SEGNI CONVENZIONALI
Si ricorda che nelle tavole della pubblicazione e in quelle del CD sono stati usati i seguenti segni convenzionali:

Linea (-)
a) quando il fenomeno non esiste;
b) quando il fenomeno esiste e viene rilevato, ma i casi non si sono verificati.

Quattro puntini (….)
quando il fenomeno esiste, ma i dati non si conoscono per una qualsiasi ragione

Due puntini (..)
per i numeri che non raggiungono la metà della cifra dell'ordine minimo considerato

ADS (ACCERTAMENTI DIFFUSIONE STAMPA)
Nell'anno 1975 le Associazioni:
UPA (Utenti Pubblicità Associati); FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali);
FEDERPRO (Federazione Professionale della Pubblicità);
FIP (Federazione Italiana Pubblicità);
hanno costituito la libera Associazione "Accertamenti Diffusione Stampa, in via breve ADS" con l'intendimento di rendere possibili le certificazioni dei dati di diffusione e di tiratura della stampa quotidiana e periodica di qualunque specie pubblicata in Italia.
Dal 1998, sotto la diretta ed esclusiva responsabilità di ciascun Editore, ADS pubblica ogni mese anche "i dati comunicati dall'Editore su media mobile mensile di dodici mesi", il che permette un sollecito e continuo aggiornamento dei dati e delle informazioni.

Per saperne di più: www.adsnotizie.it

AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Il campo di osservazione scelto per la rappresentazione statistica dell'organizzazione e del funzionamento delle Amministrazioni pubbliche è l'omonimo settore istituzionale definito secondo i criteri del Sistema europeo dei conti Sec95. Il dominio di riferimento è, quindi, uguale a quello adottato ai fini della contabilità nazionale nelle principali sedi internazionali e utilizzato per l'elaborazione dei conti economici nazionali per settori istituzionali. I dati si riferiscono al 2000.
La principale unità di analisi statistica considerata è l'unità istituzionale definita, secondo i criteri del Sistema europeo dei conti Sec95, come "il centro elementare di decisione economica, caratterizzato da uniformità di comportamento, da autonomia decisionale nell'esercizio della propria funzione principale e da una contabilità completa (o con la possibilità, dal punto di vista economico e giuridico, di compilare una contabilità completa qualora gliene sia fatta richiesta).
Per autonomia decisionale si intende che le entità economiche possano essere proprietarie di beni e attività, possono contrarre debiti, nonché intraprendere attività economiche ed effettuare per conto proprio operazioni con altre unità. Operare sulla base di una contabilità completa significa che le entità economiche dispongono "sia di documenti contabili in cui appaiono tutte le loro operazioni, economiche e finanziarie, effettuate nel corso del periodo di riferimento dei conti, sia di un bilancio dei propri attivi e passivi".
Il Sec95, diversamente da quanto definito in ambito legislativo nazionale, utilizza un criterio di classificazione strettamente funzionale, mediante il quale vengono classificati tutti gli operatori del sistema economico. Tuttavia si osserva che emerge un nucleo centrale di amministrazioni, peraltro il più numeroso, che ricade comunque nel campo di applicazione di tutte le differenti classificazioni.
Il motivo principale del ricorso alla classificazione Sec95, per l'individuazione del campo di osservazione del settore pubblico consiste nella necessità di utilizzare criteri di inclusione certi, anche se non completamente esaurienti, rispetto all'obiettivo di rendere informazioni statistiche sull'organizzazione e sul funzionamento delle Amministrazioni pubbliche. Ciò è particolarmente rilevante nel momento attuale che vede il rilevatore impegnato in un processo si riforma amministrativa a seguito del quale stanno rapidamente mutando caratteristiche e posizione giuridica di molte unità istituzionali. Interventi di privatizzazione, trasformazione, fusione hanno modificato e continuano a modificare la natura giuridica, le fonti di finanziamento e le funzioni di numerose amministrazioni. L'applicazione di sistemi di classificazione basati su criteri di tipo giuridico e istituzionale determinerebbe, quindi una incertezza di fondo derivante dalla instabilità concettuale dei criteri stessi.
L'opportunità di utilizzare la classificazione Sec95 risulta ancora più evidente se, ad esempio, si considerano gli occupati del settore. Nelle tavole viene considerato, infatti, non il personale tradizionalmente definito come appartenente al pubblico impiego, bensì il personale delle amministrazioni classificate nel settore che, come conseguenza, diventa personale dipendente delle Amministrazioni pubbliche. L'impianto classificatorio del Sec95 aggrega le unità istituzionali di tutto il sistema economico in cinque distinti settori istituzionali, alcuni dei quali suddivisi in sottosettori. Ciascuno dei settori e sottosettori riunisce le unità istituzionali che hanno un comportamento istituzionale simile, prendendo in considerazione sia la tipologia di operatori cui esse appartengono sia la funzione principale.
In particolare il settore Amministrazioni pubbliche (S.13) considera tutte le "unità istituzionali che agiscono da produttori di beni e servizi non destinabili alla vendita, la cui produzione è destinata ai consumi collettivi e individuali ed è finanziata in prevalenza da versamenti obbligatori effettuati da unità appartenenti ad altri settori e/o tutte le unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese". Nel 2002 le unità istituzionali classificate come Amministrazioni pubbliche in Italia sono state 9.556.
Il settore delle Amministrazioni pubbliche è suddiviso in quattro sotto settori: Amministrazioni centrali (S.1311), Amministrazioni di Stati federati (S.1312), Amministrazioni locali (S.1313), Enti di previdenza e assistenza sociale (S1314).
Il sottosettore Amministrazioni centrali considera "tutti gli organi amministrativi dello Stato e gli altri enti centrali la cui competenza si estende alla totalità del territorio economico, esclusi gli enti centrali di previdenza e assistenza sociale" e conta complessivamente per l'Italia nel 2002 195 unità istituzionali. Il sottosettore Amministrazione di Stati federali non risulta, attualmente, utilizzabile. Nel sottosettore delle Amministrazioni locali sono classificate 9.334 unità istituzionali che costituiscono "gli enti pubblici territoriali la cui competenza si estende ad una parte del territorio economico, esclusi gli enti locali di previdenza e assistenza sociale". Infine, nel sottosettore Enti di previdenza e assistenza sociale vengono raggruppate tutte le "unità istituzionali centrali, di Stati federati e locali, la cui attività principale consiste nell'erogare prestazioni sociali" e che rispondono ai seguenti criteri:
- acquisiscono partecipazioni ai regimi di protezione sociale o versamenti di contributi da determinati soggetti in forza di disposizioni legislative o regolamentari;
- la determinazione o l'approvazione dei contributi e delle prestazioni ricade sotto la responsabilità di altre unità istituzionali appartenenti al settore delle Amministrazioni pubbliche, indipendentemente dal loro ruolo di organismo di controllo o di datore di lavoro.
Per il 2002 in tale sotto settore sono classificate 27 unità istituzionali.
Tra i limiti del ricorso alla classificazione del settore Amministrazioni pubbliche prevista dal Sec95 vi è l'esclusione di tutti quegli enti che, per comportamento e finalità assegnate, potrebbero essere assimilati alle Amministrazioni pubbliche, ma che il Sec95 classifica in altri settori dell'economia perché produttori di beni e servizi destinabili alla vendita. L'obiettivo è l'estensione del dominio di riferimento anche a tali amministrazioni.

ANDAMENTO DEMOGRAFICO DELLE IMPRESE
Al fine di interpretare in modo corretto i tassi demografici delle imprese, occorre ricordare che nel calcolo dei medesimi entrano in gioco delle variabili che misurano le variazioni di consistenza degli archivi del Registro Imprese. I flussi delle iscrizioni e delle cessazioni indicano, infatti, il numero di operazioni eseguite nel Registro Imprese durante l'anno, indipendentemente dalla data effettiva di inizio o fine attività dell'impresa. Questi tassi risentono delle operazioni di aggiornamento effettuate sugli archivi del Registro Imprese da parte degli operatori camerali. Pertanto, se in una provincia vengono effettuate massicce operazioni di cessazioni d'ufficio delle posizioni non più attive, i tassi di crescita risulteranno decisamente ridotti o addirittura negativi, rispetto ad altre province in cui interventi di questo genere non siano mai stati condotti, o siano stati condotti in precedenza.

