INDUSTRIA

La fase di ripresa, avviata gradualmente in tutto il Paese, in Liguria fa più fatica a partire per una serie di motivi che hanno determinato nel 2009 una caduta dell’attività economica meno marcata rispetto alla media nazionale: l’incidenza del terziario, soprattutto dei servizi alle famiglie, la scarsa propensione all’export, l’alta percentuale di pensionati e dipendenti pubblici, la rilevanza di grandi commesse pluriennali che si stanno esaurendo.

Il settore industriale ligure, costituito in gran parte da piccole e medie imprese, è stato sostenuto principalmente dai settori ad alta tecnologia e dalle produzioni di nicchia mentre hanno avuto maggiori criticità comparti come cantieristica e impiantistica, che hanno esaurito diverse commesse provocando un rallentamento delle esportazioni.

La consistenza delle imprese industriali attive risulta diminuita dell’1%, passando da 11.944 a 11.825 unità;  le iscrizioni ammontano a 448 unità (+3,5% rispetto al 2009) e le cessazioni salgono a 730 (+1%), ridimensionando il saldo negativo a 282 unità.

Il tasso di natalità risulta pari a 3,3% (3,4% il valore nazionale), guadagnando 2 decimi di punto rispetto al 2009, il tasso di mortalità cresce di un decimo di punto salendo a 5,3% (5,9% il dato Italia), come pure il tasso di sviluppo che da -1,8% passa a -1,7% (stesso valore a livello nazionale).

Il settore manifatturiero in Liguria ha registrato un calo complessivo dell’1,1%: le imprese attive risultano 11.408, pari all’8% del totale e i comparti numericamente più rappresentativi sono la fabbricazione di prodotti in metallo (2.113 imprese, -2% rispetto al 2010), l’alimentare (1.713 imprese, -0,6%), l’industria del legno (871 imprese, -2,1%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (787 imprese,  in calo del 4%).

In provincia di Genova sono localizzate 6.565 imprese industriali attive (-1,1%), poco più della metà del totale regionale: il saldo tra iscritte e cessate è pari a -175 unità, determinato da un più marcato aumento delle cessazioni (da 399 a 412 unità) rispetto alle iscrizioni (da 213 a 237 unità). La ripresa del capoluogo è trainata dal settore siderurgico, per il quale sono previsti importanti investimenti, e dall’high-tech, di cui il Parco Tecnologico Leonardo di Erzelli e l’Istituto Italiano di Tecnologia ne sono testimonianza: a tale proposito un’indagine promossa da Dixet e Confindustria Genova evidenzia una maggiore vitalità del settore rispetto al resto del sistema produttivo locale, con buone previsioni per il 2011 del fatturato e dell’export.

Le imprese industriali operanti nel territorio savonese ammontano a 2.020 unità (-3 rispetto al 2009), con un saldo pari a -42 imprese: le iscrizioni calano da 88 a 81 unità mentre le cessazioni aumentano da 102 a 123 unità. Continua il lento processo di riduzione che da anni interessa il settore: la dinamica negativa più consistente si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli e rimorchi), nella fabbricazione di prodotti in metallo e nell’abbigliamento.

In provincia di Imperia sono localizzate 1.465 imprese attive (-1,9%), con un ridimensionamento un po’ in tutti i comparti, in particolare nell’industria del legno e nella filiera dell’agro-alimentare.
Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è pari a -28 unità: le iscritte risultano 53 (+3 unità rispetto al 2009) e le cessate 81 (+8 unità).

In provincia della Spezia, infine, operano 1.775 imprese industriali (-0,8%), che rappresentano il 15% del totale: insieme a Savona è la provincia a registrare il più alto tasso di natalità (per entrambe pari al 3,7%) e di mortalità (5,7% a Savona e 5,5% a La Spezia). Anche nel levante ligure si assiste ad una ripresa ancora debole: segnali di maggiore criticità provengono dalla fabbricazione di mezzi di trasporto (-5,1%) e dalle industrie alimentari (-1,4%).

L’indagine sulla produzione industriale, condotta dall’Istat, riguarda un campione di imprese con 3-19 addetti e tutte quelle con oltre 20 addetti; le informazioni raccolte osservano le principali voci del bilancio di produzione (fabbricazione, reimpieghi, vendite, ecc.) e si riferiscono alle unità statistiche rispondenti non riportate all’universo; integrando, le mancate risposte totali, con le unità presenti e rispondenti negli anni immediatamente precedenti. La produzione e il valore delle vendite, di queste ultime, sono state rivalutate rispettivamente con l’indice mensile della produzione industriale e con l’indice mensile del fatturato.
I codici dei prodotti (a otto cifre) presenti nella tabella sono quelli riportati sulla lista  ProdCom.
Per la tutela del segreto statistico, nella tabella, sono stati pubblicati solo quei prodotti dove erano presenti almeno tre unità statistiche, infatti come si può notare la numerosità dei prodotti può essere differente rispetto all’anno precedente, e per molti di essi, pur essendo presenti in entrambi gli anni, il confronto temporale non è praticabile a causa della diversa numerosità e disomogeneità delle unità; pertanto le quantità prodotte, vendute,  ed il valore delle vendite, possono essere non coerenti  e non confrontabili fra i due anni.
Con riferimento alla fornitura di dati dell’indagine sulla Rilevazione annuale della produzione industriale per l’anno 2007, per un corretto utilizzo dei dati si fa presente quanto segue:

• la rilevazione è stata progettata dall’Istat per diffondere dati significativi a livello nazionale.  Di conseguenza particolari cautele sono richieste per un uso appropriato a livello territoriale. In particolare, nel caso di imprese plurilocalizzate, i dati possono essere forniti dalle imprese in forma aggregata anziché per singolo stabilimento produttivo per cui l’attribuzione territoriale della produzione rilevata può risultare non corretta;
• dall’anno di rilevazione 2007, le voci relative ai servizi industriali presentano solo il valore della produzione commercializzata intesa come ammontare fatturato per manutenzioni, riparazioni e installazioni.