti nell'Unione Europea è stata effettuata
utilizzando un semplice metodo legato alle distanze di sei
variabili (tre demografiche e tre economiche) di ognuna delle
restanti 210 regioni NUTS 2 a quelle della Liguria.
Le variabili considerate sono: densità delle popolazione, tasso
di incremento della popolazione, tasso di invecchiamento, prodotto
interno lordo per abitante, tasso di disoccupazione, percentuale
di occupati nel terziario.
I passaggi utilizzati sono i seguenti:
1° - Calcolo della distanza delle singole osservazioni dal dato
ligure;
2° - Calcolo valori assoluti della distanza dal dato ligure;
3° - Standardizzazione e normalizzazione dei valori assoluti
delle distanze dal dato ligure e calcolo della media di tali
valori;
4° - Graduatoria delle regioni in base alla media delle distanze
standardizzate delle osservazioni dal dato ligure ed
individuazione del gruppo con le distanze minori (inferiori o
uguali a 0,130);
5° - Introduzione della variabile traffici marittimi rilevati
statisticamente.
Le 26 regioni prescelte sono quindi regioni con traffici marittimi
la cui media delle distanze rispetto alla Liguria per le sei
variabili considerate risulta minore.
CONI
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, denominato
"CONI", regolato dal D.lgs. 23 luglio 1999, n. 242, e
dalla Carta Olimpica, è autorità di disciplina, regolazione e
gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale
della formazione fisica e morale dell'individuo e parte integrante
dell'educazione e della cultura nazionale. Il CONI è posto sotto
la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali.
CONTI ECONOMICI DELLE
IMPRESE
L'Indagine sul Sistema dei Conti delle imprese (SCI) condotta
dall'Istat, già indagine sul prodotto lordo, effettuata
sull'universo delle imprese con oltre venti addetti fino al 1997 e
in seguito su quelle con più di 100 addetti, fornisce
informazioni per classe dimensionale e settore relative ai
principali aggregati di conto economico per un esteso orizzonte
temporale. Essa costituisce pertanto una fonte di informazioni
unica per esaminare l'evoluzione del sistema produttivo italiano
tenendo conto della sua struttura dimensionale. L'unità di
rilevazione è l'impresa, definita come unità giuridico
economica, costituita dall'organizzazione dei fattori produttivi,
in funzione della produzione di beni e servizi effettuata allo
scopo del conseguimento di un profitto da parte dell'imprenditore.
L'indagine avviata dall'Istat nel 1951 era inizialmente denominata
"indagine sul valore aggiunto" e successivamente
divenuta indagine sul "prodotto lordo", per non
confondere l'oggetto della rilevazione con il valore aggiunto
fiscale (I.V.A.) ed è stata infine denominata indagine sul
sistema dei conti delle imprese.
Le rilevazioni eseguite dal 1983 al 1991, pur mantenendo i criteri
metodologici delle precedenti, si differenziavano da esse
principalmente per due motivi. In primo luogo, furono interpellate
le imprese con almeno 20 addetti iscritte nello schedario
informatizzato per le rilevazioni da eseguirsi presso le imprese (SIRIO),
costituito in base alle notizie raccolte in occasione del 6°
censimento industriale e commerciale effettuato nel 1981 ed esteso
alle imprese con almeno 10 addetti. Questo veniva aggiornato in
modo completo anche per quanto riguarda il numero di addetti
mediante una apposita rilevazione. In secondo luogo, a partire
dalla rilevazione del 1983 l'attività delle imprese è stata
classificata in base alla nuova classificazione delle attività
economiche, adottata in occasione del censimento del 1981, che
raggruppava le varie attività con criteri diversi da quelli delle
classificazioni precedenti.
A partire dall'indagine del 1992 le rilevazioni furono eseguite
interpellando sia le imprese con almeno 20 addetti operanti
nell'industria, commercio, trasporti e comunicazioni, sia le
unità con almeno 10 addetti che prestavano alcuni servizi, quali
risultavano nel nuovo schedario automatizzato SIRIO-NAI.
(costituito con le informazioni raccolte in occasione del 7°
Censimento industriale e commerciale del 1991 con la nuova
classificazione delle attività economiche NACE Rev.1 adottata da
tutti i Paese dell'U.E). Per la prima volta con l'indagine
riferita all'anno 1994, sono state rilevate anche le unità
classificate nelle attività dell'Istruzione, Sanità e altri
Servizi Sociali, Altri Servizi Pubblici, Sociali e Personali. In
queste attività erano interpellate le sole imprese che operavano
nel settore privato. Infine con l'indagine riferita all'anno 1998
vengono rilevate le sole imprese con oltre 100 addetti iscritte
nel nuovo archivio statistico Archivio Statistico delle Imprese
Attive (ASIA) ottenuto integrando informazioni esistenti presso
vari archivi: Istat NAI-SIRIO, Anagrafe tributaria, INPS, ENEL,
INAIL, Registro Camere di Commercio.
Come già ricordato, l'unità di rilevazione è costituita
dall'impresa classificata secondo il criterio dell'attività
prevalente. Tuttavia, per le imprese che operano in più settori
di attività economica e con dimensione superiore a 249 addetti
vengono richiesti oltre ai dati inerenti l'impresa nel suo
complesso anche quelli relativi a ciascuna categoria di attività
economica esercitata, l'unità funzionale. Nei vari anni, presi in
esame, sono stati utilizzati diversi tipi di questionari a seconda
delle dimensioni delle unità rilevate distintamente per i settori
industriali e per quelli del commercio, trasporti e servizi.
Tuttavia i questionari hanno mantenuto nel tempo la finalità di
rilevare le variabili di ricavo e costo necessarie alla stima dei
conti economici nazionali e per la costruzione delle tavole
intersettoriali dell'economia.Nel 1989, allo scopo di uniformare i
questionari agli schemi contabili delle imprese, il questionario
fu predisposto, indipendentemente dalla dimensione e dal settore
di attività, per la rilevazione dei dati economico finanziari e
patrimoniali delle imprese. I questionari erano stati strutturati
secondo lo schema di bilancio riclassificato per l'analisi
economico-finanziaria e per la conoscenza e la comprensione della
gestione aziendale.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Imprese/index.htm
CONTI REGIONALI
I dati costituiscono l'aggiornamento al 2002 del set completo di
dati e disaggregazioni che rientrano nei conti tradizionalmente
diffusi dall'Istat. Essi comprendono, oltre agli aggregati del
conto delle risorse e degli impieghi e del conto della
distribuzione del reddito, anche le analisi a 25 branche (derivate
dalla classificazione NACE-Rev.1) del valore aggiunto, dei redditi
da lavoro dipendente, delle retribuzioni lorde, dei contributi
sociali effettivi e figurativi, degli investimenti fissi lordi,
degli occupati interni (dipendenti e indipendenti) e delle
corrispondenti unità di lavoro. I consumi delle famiglie sono
disaggregati in 12 gruppi di beni e servizi; i consumi delle
amministrazioni pubbliche in 10 funzioni di spesa.