Per saperne di più: 

www.infocamere.it/movi.htm 

www.infocamere.it/movi_search.htm

ARCHIVIO STATISTICO DELLE IMPRESE ATTIVE (ASIA)
E' l'archivio delle Unità Statistiche di osservazione delle Indagini economiche dell'Istat, creato in ottemperanza al Regolamento (CEE) n. 2186/93 del Consiglio del 22 luglio 1993, relativo al "coordinamento comunitario dello sviluppo dei registri di imprese utilizzati a fini statistici" e in attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 febbraio 1994.
Raccoglie le informazioni identificative (denominazione, localizzazione), strutturali (addetti, attività economica prevalente e secondaria, natura giuridica, volume degli affari) e demografiche (dato inizio attività, data di cessazione stato di attività, presenza di procedure concorsuali) di tutte le imprese (e relative unità locali) attive in tutti i settori di attività economica (ad eccezione delle sezioni A, B, L, P e Q e dei soggetti privati non-profit) della classificazione ATECO91.
E' stato creato ed è aggiornato annualmente sulla base del trattamento statistico e dell'integrazione delle informazioni residenti in differenti archivi giuridici, amministrativi e di esazione. In particolare, le principali fonti utilizzate sono: il Repertorio Economico Amministrativo (REA) gestito dalle Camere di Commercio, l'archivio anagrafico dell'INPS integrato con le dichiarazioni annuali desunte dai modelli presentati dalle imprese (DM/10), l'archivio anagrafico dell'INAIL, l'Anagrafe Tributaria integrata con le dichiarazioni annuali IVA, gli archivi delle "utenze affari" dell'ENEL e della Telecom, l'archivio anagrafico delle banche della Banca d'Italia. Per l'aggiornamento delle informazioni contenute in ASIA vengono inoltre utilizzate tutte le informazioni desumibili da tutte le indagini statistiche sulle imprese.

Per saperne di più: Archivio ASIA (file pdf)

CENSIMENTO DELL'INDUSTRIA E DEI SERVIZI 2001
Le tavole proposte descrivono le principali caratteristiche strutturali rilevate per le imprese, le istituzioni e le relative unità locali in Liguria. Le informazioni si riferiscono alle variabili più significative (numero addetti, occupati - dipendenti e indipendenti- lavoratori esterni - collaboratori coordinati e continuativi, interinali e volontari-) analizzate per attività economica, forma giuridica e distribuzione territoriale.
Il Censimento del 2001 ha mantenuto lo stesso campo di osservazione adottato nel 1991 che è costituito da tutte le unità locali delle imprese, ivi comprese quelle individuali dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, delle istituzioni pubbliche e di quelle nonprofit. Sono comprese le unità locali che operano in tutti i settori di attività economica, con esclusione dell'agricoltura (restano però incluse le aziende vitivinicole, gli allevamenti extragricoli, i servizi all'agricoltura e zootecnia), dei servizi domestici presso le famiglie e degli organismi extraterritoriali. Tra le unità locali delle istituzioni pubbliche continuano ad essere escluse quelle che fanno capo al ministero della difesa (limitatamente alle attività militari, mentre restano incluse le attività amministrative), alla polizia di Stato e alla guardia di finanza.

Per saperne di più: 
www.istat.it/Censimenti/index.htm

CLASSIFICAZIONE DELL'ATTIVITA' ECONOMICA (ATttività ECOnomiche 1991)
La classificazione delle attività economiche adottata per l'elaborazione e la pubblicazione dei dati è la Nace Rev.1, definita a livello comunitario (la corrispondente versione italiana è l'ATECO91). Essa ha sostituito la Nace-Clio utilizzata in precedenza. Il livello di dettaglio settoriale per la pubblicazione dei dati è costituito da 30 branche (due lettere della Nace Rev.1). La caratteristica principale della nuova classificazione delle attività economiche è quella di riferirsi esclusivamente alla natura delle attività, indipendentemente dai soggetti che le esercitano e dal fatto che i prodotti di tali attività siano ceduti ad un prezzo economicamente significativo o meno (vale a dire sia in caso di attività classificate market che in caso di attività non market, che nella precedente nomenclatura si definivano rispettivamente destinabili o non destinabili alla vendita). L'adozione della nuova classificazione comporta, a questo riguardo, una discontinuità con le vecchie serie.
La classificazione distingue le unità di produzione secondo l'attività da esse svolta e finalizzata alla elaborazione di statistiche di tipo macroeconomico, aventi per oggetto i fenomeni relativi alla partecipazione di tali unità ai processi economici. La classificazione comprende 874 categorie, raggruppate in 512 classi, 222 gruppi, 60 divisioni, 17 sezioni, 16 sottosezioni.

Per saperne di più:
www.istat.it/Definizion/index.htm

CLASSIFICAZIONE DELL'ATTIVITA' ECONOMICA (ATECO 2002)
L'Istituto nazionale di statistica ha predisposto una nuova classificazione delle attività economiche (Ateco 2002) da adottare nelle rilevazioni statistiche correnti in sostituzione della precedente (Ateco '91). L'Ateco 2002 è la versione nazionale della classificazione (Nace Rev. 1.1) definita in ambito europeo e approvata con regolamento della Commissione n. 29/2002, pubblicato su Official Journal del 10 gennaio 2002.
L'Ateco 2002 è stata sviluppata dall'Istat, con la collaborazione di esperti delle pubbliche amministrazioni coinvolte nell'attività di classificazione delle unità produttive, di esperti dei principali settori economici e di rappresentanti di numerose associazioni di produttori. L'obiettivo è di tenere conto della specificità della struttura produttiva italiana, rinnovando, rispetto all'Ateco 1991, il dettaglio a livello di "categoria" (quinta cifra della classificazione), utile a individuare attività particolarmente rilevanti nel nostro Paese.
L'Ateco 2002 è stata creata, principalmente, per fini statistici e con essa si intende soddisfare l'esigenza di una comune nomenclatura per la classificazione delle unità di produzione di beni e servizi.

Per saperne di più: 
www.istat.it/Definizion/index.htm

CLASSIFICAZIONE DELLE REGIONI EUROPEE (NUTS)
Tutte le statistiche regionali sono basate su una divisione geografica del territorio studiato. Eurostat, in collaborazione con gli altri dipartimenti della Commissione, ha sviluppato la Nomenclature of Statistical Terrritorial Units (NUTS) all'inizio degli anni '70 come un sistema unitario e coerente per dividere il territorio dell'Unione Europea al fine di produrre statistiche regionali per la Comunità.
La classificazione NUTS non ha ancora una base legale, non esistendo alcun regolamento che riporti in dettaglio le regole per la compilazione e l'aggiornamento del sistema. Queste materie sono state regolate a lungo con "gentleman's agreements" tra gli Stati membri ed Eurostat, qualche volta dopo lunghi e difficili negoziati. La nomenclatura NUTS così accordata è stata poi pubblicata da Eurostat (l'ultima edizione risale al 1999).
Nella primavera del 2000 è iniziato un lavoro preparatorio per un regolamento del Consiglio che dà status legale alla NUTS. Il regolamento della NUTS ha lo status di un disegno di testo di legge sottostante alla discussione in Parlamento e in Consiglio. Una volta concluso il processo questo Regolamento diventa a tutti gli effetti legge dell'Unione Europea.
Un importante risultato del Regolamento è di rendere l'inevitabile processo di cambiamento nelle strutture amministrative degli Stati membri più omogeneo possibile, così da rendere minimo l'impatto di tali cambiamenti sulla disponibilità e sulla comparabilità delle statistiche regionali. I previsti allargamenti dell'Unione renderanno questo obiettivo di vitale importanza.
La classificazione NUTS è stata creata e sviluppata sulla base dei seguenti principi:
- privilegiare le divisioni istituzionali, cioè le regioni normative che riflettono voleri politici e le regioni analitiche (o funzionali) che sono invece definite in base a determinati requisiti;
- privilegiare unità generali; vale a dire non vengono considerate regioni che rispondano soltanto a specifici fini e non abbiamo valenza generale per tutti i campi;
- si tratta di classificazione gerarchica che suddivide ogni Stato membro in un dato numero di regioni al livello NUTS 1. Ognuna di queste è poi suddivisa nelle regioni al livello NUTS 2 e queste in regioni al livello NUTS 3.
Lasciando a parte il livello locale (comuni, municipalità), le strutture amministrative degli Stati membri sono generalmente basate su due dei tre livelli regionali principali. Queste strutture amministrative esistenti possono essere, ad esempio ai livelli NUTS 1 e NUTS 3 (rispettivamente i Länder e i Kreise in Germania) o ai livelli NUTS 2 e NUTS 3 (régions e départements in Francia, Comunidades autonomas e provincias in Spagna, regioni e province in Italia).
Per ottenere una completa suddivisione, ad ognuno dei tre livelli NUTS, occorre identificare un livello regionale per ogni Stato membro in aggiunta ai due livelli principali già ricordati. Il livello aggiuntivo allora corrisponde ad una struttura regionale che è usata meno estensivamente per fini amministrativi - o che potrebbe essere istituita ai soli fini statistici, senza avere una qualsivoglia funzione amministrativa. A seconda dei livelli esistenti, il livello aggiuntivo potrebbe essere creato a qualsiasi dei tre livelli NUTS. Così in Francia, in Italia, in Grecia e in Spagna , che presentano le unità funzionali amministrative ai livelli 2 e 3 è stato introdotto il livello addizionale NUTS 1. Al contrario, il livello aggiuntivo "non-amministrativo" è al livello NUTS 2 per la Germania e il Regno Unito e al livello NUTS 3 per il Belgio.
Il regolamento riguardante la NUTS stabilisce la soglia minima e massima per la misura media delle regioni NUTS.

