Note metodologiche
Capitolo 1 - Ambiente e territorio
La rilevazione "Dati ambientali nelle città"
La rilevazione Istat "Dati ambientali nelle città" è attuata, fin dal
2000, con periodicità annuale sui comuni capoluogo di provincia. L'indagine
è stata realizzata con il supporto dei propri uffici regionali e degli uffici
di statistica di Trento e Bolzano che, essendo direttamente presenti sui territori
interessati ed avendo un contatto più diretto con gli enti fornitori dei dati,
hanno consentito di raccogliere le informazioni richieste.
La raccolta dei dati avviene tramite la compilazione on line, sul sito web https://indata.istat.it/amburb,
che è protetto con protocollo di rete SSL (Secure Sockets Layer) e garantisce
l'autenticazione e la protezione dei dati trasmessi, di sette questionari, ognuno
dei quali riguarda una specifica tematica ambientale (acqua, inquinamento atmosferico,
energia, rifiuti, inquinamento acustico, trasporti e verde urbano), indirizzati
ai diversi organismi, pubblici e privati, presenti nel comune. Solo raramente si
è fatto ricorso ad un unico ente in grado di fornire i dati per tutti o per
molti dei comuni osservati (come, ad esempio, l'ACI per i dati sui veicoli, l'ENEL
per i consumi di energia elettrica, l'ENELGAS e l'ITALGAS per i consumi di gas metano),
mentre le informazioni strutturali (popolazione residente e superficie territoriale)
sono direttamente disponibili presso l'Istat.
Produrre un'indagine ambientale a livello urbano comporta rischi e inconvenienti
compresi nella complessità dei fenomeni ambientali: molteplicità o mancanza
delle fonti di dati, rilevanza del dettaglio territoriale, assenza di standard uniformi
nella realizzazione di banche dati amministrative da parte degli organismi locali
fornitori delle informazioni. Queste criticità richiedono una particolare attenzione
nel processo di raccolta e analisi dei dati al fine di giungere ad una validazione
degli stessi ed offrire un'informazione chiara, confrontabile, di facile interpretazione
e il più possibile rispondente alla realtà. Tali obiettivi sono stati
raggiunti con l'utilizzo di opportune metodologie di individuazione di dati anomali
e ricostruzione di quelli mancanti e/o anomali. Il controllo dei dati è basato
su un criterio di analisi delle variazioni spazio-temporali degli indicatori. I
dati considerati non coerenti sono stati ricostruiti, applicando, in alcuni casi,
la variazione media del gruppo di riferimento (ripartizione geografica, classe di
popolazione, ecc.) all'ultimo dato disponibile, in altri casi, ricostruendoli attraverso
un modello di interpolazione lineare. Per gli indicatori riguardanti i fenomeni
raramente modificabili in tempi brevi (ad esempio superficie delle aree verdi) ovvero
relativi a strumenti di pianificazione ambientale, (ad esempio PUT, PEC, ecc.) la
ricostruzione dei dati mancanti e/o anomali è stata realizzata replicando o
imputando a ritroso il dato dell'ultimo o del primo anno disponibile.
Gli indicatori elaborati per ogni tematica ambientale rispondono ai modelli predisposti
a livello internazionale. In particolare, all'inizio degli anni novanta l'OCSE ha
proposto un insieme preliminare di indicatori per l'ambiente, concepito secondo
il modello PSR (Pressure, State, Response), che vede distinti pressione, stato e
risposte per ogni singola componente ambientale.
In seguito, l'Agenzia Europea per l'Ambiente ed Eurostat hanno introdotto altri
due aspetti - le cause primarie o determinanti (Driving forces) e gli effetti sui
diversi recettori ambientali (Impacts) - dando vita al modello DPSIR a cinque categorie
(Driving forces, Pressures, State, Impacts, Responses), poste in relazione di causalità
a più livelli.
Secondo lo schema DPSIR l'obiettivo prioritario è lo stato, ovvero l'insieme
delle qualità chimiche, fisiche e biologiche delle risorse ambientali (aria,
acqua, suolo, ecc.). Lo stato è alterato dalle pressioni, costituite da tutto
ciò che tende a degradare la situazione ambientale (emissioni atmosferiche,
produzioni di rifiuti, scarichi industriali, ecc.), per lo più originate da
attività (drivers) antropiche (industria, agricoltura, trasporti, ecc.). Questa
alterazione provoca degli effetti (impacts) sulla salute degli uomini e degli animali,
sugli ecosistemi, danni economici, ecc.
Per far fronte agli impatti, vengono elaborate le risposte, vale a dire contromisure
(come leggi, piani di attuazione di nuovi interventi, prescrizioni) al fine di:
- agire sulle infrastrutture, cause generatrici dell'inquinamento ambientale, modificando,
ad esempio, le modalità di trasporto delle merci;
- ridurre le pressioni tramite, per esempio, l'utilizzo di nuove tecnologie di riduzione
delle emissioni;
- agire sullo stato in modo da risanarlo e riportarlo a livelli accettabili;
- limitare gli impatti sulla salute con interventi di compensazione come, ad esempio,
le barriere per abbattere il rumore prodotto dai veicoli.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/55771
Dati meteo climatici ed idrologici
ARPAL garantisce il monitoraggio meteoidrologico quantitativo sul territorio regionale,
con particolare attenzione al controllo dell'evoluzione dei fenomeni estremi.
Il monitoraggio, per necessità legate alla Protezione Civile, avviene in tempo
reale attraverso diversi strumenti:
- i dati della rete regionale di rilevamento OMIRL, direttamente gestita dal CFMI-PC;
- il radar meteorologico di Monte Settepani;
- i dati acquisiti dal satellite MSG;
- i dati della boa meteo-ondametrica e correntometrica di Capo Mele (SV);
- i dati di fulminazione della rete CESI.
La principale fonte di dati è costituita dalla rete OMIRL, l'Osservatorio Meteo
Idrologico regionale. Essa è costituita da circa 200 stazioni meteoidrologiche
in telemisura e da una trentina di stazioni meccaniche, residuo delle vecchie stazioni
tradizionali ereditate dall'ex Servizio Idrografico nazionale.
Tutte le stazioni sono di proprietà della Regione Liguria e affidate in gestione
ad ARPAL in base alla legge regionale n. 20/2006.
L'attuale livello di copertura del territorio è stato raggiunto grazie all'aumento
sostanziale del numero di stazioni sul territorio avvenuto negli ultimi anni (si
è passati da una densità media nel 2002 di una stazione in telemisura
ogni 200 km2 a quella attuale di una stazione in telemisura ogni 25 km2).
ARPAL gestisce l'OMIRL garantendo la manutenzione periodica delle attrezzature ed
il controllo quotidiano delle rilevazioni.