Le serie regionali con le analisi dettagliate sono scaturite dal
lavoro di adozione del SEC95 concluso nel 2000 e coprono gli anni
a partire del 1995. Esse non possono costituire prosecuzione delle
serie costruite secondo il vecchio SEC79 (relative agli anni
1980-1996). Nel corso del 2004 l'Istat, in cooperazione con la
Svimez, ha concluso e pubblicato la ricostruzione delle serie
storiche regionali dal 1980 al 1994 in chiave con le nuove serie
SEC95. Queste "serie ricostruite" hanno minori
disaggregazioni rispetto alle "serie complete" che
vengono aggiornate ogni anno, ma sono con esse coerenti. Per
comodità degli utilizzatori è stato perciò creato un unico file
"Serie storiche", nel quale le "serie
complete" aggiornate annualmente, ricondotte alle stesse
analisi del segmento 1980-1994 ricostruito, vengono a questo
ricongiunte.
Secondo una prassi consolidata, l'Istat rilascia le stime complete
dei conti regionali per l'anno t a distanza di circa 20 mesi,
effettuando, contestualmente la revisione delle stime dei due anni
immediatamente precedenti (t-1 e t-2), così da adeguarle alla
base informativa più aggiornata e riallinearle alla versione più
recente dei conti nazionali. Le stime dei conti rispettano questa
tempistica, ma al fine di fornire un'informazione più tempestiva
sull'andamento economico a livello territoriale, a circa 12 mesi
di distanza, vengono rilasciate delle stime provvisorie di alcuni
aggregati: PIL, spesa delle famiglie per consumi finali
(analizzata per tre tipologie di prodotti), valore aggiunto,
occupati interni, unità di lavoro e redditi da lavoro dipendente
(questi ultimi quattro aggregati sono analizzati per 6 branche di
attività economica).
La differenza tra le informazioni diffuse a 20 mesi e quelle
presenti nell'edizione a 12 mesi ("stime anticipate"),
non risiede solo nella maggiore completezza in termini di
aggregati ed analisi, ma anche nel fatto che le nuove stime sono
allineate con l'ultima versione dei conti nazionali (diffusa a
marzo di ogni anno); esse poggiano, inoltre, su una base
informativa più completa e consolidata in quanto inglobano tutti
gli aggiornamenti ed ampliamenti nel frattempo realizzati
nell'informazione statistica di base.
Nella versione "anticipata" e in quella
"completa" l'impianto metodologico è sostanzialmente
uguale. La stima dell'input di lavoro costituisce un elemento
cardine, quale strumento per garantire la "esaustività"
delle stime del prodotto (incorporando nel PIL regionale anche una
stima dell'economia non osservata), dei redditi da lavoro
dipendente e degli investimenti fissi lordi. Per la maggior parte
delle branche la stima di questi aggregati è ottenuta attribuendo
alle unità di lavoro valori medi pro-capite, stimati attraverso
le indagini di base presso le imprese.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Economia/Conti-nazi/index.htm
www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/Revisione-/revcontinazesec95_99.PDF

CONSUMI DELLE FAMIGLIE
L' indagine campionaria sui Consumi delle Famiglie, eseguita in
Italia continuativamente dal 1968, ha subito numerose e
sostanziali modifiche nel tempo.
L'indagine ha lo scopo di rilevare la struttura e il livello dei
consumi secondo le principali caratteristiche sociali, economiche
e territoriali delle famiglie residenti.
Oggetto della rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie
residenti per acquistare beni e servizi. In tale definizione
rientrano anche i beni provenienti dal proprio orto o dalla
propria azienda agricola direttamente consumati dalla famiglia (autoconsumi),
i beni e servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a
titolo di salario o per prestazioni di servizio, i fitti stimati
delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo
gratuito. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo
diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio,
l'acquisto di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte,
le spese connesse con attività professionale, eccetera). In
particolare, oltre alle notizie che riguardano gli individui che
compongono la famiglia, le caratteristiche dell'abitazione, il
reddito e il risparmio, sono rilevate le spese per generi
alimentari, abitazione, arredamento, abbigliamento e calzature,
sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero spettacoli ed
istruzione, altri beni e servizi.
L'indagine rileva l'ammontare complessivo della spesa al momento
dell'acquisto del bene o servizio, a prescindere dal momento
dell'effettivo consumo o utilizzo e dalle modalità di pagamento
(per acquisti a rate o con carta di credito).
E' importante ricordare il ruolo fondamentale che l'indagine ha
nella determinazione degli aggregati (trimestrali ed annuali) di
Contabilità Nazionale e nelle stime ufficiali della povertà
assoluta e relativa.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Societ-/Consumi-de/index.htm
www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/I-consumi-2/consumi2000.pdf
www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/I-consumi-3/consumi2001.pdf
DEMOGRAFIA
La popolazione residente è costituita dalle persone, di
cittadinanza italiana e straniera, aventi dimora abituale nel
territorio nazionale anche se temporaneamente assenti. Ogni
persona avente dimora abituale in Italia deve iscriversi, per
obbligo di legge, nell'anagrafe del comune nel quale ha posto la
sua dimora abituale. In seguito ad ogni Censimento della
popolazione viene determinata la popolazione legale. A tale
popolazione si somma il movimento anagrafico dei periodi
successivi, calcolati con riferimento alla fine di ciascun anno
solare e si calcola così la popolazione residente in ciascun
comune al 31 di dicembre di ogni anno. La popolazione residente
media è data dalla semisomma della popolazione al 1° gennaio e
della popolazione al 31 dicembre.
Il movimento naturale: è costituito dal numero dei nati da
residenti in Italia, indipendentemente dal luogo in cui sia
avvenuta la nascita (in Italia o all'estero) e dal numero di morti
relativi alla popolazione residente anch'essi indipendentemente
dal luogo in cui si sia verificato l'evento (sia in Italia sia
all'estero). Sono quindi esclusi i nati in Italia da genitori non
residenti ed i morti non residenti. Sia i nati sia i morti sono
conteggiati al momento della trascrizione dell'atto di nascita o
di morte dal registro di stato civile a quello anagrafico.
Il movimento migratorio: è costituito dal numero delle iscrizioni
e delle cancellazioni anagrafiche della popolazione residente
registrate durante l'anno.
Le iscrizioni si distinguono in:
- Iscrizioni da altro comune: numero di persone iscritte per
trasferimento di residenza da un altro comune italiano.
- Iscrizioni dall'estero: numero di persone iscritte per
trasferimento di residenza dall'estero.
- Iscrizioni per altri motivi: si tratta di iscrizioni dovute non
ad un effettivo trasferimento di residenza, ma ad operazioni di
rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le iscrizioni di
persone erroneamente cancellate per irreperibilità e
successivamente ricomparse; le iscrizioni di persone non censite,
e quindi non entrate a far parte del computo della popolazione
legale, ma effettivamente residenti.
Le cancellazioni si distinguono in:
- Cancellazioni per altro comune: numero di persone cancellate per
trasferimento di residenza in altro comune italiano.
- Cancellazioni per l'estero: numero di persone cancellate per
trasferimento di residenza all'estero.
- Cancellazioni per altri motivi: si tratta non di effettivi
trasferimenti di residenza, ma di cancellazioni dovute a pratiche
di rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le persone
cancellate perché non risultano residenti in seguito ad
accertamenti anagrafici; le persone censite come aventi dimora
abituale, ma che non hanno voluto o potuto (per mancanza di
requisiti) iscriversi nel registro anagrafico dei residenti del
comune nel quale si erano fatti censire.
