Nel 2013 le imprese attive in Liguria erano 139.429, l’1,9% in meno rispetto al 2012 (-1,0% a livello nazionale) con un saldo negativo tra iscritte e cessate pari a 508 imprese, considerando le cancellazioni al netto di quelle d’ufficio di carattere amministrativo.
Il tasso di natalità (rapporto % tra imprese iscritte nel 2013 e imprese registrate ad inizio periodo) scende a 6,0%, quello di mortalità (rapporto % tra imprese cessate nel 2013 e imprese registrate ad inizio periodo) sale da 6,1% a 6,3%, e il tasso di sviluppo (rapporto tra saldo iscrizioni-cessazioni e stock ad inizio periodo, calcolato al netto delle cancellazioni d’ufficio), passa di segno negativo, da a 0,1% a -0,3%.
Le imprese liguri attive operanti nel commercio, che rappresentano il 28% del totale delle imprese, hanno registrato nel 2013 una contrazione dell’1,6% rispetto al 2012; in calo anche le imprese agricole (-8,4%), il commercio (-1,6%), i trasporti (-2,3%), le costruzioni (-2,1%), le imprese manifatturiere (-3,2%), i servizi di alloggio e ristorazione (-0,1%), i servizi di informazione e comunicazione (-0,7%), le attività artistiche e di intrattenimento (-0,3%), le attività professionali (-2,2%) e le altre attività di servizi (-0,9%). In crescita solo le attività immobiliari (+3,5%), quelle finanziarie e assicurative (+1%) e le attività amministrative e servizi di supporto (+1,3%).
Dall’analisi delle imprese straniere, e con esse si intende l’insieme delle imprese in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% (mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite), risulta che in Liguria la quota sul totale delle imprese raggiunge l’11,5%, superiore di 2,8 punti percentuali alla media nazionale.
Tra le province liguri Imperia registra la più alta concentrazione di imprese straniere, il 13,3%, superiore sia al dato regionale che a quello nazionale, seguita da Genova con l’11,9%, La Spezia con il 9,9% e infine Savona con il 9,8%.
Tra i settori maggiormente rappresentati figurano l’edilizia, in crescita del 2% rispetto al 2012, e il commercio (+1,5%).
Continua ad aumentare il numero di titolari di impresa nati all’estero, comunitari ed extracomunitari, che passano da 14.468 a 14.766 nel 2013 (+1,8%).
Le imprese femminili attive nel 2013 ammontavano a 35.182 (-2,6% rispetto al 2012), il 25,2% del totale delle imprese, dato superiore alla media nazionale che si ferma al 24,3%; forte la presenza “rosa” nel commercio (33%) e nel turismo (13,7%).
A Genova l’incidenza dell’impresa femminile è superiore al dato regionale solo nel caso dell’agricoltura (38,9% contro 36,9%), a Imperia in tutti i settori tranne l’agricoltura (34,6%), le attività manifatturiere (17,4) e le costruzioni (5,7%), nella provincia spezzina l’incidenza femminile risulta superiore al dato regionale in tutti i settori (in particolare si segnala il settore del turismo dove raggiunge la quota del 38,2%, ben 4,4 punti in più rispetto al dato regionale), e a Savona, infine, nell’agricoltura (+0,7 p.p.), nelle attività manifatturiere (+1,2 p.p.), nel commercio (+1,4 p.p.), nel turismo (+0,9 p.p.), nei trasporti (+2,2 p.p.), nelle assicurazioni (+0,7 p.p.) e nei servizi alle imprese (+0,2 p.p.).
In ultimo un rapido sguardo alle imprese giovanili, ossia l’insieme delle imprese in cui la partecipazione delle persone “under 35” risulta complessivamente superiore al 50%.
In Liguria la quota di imprese giovanili è pari al 9%, contro una media nazionale del 10,5%. Nel confronto il differenziale è negativo per tutti i settori tranne l’agricoltura e le costruzioni, in stretta correlazione con la struttura demografica della regione; gli scarti più evidenti si riscontrano nel turismo (10,1% in Liguria, 14,7% in Italia), nel commercio (8,5% in Liguria, 11,9% in Italia), nei trasporti (4% in Liguria, 7,4% in Italia) e nei servizi alle imprese (6,7% contro 8,6%).
A livello provinciale La Spezia vanta la quota più alta di partecipazione giovanile (10%), seguita da Savona (9,9%), Imperia (9,7%), e infine Genova (8,3 %).