I dati acquisiti vengono messi a disposizione sul sito web in tempo reale non validati
nel più breve tempo possibile, per scopi di protezione civile e parallelamente
vengono sottoposti a validazione e archiviati su database.
ARPAL gestisce anche un servizio di fornitura dati agli utenti, sia istituzionali
che privati, e garantisce l'alimentazione del sistema informativo ambientale regionale
SIRAL per la parte meteo.
Per saperne di più:
http://93.62.155.214/~omirl/WEB/mappa_sensori.html?para=rai
Rifiuti urbani
La base informativa sui rifiuti urbani è rappresentata dalle dichiarazioni
effettuate ai sensi è disciplinata dalla circolare del Ministero dell'Ambiente
n. 6774 del 2 marzo 2011 "recante indicazioni operative relative all'assolvimento
degli obblighi di comunicazione annuale di cui alla legge 70/94, al D.P.C.M. 27704/2010
e all'art. 12 del D.M. 17/12/2009, come modificato con D.M. 22/12/2010" che prevede
che possa essere effettuata:
Compilando e trasmettendo alle Camere di Commercio, con le modalità utilizzate
per la presentazione del MUD (quindi via telematica o con spedizione cartacea o
magnetica) le schede del capitolo 1 - Rifiuti del DPCM 27 aprile 2010, previo pagamento
del diritto di segreteria. Le Camere di Commercio provvederanno ad inoltrare le
informazioni raccolte al SISTRI e all'ISPRA, quest'ultimo deputato all'elaborazione
dei dati nell'ambito del Catasto dei rifiuti.
Tali dichiarazioni devono essere presentate con cadenza annuale.
Il Sistri - Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti è un'iniziativa
del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare finalizzata
a semplificare le procedure di gestione dei rifiuti, a ridurre i costi sostenuti
dalle imprese e, non ultimo, a combattere l'illegalità nella gestione dei rifiuti
speciali, monitorandone in tempo reale la filiera in tutto il territorio nazionale.
Il Sistri permette di monitorare per mezzo di dispositivi informatici il flusso
dei rifiuti e di tracciarne il percorso, dal produttore fino allo smaltitore.
Per saperne di più:
http://www.lig.camcom.it/easyNews/NewsLeggi.asp?NewsID=46
Capitolo 2 - Popolazione
Movimento e calcolo della popolazione residente
La popolazione residente è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana
e straniera, aventi dimora abituale nel territorio nazionale, anche se temporaneamente
assenti. Ogni persona avente dimora abituale in Italia deve iscriversi, per obbligo
di legge (art. 2 L. 1228/1954), nell'anagrafe del comune nel quale ha posto la sua
dimora abituale. In seguito ad ogni Censimento della popolazione viene determinata
la popolazione legale. A tale popolazione si somma il movimento anagrafico dei periodi
successivi, calcolati con riferimento alla fine di ciascun anno solare e si calcola
così la popolazione residente in ciascun comune al 31 di dicembre di ogni anno.
La popolazione residente media è data dalla semisomma della popolazione al
1° gennaio e della popolazione al 31 dicembre.
Il movimento naturale è costituito dal numero dei nati da residenti in Italia,
indipendentemente dal luogo in cui sia avvenuta la nascita (in Italia o all'estero)
e dal numero di morti relativi alla popolazione residente anch'essi indipendentemente
dal luogo in cui si sia verificato l'evento (sia in Italia sia all'estero). Sono
quindi esclusi i nati in Italia da genitori non residenti ed i morti non residenti.
Sia i nati sia i morti sono conteggiati al momento della trascrizione dell'atto
di nascita o di morte dal registro di stato civile a quello anagrafico.
Il movimento migratorio: è costituito dal numero delle iscrizioni e delle cancellazioni
anagrafiche della popolazione residente registrate durante l'anno.
Le iscrizioni si distinguono in:
- Iscrizioni da altro comune: numero di persone iscritte per trasferimento
di residenza da un altro comune italiano.
- Iscrizioni dall'estero: numero di persone iscritte per trasferimento di residenza
dall'estero.
- Iscrizioni per altri motivi : si tratta di iscrizioni dovute non ad un effettivo
trasferimento di residenza, ma ad operazioni di rettifica anagrafica. Tra queste
sono comprese le iscrizioni di persone erroneamente cancellate per irreperibilità
e successivamente ricomparse; le iscrizioni di persone non censite, e quindi non
entrate a far parte del computo della popolazione legale, ma effettivamente residenti.
Le cancellazioni si distinguono in:
- Cancellazioni per altro comune: numero di persone cancellate per trasferimento
di residenza in altro comune italiano.
- Cancellazioni per l'estero: numero di persone cancellate per trasferimento
di residenza all'estero.
- Cancellazioni per altri motivi: si tratta non di effettivi trasferimenti
di residenza, ma di cancellazioni dovute a pratiche di rettifica anagrafica. Tra
queste sono comprese le persone cancellate perché non risultano residenti in
seguito ad accertamenti anagrafici; le persone censite come aventi dimora abituale,
ma che non hanno voluto o potuto (per mancanza di requisiti) iscriversi nel registro
anagrafico dei residenti del comune nel quale si erano fatti censire.
Per una corretta interpretazione dei dati dei movimenti naturale e migratorio del
periodo 21/10-31/12/2001, in considerazione dell'avvenuto censimento della popolazione,
si precisa che:
- nei nati vivi e negli iscritti per trasferimento di residenza non sono compresi,
in quanto già computati al censimento:
- i nati prima del 21 ottobre 2001, anche se iscritti in anagrafe successivamente
a tale data;
- le persone immigrate prima del 21 ottobre 2001, anche se iscritte in anagrafe mediante
pratiche migratorie perfezionate successivamente alla data del censimento;
- nei morti e nei cancellati per trasferimento di residenza non sono comprese, in
quanto non computate al censimento:
- le persone già decedute alla data del censimento, anche se cancellate dall'anagrafe
successivamente al 21 ottobre 2001;
- le persone emigrate prima del 21 ottobre 2001, anche se cancellate dall'anagrafe
con pratiche migratorie definite successivamente alla data del censimento.
Per saperne di più: http://demo.istat.it/
Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile
Le stime della popolazione per sesso, anno di nascita e stato civile a livello territoriale
comunale derivano dalla rilevazione annuale che l'Istat conduce presso le Anagrafi
comunali mediante il modello Istat/Posas (o Istat/Strasa per gli stranieri). Il
modello di rilevazione viene compilato sulla base del conteggio delle schede individuali
di residenza, conservate nell'anagrafe del comune alla data del 31 dicembre. I dati
raccolti vengono sottoposti a procedure di controllo e correzione prima di essere
validati e rilasciati dall'Istat. In particolare vengono svolti dei controlli di
coerenza a livello comunale in modo da garantire la coincidenza con i totali della
rilevazione Movimento e calcolo della popolazione residente al 31 dicembre, rilevazione
che fornisce la popolazione ufficiale di ciascun Comune (si veda la voce Movimento
e calcolo della popolazione residente).