Per
saperne di più:
demo.istat.it
www.istat.it/Popolazion/index.htm
EXCELSIOR
Il Sistema Informativo Excelsior e la relativa indagine annuale
sui fabbisogni di professionalità delle imprese si collocano
ormai stabilmente all'interno del Sistema Informativo del Lavoro;
l'indagine rappresenta una fonte statistica ricorrente per la
conoscenza del mercato del lavoro e in particolare per la
conoscenza dei flussi di entrata e di uscita previsti dalle
imprese, e ancora per la conoscenza di tutta una serie di
caratteristiche associate alle assunzioni previste dalle imprese
(tipo di figura, titolo di studio, ecc…).
I principali obiettivi del Progetto Excelsior si confermano
essere: a) la misurazione della domanda effettiva di professioni
nei diversi bacini territoriali del lavoro (in generale definiti
dall'unità amministrativa provinciale, ma con approfondimenti
relativi a micro-aree territoriali e a settori/comparti produttivi
specifici), in modo da fornire un supporto informativo a quanti -
enti pubblici o soggetti privati - devono orientare l'offerta di
lavoro verso le esigenze espresse dalla domanda e facilitare
l'incontro diretto e puntuale tra l'offerta stessa e la domanda da
parte delle imprese; b) il supporto nell'orientamento delle scelte
dei decisori istituzionali in materia di politiche della
formazione scolastica e professionale, nonché degli operatori
della formazione a tutti i livelli, offrendo informazioni
dettagliate sui bisogni di professionalità espressi dalle imprese
per il breve medio periodo.
Il campo di osservazione della sesta indagine sulla domanda di
lavoro è rappresentato dall'universo delle imprese private
iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio che,
alla data del 31.12.2000, avevano almeno un dipendente, con
l'esclusione delle unità operative della pubblica
amministrazione, delle aziende pubbliche del settore sanitario,
delle unità scolastiche e universitarie pubbliche, delle
organizzazioni associative.
Per identificare le imprese che si potevano considerare attive e
quelle che, avendo almeno un addetto dipendente, erano comprese
nel campo di osservazione, nonché per completare ed eventualmente
correggere le informazioni sulle variabili di stratificazione, si
è procedut
o al confronto puntuale tra le posizioni del Registro e quelle di
altre anagrafi amministrative i cui dati confluiscono nel REA,
Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative, connesso al
Registro delle Imprese e tenuto presso ciascuna Camera di
Commercio. In particolare, sono stati utilizzati i dati
dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e
dell'Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro
(INAIL).
Per
saperne di più:
excelsior.unioncamere.net

FORZE DI LAVORO
La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro fino al 2003 è
stata effettuata con cadenza trimestrale (a inizio gennaio,
aprile, giugno e ottobre) intervistando ogni volta 75.516 famiglie
(che corrispondono a oltre 200 mila persone) in 1.351 Comuni
campione di tutte le province del territorio nazionale.
L'universo di riferimento è costituito da tutti i componenti
delle famiglie, presenti e residenti in Italia (se temporaneamente
all'estero, le relative informazioni vengono fornite da altro
familiare), che risultano iscritti alle anagrafi comunali. Sono,
quindi, esclusi i membri permanenti delle convivenze (ospizi,
brefotrofi, istituti religiosi, caserme, ecc..).
L'unità di rilevazione è la famiglia, definita come nucleo
costituito da persone legate da vincoli di matrimonio, affinità,
adozione o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora
abituale nello stesso Comune.
Il campione utilizzato è a due stadi, rispettivamente Comuni e
famiglie, con stratificazione delle unità del primo stadio. Esso
è stato progettato per soddisfare prefissati livelli attesi di
precisione delle principali stime nazionali e regionali a cadenza
trimestrale. Sulla base dei dati raccolti in occasione delle
quattro rilevazioni di ciascun anno, vengono prodotte stime anche
a livello delle province.
I Comuni campione sono divisi in autorappresentativi e non
autorappresentativi. Fanno parte dei primi tutti quelli capoluogo
di provincia o con popolazione superiore a una soglia prefissata
per ciascuna provincia. Essi sono presenti nel campione in modo
permanente. Fanno parte dei non autorappresentativi i Comuni la
cui popolazione è al di sotto delle soglie. Essi vengono estratti
casualmente in numero di due per ogni strato e rimangono nel
campione per periodi variabili.
Le famiglie vengono a loro volta estratte annualmente dai registri
anagrafici in modo casuale, rispettando la numerosità prevista
per ciascun Comune ad ogni rilevazione.
Ogni famiglia viene intervistata per due trimestri consecutivi;
segue un'interruzione per i due successivi trimestri, dopodiché
essa viene di nuovo intervistata per altri due trimestri.
Complessivamente rimane nel campione per un periodo di 15 mesi.
Tale sistema di rotazione permette di mantenere invariato metà
del campione da un trimestre all'altro e metà da un trimestre al
corrispondente trimestre dell'anno successivo. Ciò consente
l'utilizzazione di dati "panel" su base congiunturale e
tendenziale.
Il questionario è concepito e formulato in modo tale da rilevare
informazioni utili a quantificare l'offerta di lavoro, producendo
indicatori omogenei e comparabili a livello europeo.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Lavoro/Lavoro-e-o/Storico/index.htm
INDAGINE MULTISCOPO
A partire dal 1993 l'Istat ha avviato il nuovo corso delle
indagini Multiscopo sulle famiglie.
Alla fine di ogni anno l'indagine "Aspetti della vita
quotidiana" rileva gli aspetti più importanti della vita di
ogni giorno: frequenza scolastica, lavoro familiare ed
extradomestico, letture, mass media, spettacoli, salute,
partecipazione politica e sociale, percezione dei problemi
ambientali, soddisfazione per i servizi di pubblica utilità,
soddisfazione per l'anno trascorso, famiglie, spostamenti
quotidiani, stili alimentari ed abitudini al fumo, sono le
principali informazioni rilevate.
L'unità di rilevazione è costituita dalla famiglia di fatto; per
famiglia di fatto si intende un insieme di persone dimoranti
abitualmente nella stessa abitazione e legate da vincoli di
parentela affinità, adozione, tutela, affettività o amicizia.
Le modalità di diffusione dei dati prevedono la pubblicazione
ogni anno di quattro volumi brevi, ciascuno dedicato ad un
particolare aspetto della vita quotidiana degli italiani:
"Stili di vita e condizioni di salute"
"Famiglia, abitazioni e sicurezza dei cittadini"
"Cultura, società e tempo libero"
"I servizi pubblici e di pubblica utilità: utilizzo e
soddisfazione".