LIVELLO MINIMO  MASSIMO
NUTS 1 3 MILIONI 7 MILIONI
NUTS 2 800.000 3 MILIONI
NUTS 3 150.000 800.000

Per saperne di più: 

CONFRONTI REGIONALI NELL'EUROPA DEI 15
La scelta delle regioni da confrontare con la Liguria nel capitolo dedicato ai confronti nell'Unione Europea è stata effettuata utilizzando un semplice metodo legato alle distanze di sei variabili (tre demografiche e tre economiche) di ognuna delle restanti 210 regioni NUTS 2 a quelle della Liguria.
Le variabili considerate sono: densità delle popolazione, tasso di incremento della popolazione, tasso di invecchiamento, prodotto interno lordo per abitante, tasso di disoccupazione, percentuale di occupati nel terziario.
I passaggi utilizzati sono i seguenti:
1° - Calcolo della distanza delle singole osservazioni dal dato ligure;
2° - Calcolo valori assoluti della distanza dal dato ligure;
3° - Standardizzazione e normalizzazione dei valori assoluti delle distanze dal dato ligure e calcolo della media di tali valori;
4° - Graduatoria delle regioni in base alla media delle distanze standardizzate delle osservazioni dal dato ligure ed individuazione del gruppo con le distanze minori (inferiori o uguali a 0,130);
5° - Introduzione della variabile traffici marittimi rilevati statisticamente.
Le 26 regioni prescelte sono quindi regioni con traffici marittimi la cui media delle distanze rispetto alla Liguria per le sei variabili considerate risulta minore.

CONI
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, denominato "CONI", regolato dal D.lgs. 23 luglio 1999, n. 242, e dalla Carta Olimpica, è autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive, intese come elemento essenziale della formazione fisica e morale dell'individuo e parte integrante dell'educazione e della cultura nazionale. Il CONI è posto sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali.

CONTI ECONOMICI DELLE IMPRESE
L'Indagine sul Sistema dei Conti delle imprese (SCI) condotta dall'Istat, già indagine sul prodotto lordo, effettuata sull'universo delle imprese con oltre venti addetti fino al 1997 e in seguito su quelle con più di 100 addetti, fornisce informazioni per classe dimensionale e settore relative ai principali aggregati di conto economico per un esteso orizzonte temporale. Essa costituisce pertanto una fonte di informazioni unica per esaminare l'evoluzione del sistema produttivo italiano tenendo conto della sua struttura dimensionale. L'unità di rilevazione è l'impresa, definita come unità giuridico economica, costituita dall'organizzazione dei fattori produttivi, in funzione della produzione di beni e servizi effettuata allo scopo del conseguimento di un profitto da parte dell'imprenditore. L'indagine avviata dall'Istat nel 1951 era inizialmente denominata "indagine sul valore aggiunto" e successivamente divenuta indagine sul "prodotto lordo", per non confondere l'oggetto della rilevazione con il valore aggiunto fiscale (I.V.A.) ed è stata infine denominata indagine sul sistema dei conti delle imprese.
Le rilevazioni eseguite dal 1983 al 1991, pur mantenendo i criteri metodologici delle precedenti, si differenziavano da esse principalmente per due motivi. In primo luogo, furono interpellate le imprese con almeno 20 addetti iscritte nello schedario informatizzato per le rilevazioni da eseguirsi presso le imprese (SIRIO), costituito in base alle notizie raccolte in occasione del 6° censimento industriale e commerciale effettuato nel 1981 ed esteso alle imprese con almeno 10 addetti. Questo veniva aggiornato in modo completo anche per quanto riguarda il numero di addetti mediante una apposita rilevazione. In secondo luogo, a partire dalla rilevazione del 1983 l'attività delle imprese è stata classificata in base alla nuova classificazione delle attività economiche, adottata in occasione del censimento del 1981, che raggruppava le varie attività con criteri diversi da quelli delle classificazioni precedenti.
A partire dall'indagine del 1992 le rilevazioni furono eseguite interpellando sia le imprese con almeno 20 addetti operanti nell'industria, commercio, trasporti e comunicazioni, sia le unità con almeno 10 addetti che prestavano alcuni servizi, quali risultavano nel nuovo schedario automatizzato SIRIO-NAI. (costituito con le informazioni raccolte in occasione del 7° Censimento industriale e commerciale del 1991 con la nuova classificazione delle attività economiche NACE Rev.1 adottata da tutti i Paese dell'U.E). Per la prima volta con l'indagine riferita all'anno 1994, sono state rilevate anche le unità classificate nelle attività dell'Istruzione, Sanità e altri Servizi Sociali, Altri Servizi Pubblici, Sociali e Personali. In queste attività erano interpellate le sole imprese che operavano nel settore privato. Infine con l'indagine riferita all'anno 1998 vengono rilevate le sole imprese con oltre 100 addetti iscritte nel nuovo archivio statistico Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) ottenuto integrando informazioni esistenti presso vari archivi: Istat NAI-SIRIO, Anagrafe tributaria, INPS, ENEL, INAIL, Registro Camere di Commercio.
Come già ricordato, l'unità di rilevazione è costituita dall'impresa classificata secondo il criterio dell'attività prevalente. Tuttavia, per le imprese che operano in più settori di attività economica e con dimensione superiore a 249 addetti vengono richiesti oltre ai dati inerenti l'impresa nel suo complesso anche quelli relativi a ciascuna categoria di attività economica esercitata, l'unità funzionale. Nei vari anni, presi in esame, sono stati utilizzati diversi tipi di questionari a seconda delle dimensioni delle unità rilevate distintamente per i settori industriali e per quelli del commercio, trasporti e servizi. Tuttavia i questionari hanno mantenuto nel tempo la finalità di rilevare le variabili di ricavo e costo necessarie alla stima dei conti economici nazionali e per la costruzione delle tavole intersettoriali dell'economia.Nel 1989, allo scopo di uniformare i questionari agli schemi contabili delle imprese, il questionario fu predisposto, indipendentemente dalla dimensione e dal settore di attività, per la rilevazione dei dati economico finanziari e patrimoniali delle imprese. I questionari erano stati strutturati secondo lo schema di bilancio riclassificato per l'analisi economico-finanziaria e per la conoscenza e la comprensione della gestione aziendale.

Per saperne di più: 
www.istat.it/Imprese/index.htm

CONTI REGIONALI
I dati costituiscono l'aggiornamento al 2002 del set completo di dati e disaggregazioni che rientrano nei conti tradizionalmente diffusi dall'Istat. Essi comprendono, oltre agli aggregati del conto delle risorse e degli impieghi e del conto della distribuzione del reddito, anche le analisi a 25 branche (derivate dalla classificazione NACE-Rev.1) del valore aggiunto, dei redditi da lavoro dipendente, delle retribuzioni lorde, dei contributi sociali effettivi e figurativi, degli investimenti fissi lordi, degli occupati interni (dipendenti e indipendenti) e delle corrispondenti unità di lavoro. I consumi delle famiglie sono disaggregati in 12 gruppi di beni e servizi; i consumi delle amministrazioni pubbliche in 10 funzioni di spesa.
Le serie regionali con le analisi dettagliate sono scaturite dal lavoro di adozione del SEC95 concluso nel 2000 e coprono gli anni a partire del 1995. Esse non possono costituire prosecuzione delle serie costruite secondo il vecchio SEC79 (relative agli anni 1980-1996). Nel corso del 2004 l'Istat, in cooperazione con la Svimez, ha concluso e pubblicato la ricostruzione delle serie storiche regionali dal 1980 al 1994 in chiave con le nuove serie SEC95. Queste "serie ricostruite" hanno minori disaggregazioni rispetto alle "serie complete" che vengono aggiornate ogni anno, ma sono con esse coerenti. Per comodità degli utilizzatori è stato perciò creato un unico file "Serie storiche", nel quale le "serie complete" aggiornate annualmente, ricondotte alle stesse analisi del segmento 1980-1994 ricostruito, vengono a questo ricongiunte.
Secondo una prassi consolidata, l'Istat rilascia le stime complete dei conti regionali per l'anno t a distanza di circa 20 mesi, effettuando, contestualmente la revisione delle stime dei due anni immediatamente precedenti (t-1 e t-2), così da adeguarle alla base informativa più aggiornata e riallinearle alla versione più recente dei conti nazionali. Le stime dei conti rispettano questa tempistica, ma al fine di fornire un'informazione più tempestiva sull'andamento economico a livello territoriale, a circa 12 mesi di distanza, vengono rilasciate delle stime provvisorie di alcuni aggregati: PIL, spesa delle famiglie per consumi finali (analizzata per tre tipologie di prodotti), valore aggiunto, occupati interni, unità di lavoro e redditi da lavoro dipendente (questi ultimi quattro aggregati sono analizzati per 6 branche di attività economica).
La differenza tra le informazioni diffuse a 20 mesi e quelle presenti nell'edizione a 12 mesi ("stime anticipate"), non risiede solo nella maggiore completezza in termini di aggregati ed analisi, ma anche nel fatto che le nuove stime sono allineate con l'ultima versione dei conti nazionali (diffusa a marzo di ogni anno); esse poggiano, inoltre, su una base informativa più completa e consolidata in quanto inglobano tutti gli aggiornamenti ed ampliamenti nel frattempo realizzati nell'informazione statistica di base.
Nella versione "anticipata" e in quella "completa" l'impianto metodologico è sostanzialmente uguale. La stima dell'input di lavoro costituisce un elemento cardine, quale strumento per garantire la "esaustività" delle stime del prodotto (incorporando nel PIL regionale anche una stima dell'economia non osservata), dei redditi da lavoro dipendente e degli investimenti fissi lordi. Per la maggior parte delle branche la stima di questi aggregati è ottenuta attribuendo alle unità di lavoro valori medi pro-capite, stimati attraverso le indagini di base presso le imprese.