Confrontando le stime di questa rilevazione con i dati riportati negli annuari prodotti
da parte di alcuni Uffici di statistica degli enti locali potrebbe accadere di riscontrare
alcune differenze.
Per saperne di più: http://demo.istat.it/
Permessi di soggiorno
A partire dai primi anni '90, l'Istat elabora e diffonde i dati sui cittadini stranieri
in possesso di un valido permesso di soggiorno, di fonte Ministero dell'Interno.
Scopo del lavoro è quello di pervenire ad una quantificazione della presenza
straniera regolare, osservata all'inizio di ciascun anno, mediante l'individuazione
dei permessi di soggiorno che alla data di riferimento risultano in vigore e di
quelli che, seppure scaduti, vengono successivamente prorogati, che pertanto sono
riconducibili a cittadini stranieri da considerare regolarmente presenti.
I dati statistici elaborati dall'Istat offrono una interessante serie di informazioni
sulla popolazione straniera, esaminata secondo alcune modalità demografiche
(sesso, età, stato civile), nonché in base ai motivi della presenza in
Italia, con un'analisi estesa alle singole comunità e con una disaggregazione
territoriale limitata alla provincia.
Per saperne di più: http://demo.istat.it
Capitolo 4 - Istruzione
Riforma universitaria
In base alla riforma degli ordinamenti didattici, le Università possono rilasciare
tre tipologie di lauree.
- Laurea: ha l'obiettivo di assicurare allo studente una adeguata padronanza di metodi
e contenuti scientifici generali, nonché l'acquisizione di specifiche conoscenze
professionali. Si accede con il diploma di scuola media superiore. Si consegue dopo
aver acquisito 180 crediti formativi universitari (CFU), ivi compresi i crediti
acquisiti per la conoscenza di una lingua dell'Unione Europea oltre l'italiano e
per le abilità informatiche e telematiche, funzionali o comunque utili per
l'inserimento nel mondo del lavoro. Il corso di laurea dura 3 anni.
- Laurea specialistica: ha l'obiettivo di fornire allo studente una formazione di
livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti
specifici. Si accede soltanto se in possesso della laurea triennale. Si consegue
dopo avere acquisito 300 CFU, che comprendono quelli già acquisiti dallo studente
nella laurea triennale e riconosciuti validi per il relativo corso di laurea specialistica.
Il corso di laurea specialistica dura 2 anni.
- Laurea specialistica a ciclo unico: i corsi di laurea in Architettura, Chimica e
tecnologia farmaceutiche, Farmacia, Ingegneria edile-architettura, Medicina e Chirurgia,
Odontoiatria e protesi dentaria, già in linea con la normativa europea, non
prevedono il rilascio di alcun titolo dopo i primi tre anni, ma soltanto il conseguimento
della laurea specialistica al termine dei rispettivi corsi di studio.
L'espressione 3+2 intende rappresentare la nuova architettura delle lauree, sottolineandone
oltre alla durata, anche il legame tra i due livelli di studio: infatti per accedere
alle lauree specialistiche è indispensabile essere in possesso della laurea
triennale.
Per saperne di più:
http://www.informagiovani-italia.com/Riforma_universitaria.htm
Capitolo 5 - Giustizia
Separazione e divorsi
Le indagini sulle separazioni e i divorzi sono condotte dall'Istat presso i 165
tribunali civili del Paese, con riferimento ad ogni singolo procedimento concluso
dal punto di vista giudiziario nell'anno di osservazione.
Come questionari sono utilizzati i modelli cartacei ISTAT M.252 per le separazioni
e ISTAT M.253 per i divorzi. I quesiti inseriti nei modelli di rilevazione riguardano:
- aspetti procedurali e giudiziari − data di iscrizione a ruolo del procedimento,
data del provvedimento, rito di apertura e chiusura del procedimento, coniuge che
ha presentato la domanda di separazione o divorzio;
- provvedimenti economici - presenza/assenza di assegno per il coniuge e/o per i figli,
importo, soggetto erogatore;
- sesso, età e affidamento dei figli minori; d) alcune notizie di carattere demo
sociale − data, rito di celebrazione e regime patrimoniale del matrimonio,
numero di figli nati dall'unione, caratteristiche dei coniugi (data e luogo di nascita/residenza,
cittadinanza, stato civile precedente, ricorso all'assistenza legale, titolo di
studio, condizione professionale).
La compilazione dei modelli è a cura della cancelleria del tribunale che provvede
a spedirli all'Istat con cadenza trimestrale. I dati indicati nei punti a, b e c
sono acquisiti direttamente dal fascicolo del procedimento, mentre le notizie di
carattere demo sociale (punto d), laddove non presenti nel fascicolo processuale,
sono richieste ai coniugi o ai loro legali.
L'indagine sulle separazioni personali dei coniugi è iniziata nel 1969, quella
sui divorzi nel 1971, in concomitanza con l'entrata in vigore della legge n. 898
del 1° dicembre 1970 (Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio).
In precedenza esisteva soltanto un'indagine, sempre condotta dall'Istat, relativa
all'iter del procedimento di separazione − dal momento della presentazione
della domanda fino al suo esaurimento − che rilevava soltanto dati di natura
giudiziaria e amministrativa.
I questionari delle due rilevazioni hanno subito, nel corso degli anni, alcune variazioni
a seguito delle modifiche normative succedutesi nel tempo e della necessità
di renderli sempre più aderenti agli aspetti di natura sociodemografica e ai
maggiori fabbisogni conoscitivi.
Per saperne di più:
http://demo.istat.it/altridati/separazionidivorzi/index.html
Protesti
Ogni anno l'Istat conduce l'indagine relativa alla totalità dei titoli di credito
protestati.
I dati sui protesti di cambiali, tratte ed assegni sono rilevati a cadenza mensile
presso le Camere di commercio e poi trasmessi all'Istat in formato elettronico dalla
società Infocamere (Società consortile di informatica delle camere di
commercio italiane per azioni).
Con l'entrata in vigore del regolamento emanato con decreto 9/8/00, numero 316 (Gazzetta
ufficiale 2/11/2000) e legge 18/8/2000, numero 235 (Gazzetta ufficiale 28/08/2000),
il registro informatico dei protesti è una banca dati soggetta a regole di
alimentazione e di interrogazione distinte da quella precedente. Dal primo giugno
2001 non è più presente la distinzione tra individuo e società perché
è un dato non più rilevato dall'ufficiale levatore, essendo un'informazione
non obbligatoria secondo il suddetto nuovo regolamento.