Il sistema di indagine multiscopo prevede che ogni anno, accanto
all'indagine "Aspetti della vita quotidiana", si
affianchino altre indagini che approfondiscono tematiche
particolari (prospetto A)
PROSPETTO
A - Sistema di indagini sociali Multiscopo |
TITOLO
DELL'INDAGINE |
CADENZA |
Aspetti
della vita quotidiana |
Annuale |
Viaggi
e vacanze |
Trimestrale |
Condizione
di salute e ricorso ai servizi sanitari |
Quinquennale |
Tempo
libero e cultura (a) |
Quinquennale |
Sicurezza
del cittadino |
Quinquennale |
Famiglie,
soggetti sociali e condizione dell'infanzia |
Quinquennale |
Uso
del tempo |
Quinquennale |
Per
saperne di più:
www.istat.it/Societ-/index.htm
INDAGINE SULLA PRODUZIONE INDUSTRIALE
La prima rilevazione, a cadenza annuale, sulla produzione
industriale è stata condotta dall'ISTAT nel corso dei primi anni
'50 con caratteristiche metodologiche e tecniche più o meno
simili ( nel corso degli anni è mutato: i) il campo di
osservazione ii) la dimensione delle unità statistiche; iii) il
numero dei prodotti; iv) il numero delle variabili sino al 1996,
quando, per la prima volta sono stati pubblicati i dati della
produzione industriale delle industrie estrattive e manifatturiere
elaborate secondo metodi, concetti, definizioni e classificazioni
stabilite dal Regolamento Comunitario PRODCOM (Regolamento CEE N.
3924/91 del Consiglio 1991) adottato dall'Unione Europea per
armonizzare l'informazione statistica sulla produzione industriale
nell'ambito degli Stati Membri.
La rilevazione, prima dell'anno 1996, interessava tutti gli
stabilimenti, in cui si effettuava attività di trasformazione
industriale, delle imprese con almeno 20 addetti.
Con la completa applicazione del regolamento comunitario per
l'ISTAT è stato necessario progettare una specifica indagine
statistica adeguata al quadro concettuale e metodologico delineato
nel nuovo regolamento:
- adottando la classificazione europea dei prodotti industriali
(lista PRODCOM circa seimila prodotti rispetto ai tremila che
venivano rilevati con le precedenti indagini);
- l'estensione della rilevazione alle piccole imprese da 3 a 19
addetti;
- l'applicazione di tecniche di stima per le mancate risposte;
- il ricorso alla metodologia campionaria;
- l'adozione di un nuovo questionario.
I dati contenuti nelle tavole provengono da tre distinte
rilevazioni: la rilevazione trimestrale della produzione
dell'industria tessile e dell'abbigliamento; la rilevazione
trimestrale della produzione dell'industria dei prodotti chimici;
la rilevazione annuale della produzione dei rimanenti settori
industriali.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Imprese/Industria/index.htm
www.istat.it/Imprese/Industria/Storico/index.htm

INTRASTAT
Con la realizzazione del Mercato Unico Europeo e la soppressione
delle formalità necessarie alla registrazione del movimento della
merce alla frontiera tra i vari Stati membri, gli scambi
intracomunitari sono diventati più rapidi ed agevoli, non essendo
più necessari il controllo fisico e il conseguente fermo delle
merci al confine. Il completamento del Mercato Unico ha
comportato, in pratica, l'eliminazione di formalità e documenti
doganali relativi agli scambi di beni tra gli Stati membri
dell'Unione e l'adozione di un nuovo sistema di rilevazione dei
dati necessari all'elaborazione delle statistiche sugli scambi
intracomunitari (Sistema INTRASTAT).
Il Sistema INTRASTAT è stato introdotto nel 1993 ed inizialmente
adottato dai dodici paesi che costituivano l'Unione Economica
Europea (UE12): Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno
Unito, Spagna. L'ingresso nel 1995 di Austria, Finlandia e Svezia
ha portato a quindici i Paesi dell'Unione (UE15) e comportato
l'estensione del Sistema INTRASTAT ai tre nuovi Stati membri.
Il sistema di raccolta dei dati è stato introdotto, con forza di
legge in ogni Stato membro, dal Regolamento (CEE) del Consiglio N.
3330/91 del 7 novembre 1991 (regolamento di base, successivamente
modificato - Reg. CE N. 1182/1992 e N. 1624/2000 del Consiglio)
che, unitamente al regolamento applicativo della Commissione N.
3046/92 del 22 ottobre 1992 (modificato dal Reg. CE N. 1901/2000)
ha disciplinato il Sistema INTRASTAT.
Nel Sistema INTRASTAT, la fornitura di dati è garantita dagli
stessi operatori (soggetti passivi IVA) che effettuano acquisti
e/o cessioni di merci nei confronti di soggetti IVA residenti in
altri Stati membri dell'Unione; infatti, gli operatori, residenti
in Italia, che realizzano attività di scambio con i Paesi
dell'Unione Europea sono tenuti a presentare, presso i centri di
raccolta delle dogane, la dichiarazione contenente i dati relativi
alle operazioni intracomunitarie effettuate.
Nello spirito di ridurre l'onere di numerose imprese e soprattutto
dei piccoli e medi operatori intracominitari, sono state
gradualmente adottate misure di semplificazione e di esenzione e,
a seguito delle modifiche al Regolamento n. 3046/92, è stata
effettuata una rielaborazione della normativa in materia di scambi
intracomunitari. Il Regolamento (CE) N. 1901/2002 della
Commissione fornisce un quadro normativo unico e completo che
riporta le ultime disposizioni relative a tutti gli aspetti che
hanno subito modifiche nel tempo ed agevola le imprese e le
amministrazioni interessate nell'adempimento dei propri obblighi.
La semplificazione della legislazione comunitaria nel quadro
dell'iniziativa SLIM (Simpler Legislation for Internal Market) ha
riguardato principalmente tre aspetti:
- massa netta delle merci: per un certo numero di sottovoci della
nomenclatura combinata è stata resa facoltativa la menzione dei
chilogrammi di massa netta;
- valore statistico della merce: non sono tenuti a fornire tale
indicazione gli operatori che realizzano un valore annuo di
acquisti e/o cessioni non superiore al limite fissato da ciascuno
Stato membro;
- condizioni di consegna, forma di trasporto e regime statistico:
la soglia prevista per il valore statistico delle merci viene
estesa alla fornitura dei dati riguardanti questi aspetti.
Secondo la normativa italiana sono tenuti alla presentazione degli
elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti
intracomunitari di beni:
a) i soggetti passivi IVA che effettuano scambi di beni comunitari
con i soggetti IVA degli altri Stati membri;
b) gli enti, associazioni ed altre organizzazioni che, pur non
soggetti all'imposta sul valore aggiunto, effettuano acquisti
intracomunitari soggetti ad IVA.
ISCED 97
La "International Standard Classification of EDucation"
è uno strumento adatto a produrre statistiche sull'istruzione a
livello internazionale. Copre variabili a doppia classificazione:
livelli e campi di istruzione con dimensioni complementari di
orientamento Generale/professionale/pre-professionale e
destinazione educativa/mercato del lavoro. La versione corrente,
ISCED 97 è stata adottata per la prima volta negli stati
dell'Unione Europea per la raccolta di dati a partire dall'anno
scolastico 1997/98. La modifica nella classificazione ISCED ha
riguardato la comparabilità delle serie cronologiche,
specialmente per il livello 3 (istruzione secondaria superiore) e
per il livello 5 (educazione terziaria). ISCED 97 ha introdotto un
nuovo livello, il livello 4: istruzione post-secondaria
non-universitaria (precedentemente inclusa nei livelli ISCED dal 3
al 5). Il livello 6 della ISCED 97 è riferito a studi a livello
di Ph.D o di dottorato. L'ISCED 97 distingue sette livelli di
istruzione.
Campi ISCED 97 - La classificazione comprende 25 campi di
istruzione (livello a due cifre) che possono essere ulteriormente
specificati nel livello a tre cifre. Si possono distinguere i
seguenti nove grandi gruppi (livello a una cifra).