Per saperne di più: 

www.istat.it/Economia/Conti-nazi/index.htm

www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/Revisione-/revcontinazesec95_99.PDF

CONSUMI DELLE FAMIGLIE
L' indagine campionaria sui Consumi delle Famiglie, eseguita in Italia continuativamente dal 1968, ha subito numerose e sostanziali modifiche nel tempo.
L'indagine ha lo scopo di rilevare la struttura e il livello dei consumi secondo le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali delle famiglie residenti.
Oggetto della rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi. In tale definizione rientrano anche i beni provenienti dal proprio orto o dalla propria azienda agricola direttamente consumati dalla famiglia (autoconsumi), i beni e servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a titolo di salario o per prestazioni di servizio, i fitti stimati delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo gratuito. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio, l'acquisto di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte, le spese connesse con attività professionale, eccetera). In particolare, oltre alle notizie che riguardano gli individui che compongono la famiglia, le caratteristiche dell'abitazione, il reddito e il risparmio, sono rilevate le spese per generi alimentari, abitazione, arredamento, abbigliamento e calzature, sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero spettacoli ed istruzione, altri beni e servizi.
L'indagine rileva l'ammontare complessivo della spesa al momento dell'acquisto del bene o servizio, a prescindere dal momento dell'effettivo consumo o utilizzo e dalle modalità di pagamento (per acquisti a rate o con carta di credito).
E' importante ricordare il ruolo fondamentale che l'indagine ha nella determinazione degli aggregati (trimestrali ed annuali) di Contabilità Nazionale e nelle stime ufficiali della povertà assoluta e relativa.

Per saperne di più: 

www.istat.it/Societ-/Consumi-de/index.htm

www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/I-consumi-2/consumi2000.pdf

www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/I-consumi-3/consumi2001.pdf

DEMOGRAFIA
La popolazione residente è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana e straniera, aventi dimora abituale nel territorio nazionale anche se temporaneamente assenti. Ogni persona avente dimora abituale in Italia deve iscriversi, per obbligo di legge, nell'anagrafe del comune nel quale ha posto la sua dimora abituale. In seguito ad ogni Censimento della popolazione viene determinata la popolazione legale. A tale popolazione si somma il movimento anagrafico dei periodi successivi, calcolati con riferimento alla fine di ciascun anno solare e si calcola così la popolazione residente in ciascun comune al 31 di dicembre di ogni anno. La popolazione residente media è data dalla semisomma della popolazione al 1° gennaio e della popolazione al 31 dicembre.
Il movimento naturale: è costituito dal numero dei nati da residenti in Italia, indipendentemente dal luogo in cui sia avvenuta la nascita (in Italia o all'estero) e dal numero di morti relativi alla popolazione residente anch'essi indipendentemente dal luogo in cui si sia verificato l'evento (sia in Italia sia all'estero). Sono quindi esclusi i nati in Italia da genitori non residenti ed i morti non residenti. Sia i nati sia i morti sono conteggiati al momento della trascrizione dell'atto di nascita o di morte dal registro di stato civile a quello anagrafico.
Il movimento migratorio: è costituito dal numero delle iscrizioni e delle cancellazioni anagrafiche della popolazione residente registrate durante l'anno.
Le iscrizioni si distinguono in:
- Iscrizioni da altro comune: numero di persone iscritte per trasferimento di residenza da un altro comune italiano.
- Iscrizioni dall'estero: numero di persone iscritte per trasferimento di residenza dall'estero.
- Iscrizioni per altri motivi: si tratta di iscrizioni dovute non ad un effettivo trasferimento di residenza, ma ad operazioni di rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le iscrizioni di persone erroneamente cancellate per irreperibilità e successivamente ricomparse; le iscrizioni di persone non censite, e quindi non entrate a far parte del computo della popolazione legale, ma effettivamente residenti.
Le cancellazioni si distinguono in:
- Cancellazioni per altro comune: numero di persone cancellate per trasferimento di residenza in altro comune italiano.
- Cancellazioni per l'estero: numero di persone cancellate per trasferimento di residenza all'estero.
- Cancellazioni per altri motivi: si tratta non di effettivi trasferimenti di residenza, ma di cancellazioni dovute a pratiche di rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le persone cancellate perché non risultano residenti in seguito ad accertamenti anagrafici; le persone censite come aventi dimora abituale, ma che non hanno voluto o potuto (per mancanza di requisiti) iscriversi nel registro anagrafico dei residenti del comune nel quale si erano fatti censire.

Per saperne di più: 

demo.istat.it

www.istat.it/Popolazion/index.htm

EXCELSIOR
Il Sistema Informativo Excelsior e la relativa indagine annuale sui fabbisogni di professionalità delle imprese si collocano ormai stabilmente all'interno del Sistema Informativo del Lavoro; l'indagine rappresenta una fonte statistica ricorrente per la conoscenza del mercato del lavoro e in particolare per la conoscenza dei flussi di entrata e di uscita previsti dalle imprese, e ancora per la conoscenza di tutta una serie di caratteristiche associate alle assunzioni previste dalle imprese (tipo di figura, titolo di studio, ecc…).
I principali obiettivi del Progetto Excelsior si confermano essere: a) la misurazione della domanda effettiva di professioni nei diversi bacini territoriali del lavoro (in generale definiti dall'unità amministrativa provinciale, ma con approfondimenti relativi a micro-aree territoriali e a settori/comparti produttivi specifici), in modo da fornire un supporto informativo a quanti - enti pubblici o soggetti privati - devono orientare l'offerta di lavoro verso le esigenze espresse dalla domanda e facilitare l'incontro diretto e puntuale tra l'offerta stessa e la domanda da parte delle imprese; b) il supporto nell'orientamento delle scelte dei decisori istituzionali in materia di politiche della formazione scolastica e professionale, nonché degli operatori della formazione a tutti i livelli, offrendo informazioni dettagliate sui bisogni di professionalità espressi dalle imprese per il breve medio periodo.
Il campo di osservazione della sesta indagine sulla domanda di lavoro è rappresentato dall'universo delle imprese private iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio che, alla data del 31.12.2000, avevano almeno un dipendente, con l'esclusione delle unità operative della pubblica amministrazione, delle aziende pubbliche del settore sanitario, delle unità scolastiche e universitarie pubbliche, delle organizzazioni associative.
Per identificare le imprese che si potevano considerare attive e quelle che, avendo almeno un addetto dipendente, erano comprese nel campo di osservazione, nonché per completare ed eventualmente correggere le informazioni sulle variabili di stratificazione, si è procedut
o al confronto puntuale tra le posizioni del Registro e quelle di altre anagrafi amministrative i cui dati confluiscono nel REA, Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative, connesso al Registro delle Imprese e tenuto presso ciascuna Camera di Commercio. In particolare, sono stati utilizzati i dati dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e dell'Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL).

Per saperne di più: 
excelsior.unioncamere.net

FORZE DI LAVORO
La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro fino al 2003 è stata effettuata con cadenza trimestrale (a inizio gennaio, aprile, giugno e ottobre) intervistando ogni volta 75.516 famiglie (che corrispondono a oltre 200 mila persone) in 1.351 Comuni campione di tutte le province del territorio nazionale.
L'universo di riferimento è costituito da tutti i componenti delle famiglie, presenti e residenti in Italia (se temporaneamente all'estero, le relative informazioni vengono fornite da altro familiare), che risultano iscritti alle anagrafi comunali. Sono, quindi, esclusi i membri permanenti delle convivenze (ospizi, brefotrofi, istituti religiosi, caserme, ecc..).
L'unità di rilevazione è la famiglia, definita come nucleo costituito da persone legate da vincoli di matrimonio, affinità, adozione o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune.
Il campione utilizzato è a due stadi, rispettivamente Comuni e famiglie, con stratificazione delle unità del primo stadio. Esso è stato progettato per soddisfare prefissati livelli attesi di precisione delle principali stime nazionali e regionali a cadenza trimestrale. Sulla base dei dati raccolti in occasione delle quattro rilevazioni di ciascun anno, vengono prodotte stime anche a livello delle province.
I Comuni campione sono divisi in autorappresentativi e non autorappresentativi. Fanno parte dei primi tutti quelli capoluogo di provincia o con popolazione superiore a una soglia prefissata per ciascuna provincia. Essi sono presenti nel campione in modo permanente. Fanno parte dei non autorappresentativi i Comuni la cui popolazione è al di sotto delle soglie. Essi vengono estratti casualmente in numero di due per ogni strato e rimangono nel campione per periodi variabili.
Le famiglie vengono a loro volta estratte annualmente dai registri anagrafici in modo casuale, rispettando la numerosità prevista per ciascun Comune ad ogni rilevazione.
Ogni famiglia viene intervistata per due trimestri consecutivi; segue un'interruzione per i due successivi trimestri, dopodiché essa viene di nuovo intervistata per altri due trimestri. Complessivamente rimane nel campione per un periodo di 15 mesi. Tale sistema di rotazione permette di mantenere invariato metà del campione da un trimestre all'altro e metà da un trimestre al corrispondente trimestre dell'anno successivo. Ciò consente l'utilizzazione di dati "panel" su base congiunturale e tendenziale.
Il questionario è concepito e formulato in modo tale da rilevare informazioni utili a quantificare l'offerta di lavoro, producendo indicatori omogenei e comparabili a livello europeo.