Dal primo giugno 2001 i dati classificati per distretto di corte di appello considerano
il distretto della Provincia di levata dell'effetto; i dati classificati per territorio
amministrativo (province, regioni) considerano la Provincia della camera di commercio
che iscrive l'effetto nel registro.
A partire dal 2003, in ottemperanza al D.P.R. del 28/11/2002, n. 298, i dati sui
protesti comprendono sia gli assegni bancari che quelli postali.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/64758
Arrività notarile
La rilevazione sull'attività notarile è condotta presso tutti i notai
in esercizio, pari a circa 5.000. I notai trasmettono trimestralmente i dati statistici
agli Archivi notarili distrettuali di appartenenza, i quali provvedono, dopo averne
verificato la completezza e la qualità, ad inviarli all'Ufficio centrale archivi
notarili. Quest'ultimo, dopo aver eseguito ulteriori controlli, li invia all'Istat.
Il modello utilizzato per la rilevazione1 offre una visione completa dell'attività
notarile ed un insieme di informazioni rilevanti sotto il profilo socio-economico
per l'intera collettività. Le convenzioni stipulate dai notai sono raggruppate
per evidenziare i fenomeni più rilevanti. È prevista, infatti, una suddivisione
per categorie omogenee degli atti notarili e al loro interno l'analisi delle convenzioni
più frequentemente stipulate, sia con atto pubblico che autenticato.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/72477
Delitti denunciati dalle forze di polizia all'Autorità giudiziaria
Dipartimento della Pubblica Sicurezza attraverso la Direzione Centrale della Polizia
Criminale - Servizio Sistema Informativo Interforze e Servizio Analisi Criminale
- svolge analisi statistiche per monitorare l'andamento dei fenomeni criminosi,
sia quelli tradizionali che quelli emergenti, che determinano effetti di insicurezza
sociale.
I dati rilevati su base nazionale con cadenza annuale si riferiscono alle fattispecie
delittuose consumate, tentate e scoperte rilevate da tutte le Forze di polizia operanti
sul territorio nazionale sulla base del Sistema di Indagine (SDI), alle persone
denunciate, ovvero sottoposte ad arresto/fermo per ogni singola tipologia di delitto
in relazione al luogo del delitto commesso e al numero persone identificate ed automezzi
controllati nei posti di blocco.
I dati sulla delittuosità inseriti dalla Forze di Polizia nella banca dati
interforze (SDI) vengono transitati in un Data Warehouse dove sono aggregati, omogeneizzati,
resi consistenti e mantenuti in forma storica. Da qui sono estratti e resi disponibili
in forma tabellare mediante una serie di query (interrogazioni precise e delimitate
alla base dati) effettuate periodicamente a fini statistici
I dati vengono infine diffusi attraverso le statistiche ufficiali dell'Amministrazione
dell'Interno con periodicità annuale.
Suicidi
L' Istituto nazionale di statistica - Istat - attraverso la Direzione centrale delle
statistiche socio-demografiche e ambientali, rileva i suicidi attraverso due indagini:
una di fonte sanitaria su "Decessi e cause di morte", l'altra di fonte giudiziaria
su "Suicidi e tentativi di suicidio". Da uno studio sulle due fonti risulta che
l'Indagine "Decessi e cause di morte" ha una migliore copertura del fenomeno: infatti,
negli ultimi anni le statistiche di fonte giudiziaria registrano il 20-25% in meno
di casi rispetto a quanto misurato dalla fonte sanitaria.
I dati riportati in questa pubblicazione derivano dai modelli cartacei individuali
di denuncia di suicidio o tentativo di suicidio compilati dalla Polizia di Stato,
dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza in base alle notizie contenute
nella scheda all'atto della comunicazione all'Autorità giudiziaria.
La popolazione di riferimento per i quozienti per 100.000 abitanti riguarda la popolazione
residente al 1 gennaio dell'anno relativo.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/55646
Andamento delle procedure di rilascio immobili ad uso abitativo
L'Ufficio Centrale di Statistica, avvalendosi della collaborazione degli Uffici
Giudiziari e delle Prefetture - Uffici Territoriali del Governo, raccoglie ed elabora,
a partire dal 1983, i dati concernenti le procedure di rilascio di immobili ad uso
abitativo. L'indagine, finalizzata a fornire un quadro conoscitivo sull'andamento
del fenomeno, rappresenta uno strumento particolarmente utile per gli organi istituzionali
e per gli organismi pubblici e privati operanti nel settore.
Per saperne di più:
http://ssai.interno.it/itaindex.php?IdMat=1&IdSot=53&IdSottomatDiRif=39
Capitolo 6 - Elezioni
Sistema elettorale per le elezioni europee
Sistema elettorale
Ogni Paese è obbligato ad utilizzare il sistema proporzionale per designare
i suoi delegati al Parlamento europeo, in linea coi principi comuni emanati nel
2002 sulla base del trattato di Amsterdam del 1997. La legge italiana è stata
modificata il 20 febbraio 2009: prevede sempre il metodo Hare-Niemeyer ma con soglia
di sbarramento al 4% sul piano nazionale. Ogni elettore può esprimere non più
di tre preferenze. Il territorio italiano viene suddiviso in cinque circoscrizioni
a soli fini di candidature, essendo la ripartizione dei seggi effettuata nel collegio
unico nazionale.
Frazionamento
La ripartizione dei seggi fra gli Stati membri applicata alle elezioni del 2009
è stata quella riportata nella colonna centrale. Questa ripartizione si differenzia
da quella applicata alle precedenti elezioni, perché è nel frattempo entrato
in vigore il Trattato di Nizza.
La ripartizione precedente (nella colonna 2007) era quella decisa per le elezioni
del 2004, ed integrata dal successivo ingresso nell'UE della Bulgaria e della Romania.
La terza colonna ("2009 Lisbona") si riferisce al trattato di Lisbona, in corso
di ratifica. Se esso fosse stato ratificato e fosse entrato in vigore prima delle
elezioni (cosa tuttavia non successa) vi sarebbe stato un incremento a 751 deputati,
che avrebbe portato a suddivisioni nazionali diverse. Nel frattempo, il Consiglio
ha deciso di portare il numero dei deputati a 754 appena il trattato sarà ratificato
in modo a non ridurre il numero dei deputati tedeschi (da 99 a 96). Sono così
stati eletti 18 "deputati osservatori" che entreranno in funzione appena il trattato
sarà in vigore. Salvo nuove modifiche ai trattati europei, la ripartizione
dei seggi conseguente al trattato di Lisbona sarà in vigore per le elezioni
europee del 2014.