0 - Programmi generali 5 - Ingegneria e costruzioni
1 - Educazione 6 - Agricoltura e veterinaria
2 - Studi umanitari ed artistici 7 - Salute e welfare
3 - Scienze sociali, economiche legge 8 - Servizi
4 - Scienze naturali, matematica e informatica
Livelli ISCED 97 - Empiricamente, ISCED utilizza qualsiasi
criterio esistente che possa aiutare a distribuire i programmi
secondo i livelli di istruzione. A seconda del livello e del tipo
di istruzione considerati, è necessario stabilire un sistema
gerarchico tra criteri principali ed ausiliari (qualifica tipica
d'entrata, minimi richiesti per l'ingresso, età
minima,qualificazione dello staff, ecc..).
0 - istruzione pre-scolastica: è definita come lo stadio iniziale
dell'istruzione organizzata. E' una scuola o un centro pensato per
bambini che abbiano almeno tre anni.
1 - istruzione primaria: questo livello inizia tra i quattro ed i
sette anni di età; è obbligatorio in tutte le nazioni e
generalmente dura dai cinque ai sei anni.
2 - istruzione secondaria inferiore: continua i programmi di base
del primo livello, sebbene l'insegnamento sia tipicamente più
focalizzato per materia. In genere, la fine di questo livello
coincide con la fine dell'istruzione obbligatoria.
3 - istruzione secondaria superiore: questo livello comincia in
genere alla fine dell'istruzione obbligatoria. L'età di ingresso
è generalmente 15 o 16 anni. La qualifica di entrata (fine
dell'istruzione obbligatoria) e altri requisiti minimi di ingresso
sono generalmente necessari. Gli insegnamenti sono spesso più
orientati per materia rispetto al livello ISCED 2. In genere la
durata del livello ISCED 3 varia da due a tre anni.
4 - istruzione post secondaria non universitaria: questi programmi
stanno a cavallo tra l'istruzione secondaria e quella
universitaria. Servono per allargare le conoscenze dei diplomati
di livello ISCED 3. Esempi tipici sono i programmi pensati per
preparare gli studenti per gli studi al livello 5 o programmi
disegnati per preparare gli studenti all'entrata diretta nel
mercato del lavoro.
5 - Istruzione terziaria (primo stadio): l'accesso a questi
programmi di studio richiede normalmente di aver terminato con
successo gli studi al livello 3 o 4 dell'ISCED. Questo livello
include programmi con indirizzo accademico (tipo A) che sono in
gran parte teorici e programmi con indirizzo professionale (tipo
B) che sono generalmente più corti di quelli del tipo A e pensati
per l'ingresso nel mondo del lavoro.
6 - istruzione terziaria (secondo stadio): questo livello è
riservato a studi terziari che conducono ad una qualifica di
ricerca avanzata (Ph.D o Dottorato).
Per
saperne di più:
http://www.uis.unesco.org/ev_en.php?ID=5069_201&ID2=DO_TOPIC
http://www.uis.unesco.org/ev_en.php?ID=3813_201&ID2=DO_TOPIC
Istituto
Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le
Informazioni Bibliografiche - ICCU
(D.P.R. 3 dicembre 1975 n. 805, art. 15)
L'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche
italiane e per le informazioni bibliografiche esplica funzioni in
materia di catalogazione e documentazione del patrimonio librario
conservato nelle biblioteche pubbliche e, fra le altre, in
particolare:
a. promuove e coordina l'attività di catalogazione e di
documentazione e ne cura l'unificazione dei metodi
b. pubblica e cura la vendita e la diffusione del catalogo unico
delle biblioteche italiane
c. fornisce informazioni bibliografiche, segnalando le biblioteche
e le collezioni in cui possono trovarsi pubblicazioni, manoscritti
o documenti di interesse dei richiedenti
d. corrisponde con istituti bibliografici stranieri, pubblici e
privati, e con organismi internazionali operanti nel settore.
Per
saperne di più:
www.iccu.sbn.it
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE IN BASE ALLE RISULTANZE
ANAGRAFICHE
Per una corretta interpretazione dei dati dei movimenti naturale e
migratorio del periodo 21/10-31/12/2001, in considerazione
dell'avvenuto censimento demografico, si precisa che:
a)
nei nati vivi e negli iscritti per trasferimento di residenza non
sono compresi, in quanto già computati al censimento:
1) i nati prima del 21 ottobre 2001, anche se iscritti in anagrafe
successivamente a tale data;
2) le persone immigrate prima del 21 ottobre 2001, anche se
iscritte in anagrafe mediante pratiche migratorie perfezionate
successivamente alla data del censimento;
b)
nei morti e nei cancellati per trasferimento di residenza non sono
comprese, in quanto non computate al censimento:
1) le persone già decedute alla data del censimento, anche se
cancellate dall'anagrafe successivamente al 21 ottobre 2001;
2) le persone emigrate prima del 21 ottobre 2001, anche se
cancellate dall'anagrafe con pratiche migratorie definite
successivamente alla data del censimento.
Per
saperne di più:
http://demo.istat.it/
http://www.istat.it/Popolazion/index.htm

REGISTRO IMPRESE E REA
(Repertorio delle notizie economiche e amministrative)
Presso ciascuna Camera di Commercio è tenuto il registro delle
imprese, secondo il modello approvato con decreto del Ministero
dell'industria, ricoprente i soggetti previsti dalla legge e in
particolare:
- gli imprenditori di cui all'art. 2195 del codice civile;
- le società di cui all'art. 2200 del codice civile;
- i consorzi di cui all'articolo 2612 del codice civile;
- i gruppi europei di interesse economico di cui al decreto
legislativo 23 luglio 1991, n. 240;
- gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale
un'attività commerciale, di cui all'art. 2201 del codice civile;
- le società che sono soggette alla legge italiana ai sensi
dell'art. 25 della legge 31 maggio 1995, n. 218;
- gli imprenditori agricoli di cui all'art. 2135 del codice
civile;
- i piccoli imprenditori di cui all'art. 2083 del codice civile;
- le società semplici di cui all'art. 2251 del codice civile.
Nel registro imprese sono inoltre iscritti gli atti previsti dalla
legge.
I soggetti previsti agli ultimi tre punti elencati sono iscritti,
ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. 558/'99, in una sezione speciale
del registro imprese. Le persone fisiche, le società e i consorzi
iscritti all'albo delle imprese artigiane ex L.8/8/1995 n. 443
sono annotati nella medesima sezione speciale.
In attuazione dell'art. 8, comma 8, lettera d), della legge n. 580
del 1993, presso l'ufficio è istituito il repertorio delle
notizie economiche e amministrative (REA). Sono obbligati alla
denuncia al REA: gli imprenditori iscritti nel Registro Imprese,
gli imprenditori con sede principale all'estero che aprono sul
territorio nazionale unità locali; soggetti no profit
(associazioni, fondazioni, ecc…) che iniziano a svolgere
un'attività economica sia pure non prevalente.
Il numero di iscrizione degli imprenditori nel registro delle
imprese o nella sezione speciale dello stesso ed il numero di
iscrizione dei soggetti obbligati alla denuncia al REA coincidono
con il numero di codice fiscale di cui al D.P.R. 29/9/1973, N. 605
(art. D.P.R. 558/'99).