Per saperne di più: 
www.istat.it/Lavoro/Lavoro-e-o/Storico/index.htm

INDAGINE MULTISCOPO
A partire dal 1993 l'Istat ha avviato il nuovo corso delle indagini Multiscopo sulle famiglie.
Alla fine di ogni anno l'indagine "Aspetti della vita quotidiana" rileva gli aspetti più importanti della vita di ogni giorno: frequenza scolastica, lavoro familiare ed extradomestico, letture, mass media, spettacoli, salute, partecipazione politica e sociale, percezione dei problemi ambientali, soddisfazione per i servizi di pubblica utilità, soddisfazione per l'anno trascorso, famiglie, spostamenti quotidiani, stili alimentari ed abitudini al fumo, sono le principali informazioni rilevate.
L'unità di rilevazione è costituita dalla famiglia di fatto; per famiglia di fatto si intende un insieme di persone dimoranti abitualmente nella stessa abitazione e legate da vincoli di parentela affinità, adozione, tutela, affettività o amicizia.
Le modalità di diffusione dei dati prevedono la pubblicazione ogni anno di quattro volumi brevi, ciascuno dedicato ad un particolare aspetto della vita quotidiana degli italiani:
"Stili di vita e condizioni di salute"
"Famiglia, abitazioni e sicurezza dei cittadini"
"Cultura, società e tempo libero"
"I servizi pubblici e di pubblica utilità: utilizzo e soddisfazione".
Il sistema di indagine multiscopo prevede che ogni anno, accanto all'indagine "Aspetti della vita quotidiana", si affianchino altre indagini che approfondiscono tematiche particolari (prospetto A)

PROSPETTO A - Sistema di indagini sociali Multiscopo
TITOLO DELL'INDAGINE  CADENZA
Aspetti della vita quotidiana Annuale
Viaggi e vacanze Trimestrale
Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari Quinquennale
Tempo libero e cultura (a) Quinquennale
Sicurezza del cittadino Quinquennale
Famiglie, soggetti sociali e condizione dell'infanzia Quinquennale
Uso del tempo Quinquennale

Per saperne di più: 
www.istat.it/Societ-/index.htm

INDAGINE SULLA PRODUZIONE INDUSTRIALE
La prima rilevazione, a cadenza annuale, sulla produzione industriale è stata condotta dall'ISTAT nel corso dei primi anni '50 con caratteristiche metodologiche e tecniche più o meno simili ( nel corso degli anni è mutato: i) il campo di osservazione ii) la dimensione delle unità statistiche; iii) il numero dei prodotti; iv) il numero delle variabili sino al 1996, quando, per la prima volta sono stati pubblicati i dati della produzione industriale delle industrie estrattive e manifatturiere elaborate secondo metodi, concetti, definizioni e classificazioni stabilite dal Regolamento Comunitario PRODCOM (Regolamento CEE N. 3924/91 del Consiglio 1991) adottato dall'Unione Europea per armonizzare l'informazione statistica sulla produzione industriale nell'ambito degli Stati Membri.
La rilevazione, prima dell'anno 1996, interessava tutti gli stabilimenti, in cui si effettuava attività di trasformazione industriale, delle imprese con almeno 20 addetti.
Con la completa applicazione del regolamento comunitario per l'ISTAT è stato necessario progettare una specifica indagine statistica adeguata al quadro concettuale e metodologico delineato nel nuovo regolamento:
- adottando la classificazione europea dei prodotti industriali (lista PRODCOM circa seimila prodotti rispetto ai tremila che venivano rilevati con le precedenti indagini);
- l'estensione della rilevazione alle piccole imprese da 3 a 19 addetti;
- l'applicazione di tecniche di stima per le mancate risposte;
- il ricorso alla metodologia campionaria;
- l'adozione di un nuovo questionario.
I dati contenuti nelle tavole provengono da tre distinte rilevazioni: la rilevazione trimestrale della produzione dell'industria tessile e dell'abbigliamento; la rilevazione trimestrale della produzione dell'industria dei prodotti chimici; la rilevazione annuale della produzione dei rimanenti settori industriali.

Per saperne di più: 

www.istat.it/Imprese/Industria/index.htm

www.istat.it/Imprese/Industria/Storico/index.htm

INTRASTAT
Con la realizzazione del Mercato Unico Europeo e la soppressione delle formalità necessarie alla registrazione del movimento della merce alla frontiera tra i vari Stati membri, gli scambi intracomunitari sono diventati più rapidi ed agevoli, non essendo più necessari il controllo fisico e il conseguente fermo delle merci al confine. Il completamento del Mercato Unico ha comportato, in pratica, l'eliminazione di formalità e documenti doganali relativi agli scambi di beni tra gli Stati membri dell'Unione e l'adozione di un nuovo sistema di rilevazione dei dati necessari all'elaborazione delle statistiche sugli scambi intracomunitari (Sistema INTRASTAT).
Il Sistema INTRASTAT è stato introdotto nel 1993 ed inizialmente adottato dai dodici paesi che costituivano l'Unione Economica Europea (UE12): Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna. L'ingresso nel 1995 di Austria, Finlandia e Svezia ha portato a quindici i Paesi dell'Unione (UE15) e comportato l'estensione del Sistema INTRASTAT ai tre nuovi Stati membri.
Il sistema di raccolta dei dati è stato introdotto, con forza di legge in ogni Stato membro, dal Regolamento (CEE) del Consiglio N. 3330/91 del 7 novembre 1991 (regolamento di base, successivamente modificato - Reg. CE N. 1182/1992 e N. 1624/2000 del Consiglio) che, unitamente al regolamento applicativo della Commissione N. 3046/92 del 22 ottobre 1992 (modificato dal Reg. CE N. 1901/2000) ha disciplinato il Sistema INTRASTAT.
Nel Sistema INTRASTAT, la fornitura di dati è garantita dagli stessi operatori (soggetti passivi IVA) che effettuano acquisti e/o cessioni di merci nei confronti di soggetti IVA residenti in altri Stati membri dell'Unione; infatti, gli operatori, residenti in Italia, che realizzano attività di scambio con i Paesi dell'Unione Europea sono tenuti a presentare, presso i centri di raccolta delle dogane, la dichiarazione contenente i dati relativi alle operazioni intracomunitarie effettuate.
Nello spirito di ridurre l'onere di numerose imprese e soprattutto dei piccoli e medi operatori intracominitari, sono state gradualmente adottate misure di semplificazione e di esenzione e, a seguito delle modifiche al Regolamento n. 3046/92, è stata effettuata una rielaborazione della normativa in materia di scambi intracomunitari. Il Regolamento (CE) N. 1901/2002 della Commissione fornisce un quadro normativo unico e completo che riporta le ultime disposizioni relative a tutti gli aspetti che hanno subito modifiche nel tempo ed agevola le imprese e le amministrazioni interessate nell'adempimento dei propri obblighi.
La semplificazione della legislazione comunitaria nel quadro dell'iniziativa SLIM (Simpler Legislation for Internal Market) ha riguardato principalmente tre aspetti:
- massa netta delle merci: per un certo numero di sottovoci della nomenclatura combinata è stata resa facoltativa la menzione dei chilogrammi di massa netta;
- valore statistico della merce: non sono tenuti a fornire tale indicazione gli operatori che realizzano un valore annuo di acquisti e/o cessioni non superiore al limite fissato da ciascuno Stato membro;
- condizioni di consegna, forma di trasporto e regime statistico: la soglia prevista per il valore statistico delle merci viene estesa alla fornitura dei dati riguardanti questi aspetti.
Secondo la normativa italiana sono tenuti alla presentazione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni:
a) i soggetti passivi IVA che effettuano scambi di beni comunitari con i soggetti IVA degli altri Stati membri;
b) gli enti, associazioni ed altre organizzazioni che, pur non soggetti all'imposta sul valore aggiunto, effettuano acquisti intracomunitari soggetti ad IVA.