Per saperne di più: http://www.interno.it/
Sistema elettorale per le elezioni provinciali
E' eletto presidente della provincia il candidato che ottiene la maggioranza assoluta
dei voti. Se nessun candidato raggiunge il risultato, dopo 15 giorni si va al ballottaggio.
Al secondo turno sono ammessi i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero
di voti.
Ogni candidato è sostenuto da una lista che raccoglie diversi partiti. Segnando
con la croce il solo nome del candidato presidente si dà il voto a quest'ultimo
ma non ai partiti che lo sostengono.
Al contrario votando solo il partito (o scrivendo il nome di un candidato al consiglio
provinciale) si dà automaticamente il voto al presidente.
In caso di ballottaggio restano validi i collegamenti con le liste che hanno sostenuto
il candidato al primo turno, ma i candidati possono allearsi anche con ulteriori
liste. E' eletto presidente della provincia il candidato che ottiene il numero maggiore
di voti validi.
Ai partiti che hanno sostenuto il candidato a presidente vincente, viene assegnato
il 60 per cento dei seggi del consiglio provinciale. Il rimanente 40 per cento si
distribuisce proporzionalmente fra gli altri partiti.
Per saperne di più: http://www.interno.it/
Capitolo 7 - Famiglia e società
Indagine consumi delle famiglie
L'indagine sui consumi delle famiglie rileva le spese sostenute dalle famiglie residenti
in Italia per acquistare beni e servizi destinati al consumo e rappresenta la fonte
informativa per descrivere, analizzare e interpretare i comportamenti di spesa familiari.
Iniziata nel 1968, l'indagine è stata totalmente ristrutturata nel 1997 al
fine di perseguire una più elevata qualità delle informazioni rilasciate
e l'armonizzazione alle definizioni e alle metodologie delle più recenti direttive
europee.
L'indagine permette di analizzare e seguire l'evoluzione del livello e della struttura
della spesa secondo le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali
delle famiglie, così come delle persone che le compongono, delle loro condizioni
abitative e delle loro abitudini di spesa. Oggetto della rilevazione sono tutte
le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi destinati
al consumo: generi alimentari, abitazione, mobili, apparecchiature, abbigliamento,
calzature, salute, trasporto, comunicazioni, tempo libero, spettacoli, istruzione,
vacanze, eccetera. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo diverso
dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio il pagamento delle imposte
o le spese connesse con l'attività professionale).
L'indagine rappresenta, inoltre, la base informativa per le stime ufficiali della
povertà relativa e assoluta in Italia, grazie anche all'operato della Commissione
di indagine sull'esclusione sociale (Cies). La misura di povertà relativa individua
la condizione di svantaggio di alcuni soggetti (famiglie o individui) rispetto agli
altri e rimanda al concetto di disuguaglianza. La misura di povertà assoluta
si basa invece sulla definizione di un paniere minimo di beni e servizi necessari
al soddisfacimento di un insieme di bisogni essenziali e si configura, quindi, come
l'incapacità di acquisire i beni e servizi che permettono di raggiungere uno
standard di vita ritenuto "minimo accettabile" nel contesto di riferimento. Mentre
la soglia di povertà relativa varia solo in base all'ampiezza familiare, le
soglie di povertà assoluta vengono definite per ripartizione geografica, ampiezza
del comune di residenza e tipologia familiare.
L'indagine sui consumi delle famiglie rientra tra quelle comprese nel
Programma statistico nazionale, che raccoglie l'insieme delle rilevazioni
statistiche necessarie al Paese.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/53119/
Indagine aspetti della vita quotidiana
L'indagine campionaria "Aspetti della vita quotidiana", che fa parte di un sistema
integrato di indagini sociali - le Indagini Multiscopo sulle famiglie
- rileva le informazioni fondamentali relative alla vita quotidiana degli individui
e delle famiglie. A partire dal 1993, l'indagine viene svolta ogni anno e le informazioni
raccolte consentono di conoscere le abitudini dei cittadini e i problemi che essi
affrontano ogni giorno. Aree tematiche variegate si susseguono nei questionari,
permettendo di capire come vivono gli individui e se sono soddisfatti del funzionamento
di quei servizi di pubblica utilità che devono contribuire al miglioramento
della qualità della vita. Scuola, lavoro, vita familiare e di relazione, abitazione
e zona in cui si vive, tempo libero, partecipazione politica e sociale, salute,
stili di vita e rapporto con i servizi sono indagati in un'ottica in cui oggettività
dei comportamenti e soggettività delle aspettative, delle motivazioni, dei
giudizi contribuiscono a definire l'informazione sociale.
L'indagine rientra tra quelle comprese nel
Programma statistico nazionale, che raccoglie l'insieme delle rilevazioni
statistiche necessarie al Paese.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/4310/
Indagine viaggi e vacanze
La rilevazione "Viaggi, vacanze e vita quotidiana" fa parte di un sistema integrato
di indagini sociali - le Indagini Multiscopo sulle famiglie.
A partire dal 1997, l'indagine viene effettuata ogni tre mesi tramite interviste
telefoniche ad un campione di famiglie residenti nel Paese allo scopo di disporre
di informazioni di grande rilevanza e utilità nel settore del turismo, ma anche
su altri temi sociali che riguardano la vita e le abitudini dei cittadini.
Per quanto riguarda la parte dedicata al turismo, si rilevano informazioni per conoscere
le caratteristiche socio-demografiche delle persone che viaggiano, il numero e le
caratteristiche degli spostamenti turistici effettuati per motivi di vacanza o per
lavoro, sia in Italia che verso l'estero, la spesa sostenuta dalle famiglie per
viaggiare.
Le altre tematiche affrontate dall'indagine permettono di cogliere importanti aspetti
sociali legati allo stile di vita dei cittadini e all'utilizzo di servizi di pubblica
utilità (ad esempio il ricorso a servizi sanitari).
L'indagine rientra tra quelle comprese nel
Programma statistico nazionale, che raccoglie l'insieme delle rilevazioni
statistiche necessarie al Paese.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/70435/
Capitolo 8 - Cultura
ADS (Accertamenti Diffusione Stampa)
Nell'anno 1975 le Associazioni: UPA (Utenti Pubblicità Associati);
FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali); FEDERPRO
(Federazione Professionale della Pubblicità); FIP (Federazione
Italiana Pubblicità); hanno costituito la libera Associazione "Accertamenti
Diffusione Stampa, in via breve ADS" con l'intendimento di rendere
possibili le certificazioni dei dati di diffusione e di tiratura della stampa quotidiana
e periodica di qualunque specie pubblicata in Italia.
