Il
settore commercio, nel 2003, si conferma ad elevatissimo
turn-over: i dati forniti da Infocamere indicano che a fronte di
2.000 imprese e unità locali iscritte nei Registri camerali
(-12,9% rispetto al 2002, di cui il 63,9% costituite da sedi di
impresa e il restante 36,1% da unità locali), le imprese
cancellate sono 1.969 (73,5% sedi di impresa e 26,5% unità
locali), in calo del 4,2%; il saldo rimane attivo, +31, anche se
parecchio ridimensionato rispetto agli anni precedenti. Si ha
quindi la sensazione di una fase di stabilizzazione nel numero di
esercizi commerciali, peraltro fisiologica in un periodo di crisi
dei consumi.
L'Osservatorio sul Commercio del Ministero delle Attività
Produttive rileva che la rete distributiva ligure conta 24.858
esercizi al dettaglio in sede fissa (l'1,1% in più rispetto al
2002), di cui 12.900 a Genova (+2,9%), 5.035 a Savona (-1,4%),
3.614 a Imperia (+0,7%) e 3.309 a La Spezia (-1,3%); il settore
trainante risulta quello dell'abbigliamento e accessori (16,9% sul
totale). Il numero di esercizi per 1000 abitanti è 15,8 (12,9% il
valore nazionale), più alto nel ponente ligure (Savona 18,2 e
Imperia 17,5). La rete distributiva ligure rimane quindi permeata
da una maggiore frammentazione rispetto a quella nazionale, in
particolare nelle province a connotazione turistica più spinta.
Le unità locali del commercio ambulante, a posteggio fisso e
mobile, sono 3.714 (+3,9%), gli operatori di e-commerce e vendita
per corrispondenza 155 (-5,5%), le organizzazioni di vendita a
domicilio 79 (+9,7%) e infine i distributori automatici 63
(+3,3%).
La Grande Distribuzione, al 1° gennaio 2003, registra 211 punti
vendita, 3 in più rispetto alla rilevazione precedente, con una
superficie di vendita complessiva di 280.424 mq (+8,7%), così
suddivisi: 33 grandi magazzini, 161 supermercati, 5 ipermercati e
12 cash and carry; gli addetti totali sono aumentati dell'11%,
passando da 5.786 a 6.425. Questi dati indicano la tendenza ad una
modernizzazione della distribuzione ligure che però mantiene
fortissime le sue tradizioni di forte legame alle diverse realtà
territoriali.
L'indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l'intera
collettività è cresciuto del 2,6% (tabacchi esclusi), quello per
le famiglie di operai e impiegati del 2,5% e l'indice generale
armonizzato per i Paesi dell'Unione Europea, calcolato
considerando anche i prezzi che presentano riduzioni temporanee
(sconti, saldi, vendite promozionali ecc.), del 2,8%.
|
|
|
|