ISCED 97
La "International Standard Classification of EDucation" è uno strumento adatto a produrre statistiche sull'istruzione a livello internazionale. Copre variabili a doppia classificazione: livelli e campi di istruzione con dimensioni complementari di orientamento Generale/professionale/pre-professionale e destinazione educativa/mercato del lavoro. La versione corrente, ISCED 97 è stata adottata per la prima volta negli stati dell'Unione Europea per la raccolta di dati a partire dall'anno scolastico 1997/98. La modifica nella classificazione ISCED ha riguardato la comparabilità delle serie cronologiche, specialmente per il livello 3 (istruzione secondaria superiore) e per il livello 5 (educazione terziaria). ISCED 97 ha introdotto un nuovo livello, il livello 4: istruzione post-secondaria non-universitaria (precedentemente inclusa nei livelli ISCED dal 3 al 5). Il livello 6 della ISCED 97 è riferito a studi a livello di Ph.D o di dottorato. L'ISCED 97 distingue sette livelli di istruzione.
Campi ISCED 97 - La classificazione comprende 25 campi di istruzione (livello a due cifre) che possono essere ulteriormente specificati nel livello a tre cifre. Si possono distinguere i seguenti nove grandi gruppi (livello a una cifra).
0 - Programmi generali 5 - Ingegneria e costruzioni
1 - Educazione 6 - Agricoltura e veterinaria
2 - Studi umanitari ed artistici 7 - Salute e welfare
3 - Scienze sociali, economiche legge 8 - Servizi
4 - Scienze naturali, matematica e informatica
Livelli ISCED 97 - Empiricamente, ISCED utilizza qualsiasi criterio esistente che possa aiutare a distribuire i programmi secondo i livelli di istruzione. A seconda del livello e del tipo di istruzione considerati, è necessario stabilire un sistema gerarchico tra criteri principali ed ausiliari (qualifica tipica d'entrata, minimi richiesti per l'ingresso, età minima,qualificazione dello staff, ecc..).
0 - istruzione pre-scolastica: è definita come lo stadio iniziale dell'istruzione organizzata. E' una scuola o un centro pensato per bambini che abbiano almeno tre anni.
1 - istruzione primaria: questo livello inizia tra i quattro ed i sette anni di età; è obbligatorio in tutte le nazioni e generalmente dura dai cinque ai sei anni.
2 - istruzione secondaria inferiore: continua i programmi di base del primo livello, sebbene l'insegnamento sia tipicamente più focalizzato per materia. In genere, la fine di questo livello coincide con la fine dell'istruzione obbligatoria.
3 - istruzione secondaria superiore: questo livello comincia in genere alla fine dell'istruzione obbligatoria. L'età di ingresso è generalmente 15 o 16 anni. La qualifica di entrata (fine dell'istruzione obbligatoria) e altri requisiti minimi di ingresso sono generalmente necessari. Gli insegnamenti sono spesso più orientati per materia rispetto al livello ISCED 2. In genere la durata del livello ISCED 3 varia da due a tre anni.
4 - istruzione post secondaria non universitaria: questi programmi stanno a cavallo tra l'istruzione secondaria e quella universitaria. Servono per allargare le conoscenze dei diplomati di livello ISCED 3. Esempi tipici sono i programmi pensati per preparare gli studenti per gli studi al livello 5 o programmi disegnati per preparare gli studenti all'entrata diretta nel mercato del lavoro.
5 - Istruzione terziaria (primo stadio): l'accesso a questi programmi di studio richiede normalmente di aver terminato con successo gli studi al livello 3 o 4 dell'ISCED. Questo livello include programmi con indirizzo accademico (tipo A) che sono in gran parte teorici e programmi con indirizzo professionale (tipo B) che sono generalmente più corti di quelli del tipo A e pensati per l'ingresso nel mondo del lavoro.
6 - istruzione terziaria (secondo stadio): questo livello è riservato a studi terziari che conducono ad una qualifica di ricerca avanzata (Ph.D o Dottorato).

Per saperne di più:

http://www.uis.unesco.org/ev_en.php?ID=5069_201&ID2=DO_TOPIC

http://www.uis.unesco.org/ev_en.php?ID=3813_201&ID2=DO_TOPIC

Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche - ICCU
(D.P.R. 3 dicembre 1975 n. 805, art. 15)
L'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche esplica funzioni in materia di catalogazione e documentazione del patrimonio librario conservato nelle biblioteche pubbliche e, fra le altre, in particolare:
a. promuove e coordina l'attività di catalogazione e di documentazione e ne cura l'unificazione dei metodi
b. pubblica e cura la vendita e la diffusione del catalogo unico delle biblioteche italiane
c. fornisce informazioni bibliografiche, segnalando le biblioteche e le collezioni in cui possono trovarsi pubblicazioni, manoscritti o documenti di interesse dei richiedenti
d. corrisponde con istituti bibliografici stranieri, pubblici e privati, e con organismi internazionali operanti nel settore.

Per saperne di più: 
www.iccu.sbn.it

MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE IN BASE ALLE RISULTANZE ANAGRAFICHE
Per una corretta interpretazione dei dati dei movimenti naturale e migratorio del periodo 21/10-31/12/2001, in considerazione dell'avvenuto censimento demografico, si precisa che:

a) nei nati vivi e negli iscritti per trasferimento di residenza non sono compresi, in quanto già computati al censimento:
1) i nati prima del 21 ottobre 2001, anche se iscritti in anagrafe successivamente a tale data;
2) le persone immigrate prima del 21 ottobre 2001, anche se iscritte in anagrafe mediante pratiche migratorie perfezionate successivamente alla data del censimento;

b) nei morti e nei cancellati per trasferimento di residenza non sono comprese, in quanto non computate al censimento:
1) le persone già decedute alla data del censimento, anche se cancellate dall'anagrafe successivamente al 21 ottobre 2001;
2) le persone emigrate prima del 21 ottobre 2001, anche se cancellate dall'anagrafe con pratiche migratorie definite successivamente alla data del censimento.

Per saperne di più: 

http://demo.istat.it/

http://www.istat.it/Popolazion/index.htm

REGISTRO IMPRESE E REA
(Repertorio delle notizie economiche e amministrative)

Presso ciascuna Camera di Commercio è tenuto il registro delle imprese, secondo il modello approvato con decreto del Ministero dell'industria, ricoprente i soggetti previsti dalla legge e in particolare:
- gli imprenditori di cui all'art. 2195 del codice civile;
- le società di cui all'art. 2200 del codice civile;
- i consorzi di cui all'articolo 2612 del codice civile;
- i gruppi europei di interesse economico di cui al decreto legislativo 23 luglio 1991, n. 240;
- gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale un'attività commerciale, di cui all'art. 2201 del codice civile;
- le società che sono soggette alla legge italiana ai sensi dell'art. 25 della legge 31 maggio 1995, n. 218;
- gli imprenditori agricoli di cui all'art. 2135 del codice civile;
- i piccoli imprenditori di cui all'art. 2083 del codice civile;
- le società semplici di cui all'art. 2251 del codice civile.
Nel registro imprese sono inoltre iscritti gli atti previsti dalla legge.
I soggetti previsti agli ultimi tre punti elencati sono iscritti, ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. 558/'99, in una sezione speciale del registro imprese. Le persone fisiche, le società e i consorzi iscritti all'albo delle imprese artigiane ex L.8/8/1995 n. 443 sono annotati nella medesima sezione speciale.
In attuazione dell'art. 8, comma 8, lettera d), della legge n. 580 del 1993, presso l'ufficio è istituito il repertorio delle notizie economiche e amministrative (REA). Sono obbligati alla denuncia al REA: gli imprenditori iscritti nel Registro Imprese, gli imprenditori con sede principale all'estero che aprono sul territorio nazionale unità locali; soggetti no profit (associazioni, fondazioni, ecc…) che iniziano a svolgere un'attività economica sia pure non prevalente.
Il numero di iscrizione degli imprenditori nel registro delle imprese o nella sezione speciale dello stesso ed il numero di iscrizione dei soggetti obbligati alla denuncia al REA coincidono con il numero di codice fiscale di cui al D.P.R. 29/9/1973, N. 605 (art. D.P.R. 558/'99).
Il REA contiene le notizie economiche ed amministrative per le quali è prevista la denuncia alla Camera di Commercio e la relativa utilizzazione con esclusione di quelle già iscritte o annotate nel Registro Imprese e nelle sue sezioni speciali (regio decreto 20/9/1934, n. 2011; regio decreto 4/1/1925, n. 29; art. 29 decreto legge 28/2/1983 n. 55, convertito, con modificazioni, da legge 26/4/1983, n. 131). Con decreto del Ministro dell'Industria, d'intesa con il Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali per la parte riguardante le imprese agricole, sono indicate le notizie di carattere economico, statistico, amministrativo che l'ufficio può acquisire, invece che dai privati, direttamente dagli archivi di pubbliche amministrazioni e dai concessionari di pubblici servizi secondo le norme vigenti, nonché dall'archivio statistico delle imprese attive costituito a norma del già ricordato regolamento CEE n. 2186 del 22 luglio 1993, purchè non coperte dal segreto statistico. Con lo stesso decreto sono stabilite modalità semplificate per la denuncia delle notizie di carattere economico ed amministrativo da parte dei soggetti iscritti o annotati nelle sezioni speciali.
L'esercente attività agricole deve altresì indicare, qualora non compresi negli archivi di cui al comma 3, i dati colturali, l'estensione e la tipologia dei terreni con i relativi dati catastali, la tipologia degli allevamenti del bestiame, secondo il modello approvato con decreto del Ministro dell'Industria, di concerto con il Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Bolzano e Trento.