Dal 1998, sotto la diretta ed esclusiva responsabilità di ciascun Editore,
ADS pubblica ogni mese anche "i dati comunicati dall'Editore su media mobile mensile
di dodici mesi", il che permette un sollecito e continuo aggiornamento dei dati
e delle informazioni.
Per saperne di più: www.adsnotizie.it
ICCU - Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e
per le Informazioni Bibliografiche
(D.P.R. 3 dicembre 1975 n. 805, art. 15)
Le informazioni sulle biblioteche pubbliche sono acquisite attraverso la base dati
dell'Anagrafe delle biblioteche italiane dell'Istituto centrale per il catalogo
unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) del
Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac). La base dati sulle biblioteche
è stata realizzata dall'Iccu, in collaborazione con le Regioni e le Università,
nell'ambito di un progetto promosso dalla Direzione generale per i beni librari
e gli istituti culturali del Mibac. L'Iccu, in particolare cura l'aggiornamento
on line dei dati anagrafici, l'interrogazione in modalità information retrieval,
l'integrazione, il carico e lo scarico dei dati da e verso altri sistemi informativi
bibliotecari. Pur non trattandosi di dati esaustivi e rilevati in modo sistematico
(le informazioni contenute nella banca dati dell'Anagrafe sono aggiornate sulla
base delle indicazioni fornite per iniziativa spontanea dalle singole biblioteche),
i dati raccolti permettono di conoscere le principali caratteristiche della realtà
bibliotecaria nazionale.
Per saperne di più: http://anagrafe.iccu.sbn.it/index.html
Indagine consumi delle famiglie
L'indagine campionaria sui Consumi delle Famiglie, eseguita in Italia continuativamente
dal 1968, ha subito numerose e sostanziali modifiche nel tempo.
L'indagine ha lo scopo di rilevare la struttura e il livello dei consumi secondo
le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali delle famiglie
residenti.
Le definizioni e le metodologie risultano armonizzate alle più recenti direttive
europee (in particolare alla classificazione COICOP). Grazie al disegno che la caratterizza,
l'indagine consente di conoscere e seguire l'evoluzione in senso qualitativo e quantitativo
degli standard di vita e dei comportamenti di consumo delle principali tipologie
famigliari in riferimento ai diversi ambiti territoriali e sociali. Oggetto della
rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni
e servizi per il consumo. In tale definizione rientrano anche i beni provenienti
dal proprio orto o dalla propria azienda agricola direttamente consumati dalla famiglia
(autoconsumi), i beni e servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a titolo
di salario o per prestazioni di servizio, i fitti stimati delle abitazioni occupate
dai proprietari o godute a titolo gratuito. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia
per scopo diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio, l'acquisto
di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte, le spese connesse con attività
professionale, eccetera). In particolare, oltre alle notizie che riguardano gli
individui che compongono la famiglia, le caratteristiche dell'abitazione, il reddito
e il risparmio, sono rilevate le spese per generi alimentari, abitazione, arredamento,
abbigliamento e calzature, sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero,
spettacoli ed istruzione, altri beni e servizi.
L'indagine rileva l'ammontare complessivo della spesa al momento dell'acquisto del
bene o servizio, a prescindere dal momento dell'effettivo consumo o utilizzo e dalle
modalità di pagamento (per acquisti a rate o con carta di credito).
E' importante ricordare il ruolo fondamentale che l'indagine ha nella determinazione
degli aggregati (trimestrali ed annuali) di Contabilità Nazionale e nelle stime
ufficiali della povertà assoluta e relativa.
Indagine multiscopo
A partire dal 1993 l'Istat ha avviato il nuovo Sistema integrato di indagini Multiscopo.
Il sistema è progettato per la produzione di informazioni sugli individui e
sulle famiglie che integrabili con quelle desumibili da fonte amministrativa e dalle
imprese, contribuiscono a determinare la base informativa del quadro sociale del
Paese.
Il sistema di indagini multiscopo si articola su sette indagini campionarie che
coprono i più importanti temi di rilevanza sociale: un'indagine a cadenza annuale
sugli aspetti della vita quotidiana, una trimestrale sul turismo e cinque indagine
tematiche (PROSPETTO A). A queste vanno aggiunte altre indagini di approfondimento
che non hanno una pianificazione programmata ma che vengono realizzate a rotazione
nell'ambito delle suddette aree tematiche.
L'indagine campionaria "Aspetti della vita quotidiana" coinvolge ogni anno circa
19 mila famiglie ed oltre 49 mila individui, e fornisce un set di indicatori sociali
di base sulle principali aree tematiche, che vengono poi sviluppate e approfondite
nelle indagini ad hoc a cadenza quinquennale. L'unità di rilevazione è
costituita dalla famiglia di fatto; per famiglia di fatto si intende un
insieme di persone dimoranti abitualmente nella stessa abitazione e legate da vincoli
di parentela affinità, adozione, tutela, affettività o amicizia.
Negli anni l'indagine è stata più volte rinnovata, l'ultima modifica,
in linea con le esigenze maturate in sede internazionale, legate alla necessità
di fornire i dati armonizzati necessari al calcolo degli indicatori del Piano di
Azione eEurope2005, riguarda lo spostamento del periodo di rilevazione dalle ultime
due settimane di novembre a gennaio febbraio. Ciò ha inevitabilmente comportato
un "gap" nella serie storica.
PROSPETTO A - Sistema di indagini sociali Multiscopo.
Titolo dell'indagine
|
Cadenza
|
Aspetti della vita quotidiana |
Annuale |
Viaggi e vacanze
|
Trimestrale
|
Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari
|
Quinquennale
|
Tempo libero e cultura
|
Quinquennale
|
Sicurezza del cittadino
|
Quinquennale
|
Famiglie, soggetti sociali e condizione dell'infanzia
|
Quinquennale
|
Uso del tempo
|
Quinquennale
|
Musei, monumenti ed aree archeologiche statali
La rilevazione riguarda i Visitatori e gli Introiti dei musei, monumenti ed aree
archeologiche statali e viene effettuata attraverso l'inserimento dei dati mensili,
da parte delle Soprintendenze territorialmente competenti, nel Sistema Informativo
dell'Ufficio Statistica. I Musei, Monumenti ed Aree Archeologiche Statali possono
essere Gratuiti (senza biglietto d'ingresso) o a Pagamento (con biglietto d'ingresso,
rilasciato con o senza corresponsione di denaro). L'ingresso gratuito negli Istituti
museali a pagamento è riservato alle persone con età inferiore ai 18 anni
e superiore ai 65, nonché agli appartenenti alle categorie previste nel Decreto
Ministeriale n. 239 del 20/04/2006.