Il REA contiene le notizie economiche ed amministrative per le
quali è prevista la denuncia alla Camera di Commercio e la
relativa utilizzazione con esclusione di quelle già iscritte o
annotate nel Registro Imprese e nelle sue sezioni speciali (regio
decreto 20/9/1934, n. 2011; regio decreto 4/1/1925, n. 29; art. 29
decreto legge 28/2/1983 n. 55, convertito, con modificazioni, da
legge 26/4/1983, n. 131). Con decreto del Ministro dell'Industria,
d'intesa con il Ministro delle risorse agricole, alimentari e
forestali per la parte riguardante le imprese agricole, sono
indicate le notizie di carattere economico, statistico,
amministrativo che l'ufficio può acquisire, invece che dai
privati, direttamente dagli archivi di pubbliche amministrazioni e
dai concessionari di pubblici servizi secondo le norme vigenti,
nonché dall'archivio statistico delle imprese attive costituito a
norma del già ricordato regolamento CEE n. 2186 del 22 luglio
1993, purchè non coperte dal segreto statistico. Con lo stesso
decreto sono stabilite modalità semplificate per la denuncia
delle notizie di carattere economico ed amministrativo da parte
dei soggetti iscritti o annotati nelle sezioni speciali.
L'esercente attività agricole deve altresì indicare, qualora non
compresi negli archivi di cui al comma 3, i dati colturali,
l'estensione e la tipologia dei terreni con i relativi dati
catastali, la tipologia degli allevamenti del bestiame, secondo il
modello approvato con decreto del Ministro dell'Industria, di
concerto con il Ministro delle risorse agricole, alimentari e
forestali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Bolzano e Trento.
Per
saperne di più:
http://www.unioncamere.it/registroimprese/
http://www.unioncamere.it/registroimprese/Norme/down.htm
http://www.infocamere.it/registropro.htm
http://www.infocamere.it/registro_2.htm
REGISTRO STATISTICO ARMONIZZATO PREVISTO DAL REGOLAMENTO EUROPEO (SBS)
Una struttura legale armonizzata: il regolamento del Consiglio
stabilisce una struttura legale armonizzata per la raccolta
annuale di dati strutturali dalle imprese nell'Unione Europea.
Esso definisce quali nomenclature (NACE Rev. 1, NUTS) e quali
unità statistiche debbano essere utilizzate, la copertura (senza
limiti di soglia), le linee guida comuni e i criteri di qualità
che devono essere soddisfatti. Il regolamento copre tutte le
attività di mercato (esclusa l'agricoltura) normalmente comprese
nei settori: industria, costruzioni, commercio e distribuzione,
servizi (Sezioni della NACE Rev.1 dalla C alla K).
La raccolta dei dati è effettuata dagli istituti nazionali di
statistica che trasmettono i dati aggregati a Eurostat che calcola
i totali europei. I totali dell'Unione Europea (livelli) sono
calcolati soltanto quando sono disponibili i dati di tutti i Paesi
e la loro comparabilità accertata.
Un registro statistico delle imprese è l'infrastruttura
indispensabile per un moderno sistema statistico perché consente
di:
- aggiornare le informazioni sulla mutevole struttura delle unità
produttive con maggiore dettaglio territoriale (provinciale,
comunale, sezionale) e con frequenza temporale differente
(annuale, trimestrale) rispetto alle indagini disponibili;
- disporre di liste aggiornate di imprese e unità locali coerenti
con le informazioni strutturali sull'universo;
- valorizzare dal punto di vista statistico dati fiscali e
amministrativi fino ad oggi non utilizzabili a scopi statistici;
- ridurre al minimo la frequenza e, quindi, i costi delle indagini
dirette sia per le imprese, sia per gli istituti statistici;
- analizzare la rapida dinamica demografica delle imprese.
Per questi motivi il regolamento comunitario ha imposto
l'istituzione in tutti gli stati membri, entro il 1996, di
"registri armonizzati utilizzabili a fini statistici"
(art. 1), estesi a tutte le imprese produttive (art. 3) e ne
definisce le unità, il campo di osservazione e i caratteri da
registrare. Precedenti regolamenti comunitari in tema di
classificazione delle attività economiche e di definizione delle
unità statistiche, ai quali il citato regolamento esplicitamente
si richiama, completano il quadro normativo e concettuale di
riferimento (Regolamenti CEE n. 3037/90 e n. 696/93).
Le unità di osservazione del SBS, saranno: "le imprese che
esercitano una attività economica e contribuiscono alla
formazione del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato, le
unità giuridiche che ne rispondono, le unità locali che ne
dipendono".
Altre tre unità sono poi implicitamente previste nell'allegato II
che definisce i caratteri da rilevare: i gruppi di impresa,
ricostruibili a partire dai legami tra l'impresa e le eventuali
unità di controllo, le unità di attività economica, desumibili
dalle attività secondarie dell'impresa e le unità di attività
economica locale, desumibili dalle attività secondarie delle
unità locali.
Il campo di osservazione si estende a tutte le imprese - e alle
altre unità di osservazione ad esse legate, senza limitazioni di
dimensione, di attività economica o di settore istituzionale.
Le fonti per l'impianto e l'aggiornamento periodico degli archivi
armonizzati sono i registri giuridici che svolgono funzioni di
pubblicità legale e i registri amministrativi che sono strumento
di gestione della riscossione di imposte, tasse e contributi, ai
quali le imprese e le unità locali o legali sono per legge
obbligate ad iscriversi ed a comunicare i dati relativi a eventi
modificativi che le riguardano.
Per la costruzione del registro statistico, di cui si prevede un
aggiornamento almeno annuale (art. 5) "ogni istituto
nazionale di statistica è autorizzato a raccogliere a fini
statistici negli schedari amministrativi o giuridici costituiti
nel territorio nazionale le informazioni oggetto del presente
regolamento, alle condizioni definite dalla legislazione
nazionale" (art. 7).
Il registro statistico si differenzia da quelli giuridici e
amministrativi che ne costituiscono la fonte perché le
informazioni in esso contenute: 1) sono finalizzate all'analisi
economica e non producono effetti giuridici, 2) hanno scopi
statistici e non certificativi, 3) sono aggiornate periodicamente
e non continuativamente.
In particolare secondo il Regolamento:
1) gli archivi interessano solo le imprese, e le relative unità
locali e giuridiche, che sono economicamente attive.
2) Gli archivi devono assicurare che i caratteri in esso
registrati siano attendibili, cioè corrispondenti alla realtà
economico-produttiva cui si riferiscono.
3) L'aggiornamento degli archivi, infine, può essere effettuato
con cadenza periodica (annuale, trimestrale, mensile) mentre
quello dei registri amministrativi e dei registri giuridici deve
essere continuativo, per tener conto tempestivamente degli eventi
modificativi, quali nascite, morti, cambiamenti di indirizzo,
attività ecc.. che provocano effetti sulla posizione giuridica
dei soggetti: ne consegue che l'aggiornamento del registro
statistico non richiede l'impiego, come supporto informatico,
delle complesse reti necessarie per il collegamento on line degli
uffici periferici degli enti amministrativi e fiscali.