Per saperne di più: 

http://www.unioncamere.it/registroimprese/

http://www.unioncamere.it/registroimprese/Norme/down.htm

http://www.infocamere.it/registropro.htm

http://www.infocamere.it/registro_2.htm

REGISTRO STATISTICO ARMONIZZATO PREVISTO DAL REGOLAMENTO EUROPEO (SBS)
Una struttura legale armonizzata: il regolamento del Consiglio stabilisce una struttura legale armonizzata per la raccolta annuale di dati strutturali dalle imprese nell'Unione Europea. Esso definisce quali nomenclature (NACE Rev. 1, NUTS) e quali unità statistiche debbano essere utilizzate, la copertura (senza limiti di soglia), le linee guida comuni e i criteri di qualità che devono essere soddisfatti. Il regolamento copre tutte le attività di mercato (esclusa l'agricoltura) normalmente comprese nei settori: industria, costruzioni, commercio e distribuzione, servizi (Sezioni della NACE Rev.1 dalla C alla K).
La raccolta dei dati è effettuata dagli istituti nazionali di statistica che trasmettono i dati aggregati a Eurostat che calcola i totali europei. I totali dell'Unione Europea (livelli) sono calcolati soltanto quando sono disponibili i dati di tutti i Paesi e la loro comparabilità accertata.
Un registro statistico delle imprese è l'infrastruttura indispensabile per un moderno sistema statistico perché consente di:
- aggiornare le informazioni sulla mutevole struttura delle unità produttive con maggiore dettaglio territoriale (provinciale, comunale, sezionale) e con frequenza temporale differente (annuale, trimestrale) rispetto alle indagini disponibili;
- disporre di liste aggiornate di imprese e unità locali coerenti con le informazioni strutturali sull'universo;
- valorizzare dal punto di vista statistico dati fiscali e amministrativi fino ad oggi non utilizzabili a scopi statistici;
- ridurre al minimo la frequenza e, quindi, i costi delle indagini dirette sia per le imprese, sia per gli istituti statistici;
- analizzare la rapida dinamica demografica delle imprese.
Per questi motivi il regolamento comunitario ha imposto l'istituzione in tutti gli stati membri, entro il 1996, di "registri armonizzati utilizzabili a fini statistici" (art. 1), estesi a tutte le imprese produttive (art. 3) e ne definisce le unità, il campo di osservazione e i caratteri da registrare. Precedenti regolamenti comunitari in tema di classificazione delle attività economiche e di definizione delle unità statistiche, ai quali il citato regolamento esplicitamente si richiama, completano il quadro normativo e concettuale di riferimento (Regolamenti CEE n. 3037/90 e n. 696/93).
Le unità di osservazione del SBS, saranno: "le imprese che esercitano una attività economica e contribuiscono alla formazione del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato, le unità giuridiche che ne rispondono, le unità locali che ne dipendono".
Altre tre unità sono poi implicitamente previste nell'allegato II che definisce i caratteri da rilevare: i gruppi di impresa, ricostruibili a partire dai legami tra l'impresa e le eventuali unità di controllo, le unità di attività economica, desumibili dalle attività secondarie dell'impresa e le unità di attività economica locale, desumibili dalle attività secondarie delle unità locali.
Il campo di osservazione si estende a tutte le imprese - e alle altre unità di osservazione ad esse legate, senza limitazioni di dimensione, di attività economica o di settore istituzionale.
Le fonti per l'impianto e l'aggiornamento periodico degli archivi armonizzati sono i registri giuridici che svolgono funzioni di pubblicità legale e i registri amministrativi che sono strumento di gestione della riscossione di imposte, tasse e contributi, ai quali le imprese e le unità locali o legali sono per legge obbligate ad iscriversi ed a comunicare i dati relativi a eventi modificativi che le riguardano.
Per la costruzione del registro statistico, di cui si prevede un aggiornamento almeno annuale (art. 5) "ogni istituto nazionale di statistica è autorizzato a raccogliere a fini statistici negli schedari amministrativi o giuridici costituiti nel territorio nazionale le informazioni oggetto del presente regolamento, alle condizioni definite dalla legislazione nazionale" (art. 7).
Il registro statistico si differenzia da quelli giuridici e amministrativi che ne costituiscono la fonte perché le informazioni in esso contenute: 1) sono finalizzate all'analisi economica e non producono effetti giuridici, 2) hanno scopi statistici e non certificativi, 3) sono aggiornate periodicamente e non continuativamente.
In particolare secondo il Regolamento:
1) gli archivi interessano solo le imprese, e le relative unità locali e giuridiche, che sono economicamente attive.
2) Gli archivi devono assicurare che i caratteri in esso registrati siano attendibili, cioè corrispondenti alla realtà economico-produttiva cui si riferiscono.
3) L'aggiornamento degli archivi, infine, può essere effettuato con cadenza periodica (annuale, trimestrale, mensile) mentre quello dei registri amministrativi e dei registri giuridici deve essere continuativo, per tener conto tempestivamente degli eventi modificativi, quali nascite, morti, cambiamenti di indirizzo, attività ecc.. che provocano effetti sulla posizione giuridica dei soggetti: ne consegue che l'aggiornamento del registro statistico non richiede l'impiego, come supporto informatico, delle complesse reti necessarie per il collegamento on line degli uffici periferici degli enti amministrativi e fiscali.

Per saperne di più: 
www.iue.it/LIB/EResources/E-data/Descriptions/sbs.shtml

RIFORMA UNIVERSITARIA
In base alla riforma degli ordinamenti didattici, le Università possono rilasciare tre tipologie di lauree.
a) Laurea: ha l'obiettivo di assicurare allo studente una adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché l'acquisizione di specifiche conoscenze professionali. Si accede con il diploma di scuola media superiore. Si consegue dopo aver acquisito 180 crediti formativi universitari (CFU), ivi compresi i crediti acquisiti per la conoscenza di una lingua dell'Unione Europea oltre l'italiano e per le abilità informatiche e telematiche, funzionali o comunque utili per l'inserimento nel mondo del lavoro. Il corso di laurea dura 3 anni.
b) Laurea specialistica: ha l'obiettivo di fornire allo studente una formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici. Si accede soltanto se in possesso della laurea triennale. Si consegue dopo avere acquisito 300 CFU, che comprendono quelli già acquisiti dallo studente nella laurea triennale e riconosciuti validi per il relativo corso di laurea specialistica. Il corso di laurea specialistica dura 2 anni.
c) Laurea specialistica a ciclo unico: i corsi di laurea in Architettura, Chimica e tecnologia farmaceutiche, Farmacia, Ingegneria edile-architettura, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, già in linea con la normativa europea, non prevedono il rilascio di alcun titolo dopo i primi tre anni, ma soltanto il conseguimento della laurea specialistica al termine dei rispettivi corsi di studio.
L'espressione 3+2 intende rappresentare la nuova architettura delle lauree, sottolineandone oltre alla durata, anche il legame tra i due livelli di studio: infatti per accedere alle lauree specialistiche è indispensabile essere in possesso della laurea triennale.

Per saperne di più: 

universo.murst.it/presentazione/riforma.html

www.informagiovani-italia.com/Riforma_universitaria.htm

SEC95
L'adozione del SEC95 è stata stabilita da un regolamento comunitario (il regolamento del Consiglio (CE) n. 2223/96 del 25 giugno 1996) che indicava per la prima trasmissione dei dati all'Unione europea da parte dei paesi membri la data 30 aprile 1999. Si tratta di un passo importante nel processo di armonizzazione degli schemi contabili, dei concetti e delle definizioni tra i paesi comunitari. Rispetto allo schema precedente, il SEC95 permette di fornire una visione più completa dell'economia di un paese, prevedendo anche la redazione di conti patrimoniali e delle variazioni di attività e passività e presentandosi come un sistema aperto all'introduzione di una matrice di contabilità sociale e di conti satellite. Pertanto, l'applicazione completa dei nuovi schemi permetterà di collegare i dati di flusso e quelli di stock e di approfondire i legami tra variabili economiche, ambientali e socio demografiche, aumentando il grado di integrazione e coerenza delle stime di contabilità nazionale.
Uno degli elementi di novità più importanti del nuovo sistema è l'inclusione, nella formazione di capitale, del valore dei prodotti immateriali: il software e le prospezioni minerarie, precedentemente classificati come consumi intermedi; gli originali di opere artistiche, letterarie, di ingegno, che per la prima volta vengono considerati come il risultato di una attività di produzione. Accanto agli investimenti, è prevista dal SEC95 la nuova categoria degli oggetti di valore, vale a dire di quei beni (materiali) che vengono acquistati per costituire una riserva di valore (gioielleria, antichità, ecc.) e che in precedenza venivano prevalentemente inclusi nella spesa per consumi finali: questa categoria di acquisti viene ora evidenziata nel conto economico delle risorse e degli impieghi.
Il nuovo sistema dei conti registra tutti i flussi in base al principio della competenza: ciò vale per la produzione (anche la produzione agricola deve essere registrata nel momento in cui avviene il processo di maturazione e crescita, e non più al momento del raccolto); per l'acquisto o vendita di un'attività, che viene registrata nel momento del passaggio di proprietà e non quando viene effettuato il pagamento; per gli interessi, che vengono registrati quando maturano e non nel momento in cui vengono corrisposti. Tale principio è stato applicato anche per il flussi che riguardano il conto delle amministrazioni pubbliche, attraverso un complesso lavoro di rielaborazione della base informativa disponibile, effettuato tenendo conto del diverso grado di attendibilità delle fonti.