Gli Introiti sono riportati, generalmente, al lordo della quote spettanti ai concessionari
del servizio di biglietteria, ove presenti, mentre, in talune tavole, compaiono
anche gli importi al netto delle medesime quote. I dati presentati per gli istituti
a pagamento sono desunti dal numero dei biglietti emessi. I dati per gli istituti
gratuiti risultano stimati o rilevati dal registro delle presenze o da un dispositivo
contapersone.
Le unità statistiche di riferimento sono i 430 Istituti museali statali
visitabili, di cui 30 chiusi per tutto il periodo considerato per inagibilità,
o per lavori di restauro, o per mancanza di personale di custodia. In generale,
nelle elaborazioni di tipo aggregato (per Regione, per Provincia e per Anno) vengono
conteggiati solo gli Istituti museali aperti, mentre nelle elaborazioni per singolo
Istituto compaiono anche quelli chiusi che, ovviamente, avranno dati uguali a zero.
I 400 Istituti museali aperti sono così ripartiti:
- 197 Musei (n.141 a pagamento e n.56 gratuiti);
- 203 Monumenti e Aree Archeologiche (n. 82 a pagamento e n.121 gratuiti).
Sono state introdotte, già da alcuni anni, le aggregazioni di Istituti denominate
"Circuiti museali" (n.35 al 2007 che includono n.73 unità museali), atte a
fornire quantificazione dei dati relativi ai biglietti cumulativi, ovvero biglietti
che permettono l'accesso a diverse strutture museali. Questi dati non sono ricompresi
in quelli dei singoli Istituti che costituiscono il Circuito, in quanto non è
possibile rilevare il passaggio del visitatore, in assenza di un sistema di rilevazione
degli accessi. Nei casi in cui i "Circuiti museali" non emettono biglietto cumulativo
gratuito, gli Istituti componenti ne emettono e ne conteggiano uno proprio per consentire
l'ingresso.
Nei 400 Istituti museali aperti sono, altresì, compresi:
- 10 Istituti aperti, ad ingresso gratuito, per i quali il dato dei visitatori non
è rilevabile;
- 1 Istituto aperto per il quale il dato non è rilevabile in quanto accorpato
a quello di un altro Istituto cui è associato;
- 24 Istituti aperti per i quali il dato non è rilevabile in quanto esiste il
solo biglietto cumulativo;
- 8 Istituti museali aperti compresi in un Complesso Monumentale unico al quale sono
stati riferiti i dati.
Per saperne di più
http://www.statistica.beniculturali.it/Index.htm
SIAE
La SIAE è la Società Italiana degli Autori ed Editori. La sua funzione
istituzionale è la tutela del diritto d'autore. L'"Osservatorio dello Spettacolo"
si configura come centro di raccolta dati, di studi, di analisi statistiche e di
monitoraggio sull'andamento di tutti i comparti dello spettacolo. L'Osservatorio
dello Spettacolo fornisce indicazioni utili per l'interpretazione del fenomeno spettacolistico
in tutte le sue manifestazioni (cinema, teatro, lirica, commedie musicali, concerti,
ballo, mostre, sport, attrazioni dello spettacolo viaggiante).
Per saperne di più: http://www.siae.it
Capitolo 9 - Lavoro e previdenza sociale
Forze di lavoro (rilevazione continua)
La rilevazione continua delle forze lavoro è stata progettata e realizzata
con l'obiettivo di ottenere un elevato standard qualitativo delle informazioni raccolte,
sin dal momento della rilevazione. Ciò incide in modo determinante sulle scelte
metodologiche effettuate per la progettazione e realizzazione del disegno campionario,
per la definizione delle strategie per il trattamento dei dati e per la definizione
delle procedure di stima.
La popolazione di riferimento è costituita da tutti i componenti delle famiglie
residenti in Italia, anche se temporaneamente all'estero. Sono escluse le famiglie
che vivono abitualmente all'estero e i membri permanenti delle convivenze (istituti
religioso, caserme, ecc…). Il campionamento è a due stadi, le unità
di primo stadio (UPS) sono i comuni, mentre quelle di secondo stadio (USS) sono
le famiglie anagrafiche.
Le UPS sono stratificate all'interno di ciascuna provincia sulla base della dimensione
demografica dei comuni. Tale stratificazione conduce all'identificazione di due
tipologie di comuni: gli autorappresentativi (AR) che fanno tutti parte del campione;
i non autorappresentativi (NAR), selezionati in base alla dimensione demografica.
I comuni AR con maggiore dimensione geografica sono coinvolti nella rilevazione
tutte le settimane; gli altri comuni AR una settimana al mese. Ognuno dei comuni
NAR viene coinvolto nella rilevazione una settimana al mese secondo uno schema di
associazione casuale delle settimane ai comuni del campione. Tale disegno campionario
rimane fisso nel tempo.
Per ciascun comune viene estratto dalla lista anagrafica un campione casuale semplice
di famiglie. Tale campione è composto da gruppi di quattro famiglie, cosiddette
quartine, in numero pari al quello delle famiglie del campione previste per il comune
stesso. In tal modo si assegnano ad ogni famiglia base da intervistare (la prima
del gruppo estratto) altre tre famiglie da utilizzare in luogo di quella base qualora
questa non voglia o non possa partecipare all'indagine. Complessivamente vengono
estratte circa 76.800 famiglie a trimestre. In un anno vengono dunque intervistate
circa 300.000 famiglie.
La nuova rete di rilevazione dell'indagine continua sulle forze di lavoro rappresenta
uno degli elementi più innovativi e qualificanti della nuova indagine. Con
311 intervistatori operanti su tutto il territorio nazionale, gestiti e monitorati
direttamente dall'Istat, la rete di rilevazione è la più grande presente
in Italia, e si basa su un sistema informativo-informatico ad alta tecnologia che
gestisce gli interscambi informativi.
I dati annuali sono ottenuti come media dei risultati trimestrali.
Per l'anno 2011, la pubblicazione dei dati in forma di tavole avviene in forma ridotta,
poiché buona parte delle informazioni sono già presenti nel datawarehouse
dell' Istat "I.Stat", alla voce "Lavoro". Per questo motivo si posso riscontrare
leggere discrepanze o mancanze in alcune classificazioni di dettaglio (classi di
età, occupati a tempo pieno/parziale per settore produttivo etc.).
Si ricorda inoltre che, a seguito alla ristrutturazione dell'indagine a partire
dal 2004, i dati contenuti in queste tavole non sono confrontabili con quelli di
media annua pubblicati antecedentemente al 2004.
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/archivio/61549
La rilevazione OROS (ISTAT)
La rilevazione Oros è stata progettata per produrre informazioni trimestrali
sull'andamento di occupazione, retribuzioni e oneri sociali nelle imprese con dipendenti.