Per
saperne di più:
www.iue.it/LIB/EResources/E-data/Descriptions/sbs.shtml

RIFORMA UNIVERSITARIA
In base alla riforma degli ordinamenti didattici, le Università
possono rilasciare tre tipologie di lauree.
a) Laurea: ha l'obiettivo di assicurare allo studente una adeguata
padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché
l'acquisizione di specifiche conoscenze professionali. Si accede
con il diploma di scuola media superiore. Si consegue dopo aver
acquisito 180 crediti formativi universitari (CFU), ivi compresi i
crediti acquisiti per la conoscenza di una lingua dell'Unione
Europea oltre l'italiano e per le abilità informatiche e
telematiche, funzionali o comunque utili per l'inserimento nel
mondo del lavoro. Il corso di laurea dura 3 anni.
b) Laurea specialistica: ha l'obiettivo di fornire allo studente
una formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di
elevata qualificazione in ambiti specifici. Si accede soltanto se
in possesso della laurea triennale. Si consegue dopo avere
acquisito 300 CFU, che comprendono quelli già acquisiti dallo
studente nella laurea triennale e riconosciuti validi per il
relativo corso di laurea specialistica. Il corso di laurea
specialistica dura 2 anni.
c) Laurea specialistica a ciclo unico: i corsi di laurea in
Architettura, Chimica e tecnologia farmaceutiche, Farmacia,
Ingegneria edile-architettura, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria
e protesi dentaria, già in linea con la normativa europea, non
prevedono il rilascio di alcun titolo dopo i primi tre anni, ma
soltanto il conseguimento della laurea specialistica al termine
dei rispettivi corsi di studio.
L'espressione 3+2 intende rappresentare la nuova architettura
delle lauree, sottolineandone oltre alla durata, anche il legame
tra i due livelli di studio: infatti per accedere alle lauree
specialistiche è indispensabile essere in possesso della laurea
triennale.
Per
saperne di più:
universo.murst.it/presentazione/riforma.html
www.informagiovani-italia.com/Riforma_universitaria.htm
SEC95
L'adozione del SEC95 è stata stabilita da un regolamento
comunitario (il regolamento del Consiglio (CE) n. 2223/96 del 25
giugno 1996) che indicava per la prima trasmissione dei dati
all'Unione europea da parte dei paesi membri la data 30 aprile
1999. Si tratta di un passo importante nel processo di
armonizzazione degli schemi contabili, dei concetti e delle
definizioni tra i paesi comunitari. Rispetto allo schema
precedente, il SEC95 permette di fornire una visione più completa
dell'economia di un paese, prevedendo anche la redazione di conti
patrimoniali e delle variazioni di attività e passività e
presentandosi come un sistema aperto all'introduzione di una
matrice di contabilità sociale e di conti satellite. Pertanto,
l'applicazione completa dei nuovi schemi permetterà di collegare
i dati di flusso e quelli di stock e di approfondire i legami tra
variabili economiche, ambientali e socio demografiche, aumentando
il grado di integrazione e coerenza delle stime di contabilità
nazionale.
Uno degli elementi di novità più importanti del nuovo sistema è
l'inclusione, nella formazione di capitale, del valore dei
prodotti immateriali: il software e le prospezioni minerarie,
precedentemente classificati come consumi intermedi; gli originali
di opere artistiche, letterarie, di ingegno, che per la prima
volta vengono considerati come il risultato di una attività di
produzione. Accanto agli investimenti, è prevista dal SEC95 la
nuova categoria degli oggetti di valore, vale a dire di quei beni
(materiali) che vengono acquistati per costituire una riserva di
valore (gioielleria, antichità, ecc.) e che in precedenza
venivano prevalentemente inclusi nella spesa per consumi finali:
questa categoria di acquisti viene ora evidenziata nel conto
economico delle risorse e degli impieghi.
Il nuovo sistema dei conti registra tutti i flussi in base al
principio della competenza: ciò vale per la produzione (anche la
produzione agricola deve essere registrata nel momento in cui
avviene il processo di maturazione e crescita, e non più al
momento del raccolto); per l'acquisto o vendita di un'attività,
che viene registrata nel momento del passaggio di proprietà e non
quando viene effettuato il pagamento; per gli interessi, che
vengono registrati quando maturano e non nel momento in cui
vengono corrisposti. Tale principio è stato applicato anche per
il flussi che riguardano il conto delle amministrazioni pubbliche,
attraverso un complesso lavoro di rielaborazione della base
informativa disponibile, effettuato tenendo conto del diverso
grado di attendibilità delle fonti.
Per
saperne di più:
www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/Revisione-/revcontinazesec95_99.PDF
SIAE
La SIAE è la Società Italiana degli Autori ed Editori. La sua
funzione istituzionale è la tutela del diritto d'autore.
Per
saperne di più:
www.siae.it
SISTEMA ELETTORALE PER LE ELEZIONI EUROPEE
Il Parlamento europeo è composto da 626 membri di cui 87
italiani. Il territorio nazionale è diviso in cinque
circoscrizioni elettorali secondo la seguente ripartizione:
Italia Nord-Occidentale: Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria,
Lombardia;
Italia Nord-Orientale: Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia
Giulia, Emilia Romagna
Italia Centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio
Italia Meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata,
Calabria
Italia Insulare: Sardegna, Sicilia.
Adeguandosi a quanto stabilito in sede comunitaria, l'Italia ha
adottato il sistema elettorale proporzionale. I seggi sono
attribuiti a liste di candidati presentate nelle cinque
circoscrizioni, con riparto dei seggi in sede di Collegio
nazionale. L'elettore può votare per una sola lista ed esprimere
un numero di preferenze pari, al massimo, a tre per la prima
circoscrizione, a due per la seconda, terza e quarta
circoscrizione; ad una per la quinta circoscrizione.
Per
saperne di più:
www.interno.it/sezioni/attivita/Le%20elezioni/s_000000052.htm

SISTEMA ELETTORALE PER LE ELEZIONI PROVINCIALI
E' eletto presidente della provincia il candidato che ottiene la
maggioranza assoluta dei voti. Se nessun candidato raggiunge il
risultato, dopo 15 giorni si va al ballottaggio. Al secondo turno
sono ammessi i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero
di voti.
Ogni candidato è sostenuto da una lista che raccoglie diversi
partiti. Segnando con la croce il solo nome del candidato
presidente si dà il voto a quest'ultimo ma non ai partiti che lo
sostengono.
Al contrario votando solo il partito (o scrivendo il nome di un
candidato al consiglio provinciale) si dà automaticamente il voto
al presidente.
In caso di ballottaggio restano validi i collegamenti con le liste
che hanno sostenuto il candidato al primo turno, ma i candidati
possono allearsi anche con ulteriori liste. E' eletto presidente
della provincia il candidato che ottiene il numero maggiore di
voti validi.
Ai partiti che hanno sostenuto il candidato a presidente vincente,
viene assegnato il 60 per cento dei seggi del consiglio
provinciale. Il rimanente 40 per cento si distribuisce
proporzionalmente fra gli altri partiti.
Per
saperne di più:
www.interno.it/sezioni/attivita/parlamentare/s_000000191.htm
SISTEMA ELETTORALE PER LE ELEZIONI REGIONALI
I consigli delle regioni a statuto ordinario sono eletti a
suffragio universale con voto diretto personale, eguale, libero e
segreto. Quattro quinti dei consiglieri assegnati a ciascuna
regione sono eletti sulla base di liste provinciali concorrenti,
secondo le disposizioni contenute nella legge 17 febbraio 1968, n.