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www.istat.it/Prodotti-e/Allegati1/Revisione-/revcontinazesec95_99.PDF

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SISTEMA ELETTORALE PER LE ELEZIONI EUROPEE
Il Parlamento europeo è composto da 626 membri di cui 87 italiani. Il territorio nazionale è diviso in cinque circoscrizioni elettorali secondo la seguente ripartizione:
Italia Nord-Occidentale: Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia;
Italia Nord-Orientale: Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna
Italia Centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio
Italia Meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria
Italia Insulare: Sardegna, Sicilia.
Adeguandosi a quanto stabilito in sede comunitaria, l'Italia ha adottato il sistema elettorale proporzionale. I seggi sono attribuiti a liste di candidati presentate nelle cinque circoscrizioni, con riparto dei seggi in sede di Collegio nazionale. L'elettore può votare per una sola lista ed esprimere un numero di preferenze pari, al massimo, a tre per la prima circoscrizione, a due per la seconda, terza e quarta circoscrizione; ad una per la quinta circoscrizione.

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www.interno.it/sezioni/attivita/Le%20elezioni/s_000000052.htm

SISTEMA ELETTORALE PER LE ELEZIONI PROVINCIALI
E' eletto presidente della provincia il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti. Se nessun candidato raggiunge il risultato, dopo 15 giorni si va al ballottaggio. Al secondo turno sono ammessi i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Ogni candidato è sostenuto da una lista che raccoglie diversi partiti. Segnando con la croce il solo nome del candidato presidente si dà il voto a quest'ultimo ma non ai partiti che lo sostengono.
Al contrario votando solo il partito (o scrivendo il nome di un candidato al consiglio provinciale) si dà automaticamente il voto al presidente.
In caso di ballottaggio restano validi i collegamenti con le liste che hanno sostenuto il candidato al primo turno, ma i candidati possono allearsi anche con ulteriori liste. E' eletto presidente della provincia il candidato che ottiene il numero maggiore di voti validi.
Ai partiti che hanno sostenuto il candidato a presidente vincente, viene assegnato il 60 per cento dei seggi del consiglio provinciale. Il rimanente 40 per cento si distribuisce proporzionalmente fra gli altri partiti.

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www.interno.it/sezioni/attivita/parlamentare/s_000000191.htm

SISTEMA ELETTORALE PER LE ELEZIONI REGIONALI
I consigli delle regioni a statuto ordinario sono eletti a suffragio universale con voto diretto personale, eguale, libero e segreto. Quattro quinti dei consiglieri assegnati a ciascuna regione sono eletti sulla base di liste provinciali concorrenti, secondo le disposizioni contenute nella legge 17 febbraio 1968, n. 108, e successive modificazioni. Un quinto dei consiglieri assegnati a ciascuna regione è eletto con sistema maggioritario, sulla base di liste regionali concorrenti.
La legge costituzionale 1/99 del 22 novembre 1999 ha introdotto in Costituzione il principio della elezione diretta del Presidente della Regione; in relazione a questa elezione si prevede che siano candidati alla Presidenza della Giunta regionale i capilista delle liste regionali e che sia proclamato "eletto Presidente della Giunta regionale il candidato che ha conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale".

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www.interno.it/sezioni/attivita/parlamentare/s_000000191.htm

STRATEGIA EUROPEA PER L'OCCUPAZIONE
La nuova Seo si basa su tre obiettivi strategici che fanno da filo conduttore dei 10 orientamenti specifici cui gli Stati membri dovranno attenersi. Tali obiettivi sono:
- procedere verso la piena occupazione, con obiettivi intermedi per il 2005, quantificati in un tasso di occupazione medio della UE pari al 67%, del 57% per le donne e del 50% per i lavoratori anziani;
- migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro, attraverso uno sforzo concertato di tutti i soggetti e in particolare attraverso il dialogo sociale;
- rafforzare la coesione e l'integrazione sociale, che comprende la riduzione delle disparità regionali.

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www.welfare.gov.it

www.europamica.it

TRASPORTI MARITTIMI - NUOVA METODOLOGIA
La rilevazione sui trasporti marittimi ha come base normativa la Direttiva n. 95/64 del Consiglio dell'Unione Europea del dicembre 1995, concernente la rilevazione statistica dei trasporti merci e di passeggeri via mare. Questa indagine rientra tra le indagini di interesse pubblico inserite nel Programma Statistico Nazionale (PSN).
L'indagine ha per oggetto la navigazione marittima a scopo di commercio, cioè il trasporto di merci e di passeggeri effettuato a fronte del pagamento del nolo o del prezzo del passaggio. Essa ha carattere censuario e l'unità di rilevazione è la nave mercantile, cioè qualunque imbarcazione atta altrasporto marittimo (escluse le navi da pesca, le navi officina per il trattamento del pesce, la navi di trivellazione e da esplorazione, la navi adibite a servizi portuali, le draghe, la navi per la ricerca e le navi da guerra e le imbarcazioni utilizzate unicamente a fini non commerciali).
L'insieme di tutti gli arrivi e le partenze presso i porti italiani costituisce l'universo di eventi di interesse per la rilevazione.
Gli organi periferici di rilevazione sono gli Ufficio doganali e gli Uffici marittimi. L'Istat invia annualmente i questionari necessari per la rilevazione agli uffici doganali principali, presenti nei diversi porti, che quindi li distribuiscono ai rispondenti: il capitano della nave o chi per lui (raccomandatario marittimo, agente o spedizioniere).
A partire dal 2000, al fine di adeguare completamente la rilevazione ai criteri fissati in sede comunitaria, sono stati introdotti due importanti cambiamenti:
1. la nuova definizione di merce trasportata considera esclusivamente il peso dei beni comprensivi del loro immediato imballaggio, ma al netto del mezzo di trasporto, sia esso un contenitore, un automezzo o un mezzo trainato, e il peso degli automezzi nuovi e degli animali vivi che non vengono trasportati in automezzo. In particolare sono state escluse le tare degli autoveicoli a seguito dei passeggeri.
2. Per ciò che riguarda i passeggeri che effettuano crociere (croceristi), la nuova definizione include nel totale dei passeggeri trasportati solo quelli che iniziano o finiscono la crociera, escludendo i passeggeri in transito, cioè che scendono dalla nave in porto e risalgono nello stesso dopo una sosta. Dal 2001 si è integrata la parte del questionario relativa alle informazioni sui passeggeri, in modo da rendere ancora più chiara la distinzione tra passeggeri in transito e quelli regolari; pertanto la piena applicazione del cambiamento definitorio ha riguardato tale anno di riferimento. Questo adeguamento alla direttiva ha prodotto un calo di passeggeri su tratte internazionali rispetto agli anni precedenti al 2000 ed ha determinato un ulteriore, limitato, effetto sulla misura della variazione registrata nel 2001.

TURISMO
Negli ultimi due anni gli enti territoriali competenti hanno intensificato il processo di revisione ed aggiornamento degli archivi relativi agli esercizi complementari, soprattutto per quanto riguarda gli "Alloggi in affitto", gli "Alloggi agro-turistici" e le "Altre strutture ricettive". Questo processo può comportare, soprattutto in alcune regioni, sensibili variazioni nel numero di strutture complementari - e delle relative presenze - nel confronto longitudinale. Inoltre, possono verificarsi alcune incongruenze tra la ricettività e i flussi corrispondenti, dovute alle difficoltà riscontrate nella corretta e completa applicazione delle disposizioni che regolamentano le rilevazioni della capacità ricettiva e del movimento clienti nelle strutture ricettive. In alcuni casi, gli alloggi agro-turistici non vengono rilevati, in quanto tali strutture sono considerate imprese agricole e, quindi, non di competenza degli organi periferici del turismo. Da quest'anno la tipologia "bed and breakfast" è stata rilevata distintamente solo per la capacità ricettiva e non per il movimento dei clienti, ma non tutti gli enti periferici sono stati in grado di indicare tale dettaglio.
La voce "Alloggi in affitto iscritti al REC" dal 2000 è stata denominata "Alloggi in affitto" ed include tutte le tipologie di alloggio in affitto gestite in forma imprenditoriale. Le principali tipologie sono pertanto: le case ed appartamenti per vacanze, gli esercizi di affittacamere, le attività ricettive in esercizi di ristorazione, le unità abitative ammobiliate per uso turistico, i residence, le locande.
Le località di interesse turistico sono quelle rientranti negli ambiti territoriali riconosciuti come turisticamente rilevanti in cui operano gli Enti dell'organizzazione pubblica regionale del turismo (Aziende di Promozione Turistica, Enti Provinciali per il Turismo, Aziende Autonome di Soggiorno, Cura e Turismo). Si fa presente che nel corso degli anni precedenti, a causa della riorganizzazione degli enti, alcune regioni e province hanno aggiornato la classificazione dei comuni secondo la tipologia di località turistica prevalente (Cfr. Statistiche del Turismo Anno 2000 - Appendice 1). Pertanto, la comparabilità dei dati per tipologia di località nel corso degli anni deve tenere conto delle suddette variazioni; nel 2001 non è stata apportata alcuna modifica alla classificazione dei comuni per tipologia di località turistica.
Per la provincia di Genova, in corrispondenza delle tipologie "Alloggi in affitto" e "Altri esercizi ricettivi", sono stati registrati soltanto gli esercizi, poiché le informazioni relative ai letti non sono al momento disponibili.