108, e successive modificazioni. Un quinto dei consiglieri
assegnati a ciascuna regione è eletto con sistema maggioritario,
sulla base di liste regionali concorrenti.
La legge costituzionale 1/99 del 22 novembre 1999 ha introdotto in
Costituzione il principio della elezione diretta del Presidente
della Regione; in relazione a questa elezione si prevede che siano
candidati alla Presidenza della Giunta regionale i capilista delle
liste regionali e che sia proclamato "eletto Presidente della
Giunta regionale il candidato che ha conseguito il maggior numero
di voti validi in ambito regionale".
Per
saperne di più:
www.interno.it/sezioni/attivita/parlamentare/s_000000191.htm
STRATEGIA EUROPEA PER L'OCCUPAZIONE
La nuova Seo si basa su tre obiettivi strategici che fanno da filo
conduttore dei 10 orientamenti specifici cui gli Stati membri
dovranno attenersi. Tali obiettivi sono:
- procedere verso la piena occupazione, con obiettivi intermedi
per il 2005, quantificati in un tasso di occupazione medio della
UE pari al 67%, del 57% per le donne e del 50% per i lavoratori
anziani;
- migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro,
attraverso uno sforzo concertato di tutti i soggetti e in
particolare attraverso il dialogo sociale;
- rafforzare la coesione e l'integrazione sociale, che comprende
la riduzione delle disparità regionali.
Per
saperne di più:
www.welfare.gov.it
www.europamica.it
TRASPORTI MARITTIMI -
NUOVA METODOLOGIA
La rilevazione sui trasporti marittimi ha come base normativa la
Direttiva n. 95/64 del Consiglio dell'Unione Europea del dicembre
1995, concernente la rilevazione statistica dei trasporti merci e
di passeggeri via mare. Questa indagine rientra tra le indagini di
interesse pubblico inserite nel Programma Statistico Nazionale
(PSN).
L'indagine ha per oggetto la navigazione marittima a scopo di
commercio, cioè il trasporto di merci e di passeggeri effettuato
a fronte del pagamento del nolo o del prezzo del passaggio. Essa
ha carattere censuario e l'unità di rilevazione è la nave
mercantile, cioè qualunque imbarcazione atta altrasporto
marittimo (escluse le navi da pesca, le navi officina per il
trattamento del pesce, la navi di trivellazione e da esplorazione,
la navi adibite a servizi portuali, le draghe, la navi per la
ricerca e le navi da guerra e le imbarcazioni utilizzate
unicamente a fini non commerciali).
L'insieme di tutti gli arrivi e le partenze presso i porti
italiani costituisce l'universo di eventi di interesse per la
rilevazione.
Gli organi periferici di rilevazione sono gli Ufficio doganali e
gli Uffici marittimi. L'Istat invia annualmente i questionari
necessari per la rilevazione agli uffici doganali principali,
presenti nei diversi porti, che quindi li distribuiscono ai
rispondenti: il capitano della nave o chi per lui (raccomandatario
marittimo, agente o spedizioniere).
A partire dal 2000, al fine di adeguare completamente la
rilevazione ai criteri fissati in sede comunitaria, sono stati
introdotti due importanti cambiamenti:
1. la nuova definizione di merce trasportata considera
esclusivamente il peso dei beni comprensivi del loro immediato
imballaggio, ma al netto del mezzo di trasporto, sia esso un
contenitore, un automezzo o un mezzo trainato, e il peso degli
automezzi nuovi e degli animali vivi che non vengono trasportati
in automezzo. In particolare sono state escluse le tare degli
autoveicoli a seguito dei passeggeri.
2. Per ciò che riguarda i passeggeri che effettuano crociere
(croceristi), la nuova definizione include nel totale dei
passeggeri trasportati solo quelli che iniziano o finiscono la
crociera, escludendo i passeggeri in transito, cioè che scendono
dalla nave in porto e risalgono nello stesso dopo una sosta. Dal
2001 si è integrata la parte del questionario relativa alle
informazioni sui passeggeri, in modo da rendere ancora più chiara
la distinzione tra passeggeri in transito e quelli regolari;
pertanto la piena applicazione del cambiamento definitorio ha
riguardato tale anno di riferimento. Questo adeguamento alla
direttiva ha prodotto un calo di passeggeri su tratte
internazionali rispetto agli anni precedenti al 2000 ed ha
determinato un ulteriore, limitato, effetto sulla misura della
variazione registrata nel 2001.
TURISMO
Negli ultimi due anni gli enti territoriali competenti hanno
intensificato il processo di revisione ed aggiornamento degli archivi relativi agli esercizi complementari,
soprattutto per quanto riguarda gli "Alloggi in
affitto", gli "Alloggi agro-turistici" e le
"Altre strutture ricettive". Questo processo può
comportare, soprattutto in alcune regioni, sensibili variazioni
nel numero di strutture complementari - e delle relative presenze
- nel confronto longitudinale. Inoltre, possono verificarsi alcune
incongruenze tra la ricettività e i flussi corrispondenti, dovute
alle difficoltà riscontrate nella corretta e completa
applicazione delle disposizioni che regolamentano le rilevazioni
della capacità ricettiva e del movimento clienti nelle strutture
ricettive. In alcuni casi, gli alloggi agro-turistici non vengono
rilevati, in quanto tali strutture sono considerate imprese
agricole e, quindi, non di competenza degli organi periferici del
turismo. Da quest'anno la tipologia "bed and breakfast"
è stata rilevata distintamente solo per la capacità ricettiva e
non per il movimento dei clienti, ma non tutti gli enti periferici
sono stati in grado di indicare tale dettaglio.
La voce "Alloggi in affitto iscritti al REC" dal 2000 è
stata denominata "Alloggi in affitto" ed include tutte
le tipologie di alloggio in affitto gestite in forma
imprenditoriale. Le principali tipologie sono pertanto: le case ed
appartamenti per vacanze, gli esercizi di affittacamere, le
attività ricettive in esercizi di ristorazione, le unità
abitative ammobiliate per uso turistico, i residence, le locande.
Le località di interesse turistico sono quelle rientranti negli
ambiti territoriali riconosciuti come turisticamente rilevanti in
cui operano gli Enti dell'organizzazione pubblica regionale del
turismo (Aziende di Promozione Turistica, Enti Provinciali per il
Turismo, Aziende Autonome di Soggiorno, Cura e Turismo). Si fa
presente che nel corso degli anni precedenti, a causa della
riorganizzazione degli enti, alcune regioni e province hanno
aggiornato la classificazione dei comuni secondo la tipologia di
località turistica prevalente (Cfr. Statistiche del Turismo Anno
2000 - Appendice 1). Pertanto, la comparabilità dei dati per
tipologia di località nel corso degli anni deve tenere conto
delle suddette variazioni; nel 2001 non è stata apportata alcuna
modifica alla classificazione dei comuni per tipologia di
località turistica.
Per la provincia di Genova, in corrispondenza delle tipologie
"Alloggi in affitto" e "Altri esercizi
ricettivi", sono stati registrati soltanto gli esercizi,
poiché le informazioni relative ai letti non sono al momento
disponibili.
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