Per contenere l'onere che grava sulle imprese per la compilazione dei questionari
statistici si è scelto di utilizzare dati già forniti dalle imprese all'Istat
o ad altre istituzioni per scopi amministrativi. Gli indicatori Oros vengono, quindi,
stimati ricorrendo all'integrazione dei dati amministrativi di fonte Inps, tratti
dalle dichiarazioni contributive DM10, con le informazioni derivanti dall'indagine
mensile su Lavoro e retribuzioni nelle grandi imprese (GI). La popolazione oggetto
della rilevazione è costituita da tutte le imprese con dipendenti che hanno
corrisposto nel trimestre di riferimento retribuzioni imponibili a fini contributivi
e che svolgono la loro attività economica nei settori dell'industria e dei
servizi (sezioni di attività economica da B ad N della classificazione Ateco
2007). Sono, quindi, escluse le imprese che svolgono attività in agricoltura,
silvicoltura e pesca (sezione A), nella Pubblica Amministrazione (sezione O) e negli
altri servizi alle famiglie e alle imprese (sezioni P, Q, R, S, T, U).
A seguito dell'introduzione dei nuovi modelli UNIEMENS individuali, a partire dal
mese di competenza di gennaio 2010, la continuità del flusso informativo viene
garantita mediante l'acquisizione dei DM10 "virtuali", ricostruiti dall'Inps a fini
amministrativi. Ogni trimestre la rilevazione Oros produce una stima provvisoria
e una stima definitiva relativa al corrispondente trimestre dell'anno precedente.
La stima provvisoria viene rilasciata a circa 70 giorni dalla fine del trimestre
di riferimento e può essere rivista per tre trimestri fino a quando viene pubblicata
la stima definitiva, diffusa dopo 12 mesi. La stima definitiva viene prodotta al
fine di incorporare le informazioni che si rendono disponibili successivamente alla
pubblicazione della prima stima. Gli elementi considerati nel processo di revisione
sono i seguenti: - la disponibilità dell'universo delle dichiarazioni DM10
per la produzione della stima finale. Tale insieme di dati, acquisiti a circa un
anno dalla fine del trimestre di riferimento, sono caratterizzati da una maggiore
completezza e migliore qualità rispetto ai dati messi a disposizione dall'Inps
in tempi rapidi per la produzione della stima provvisoria; - la revisione dei dati
dell'indagine mensile GI. La politica di revisione degli indicatori sulle grandi
imprese prevede che le stime relative all'ultimo anno siano provvisorie e vengano
rese definitive, con cadenza annuale, in occasione della diffusione dei dati relativi
ai primi due mesi dell'anno successivo. A partire da giugno 2010 tali revisioni
sono introdotte negli indicatori Oros in occasione della diffusione del primo trimestre
di ogni anno e interessano i quattro trimestri dell'anno precedente; - l'aggiornamento
di informazioni di carattere strutturale sulle unità oggetto di rilevazione,
per effetto della disponibilità di fonti d'informazione più aggiornate
(classificazione per attività economica, natura istituzionale etc.); - le eventuali
revisioni occasionali nella metodologia di stima degli indicatori.
Osservatorio sulle ore autorizzate di cassa integrazione guadagni (CIG)
L' Osservatorio sulle Ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni effettua la
raccolta dei dati dagli archivi amministrativi INPS che gestiscono la cassa integrazione.
Gli archivi sono alimentati, per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria
industria ed edilizia dalle delibere di autorizzazione della commissione provinciale
del lavoro, per la cassa integrazione straordinaria dai decreti emessi dagli uffici
regionali del lavoro. Nella banca dati delle ore autorizzate CIG le sezioni sono
17 secondo la classificazione Ateco 2002.
In virtù di quanto detto è opportuno precisare che le ore autorizzate
ogni mese, non sono di competenza del mese stesso ma possono riferirsi sia a periodi
precedenti il mese di autorizzazione (la maggior parte) sia a periodi successivi.
L'unità statistica è rappresentata dall'ora di integrazione salariale
autorizzata nel mese all'azienda che ne fa richiesta. L'Osservatorio prevede un'elaborazione
sui dati contenuti nell'archivio che vengono poi pubblicati sul sito dell'Istituto,
dove è possibile una navigazione multidimensionale, con la possibilità
di costruire tavole statistiche personalizzate, scegliendo da un insieme di variabili
di classificazione, quelle d'interesse.
Il periodo preso in considerazione dall'Osservatorio comprende la serie storica
mensile degli ultimi 5 anni. L'Osservatorio viene integrato con cadenza mensile
con i dati relativi al mese precedente.
Per saperne di più:
http://www.inps.it/webidentity/banchedatistatistiche/menu/cig/cig_nota1.html
Excelsior
Il Sistema Informativo Excelsior e la relativa indagine annuale sui fabbisogni di
professionalità delle imprese si collocano ormai stabilmente all'interno del
Sistema Informativo del Lavoro; l'indagine rappresenta una fonte statistica ricorrente
per la conoscenza del mercato del lavoro e in particolare per la conoscenza dei
flussi di entrata e di uscita previsti dalle imprese, e ancora per la conoscenza
di tutta una serie di caratteristiche associate alle assunzioni previste dalle imprese
(tipo di figura, titolo di studio, ecc…).
I principali obiettivi del Progetto Excelsior si confermano essere: a) la misurazione
della domanda effettiva di professioni nei diversi bacini territoriali del lavoro
(in generale definiti dall'unità amministrativa provinciale, ma con approfondimenti
relativi a micro-aree territoriali e a settori/comparti produttivi specifici), in
modo da fornire un supporto informativo a quanti - enti pubblici o soggetti privati
- devono orientare l'offerta di lavoro verso le esigenze espresse dalla domanda
e facilitare l'incontro diretto e puntuale tra l'offerta stessa e la domanda da
parte delle imprese; b) il supporto nell'orientamento delle scelte dei decisori
istituzionali in materia di politiche della formazione scolastica e professionale,
nonché degli operatori della formazione a tutti i livelli, offrendo informazioni
dettagliate sui bisogni di professionalità espressi dalle imprese per il breve
medio periodo.
Il campo di osservazione della sesta indagine sulla domanda di lavoro è rappresentato
dall'universo delle imprese private iscritte al Registro delle Imprese delle Camere
di Commercio che, alla data del 31.12.2000, avevano almeno un dipendente, con l'esclusione
delle unità operative della pubblica amministrazione, delle aziende pubbliche
del settore sanitario, delle unità scolastiche e universitarie pubbliche, delle
organizzazioni associative.
Per identificare le imprese che si potevano considerare attive e quelle che, avendo
almeno un addetto dipendente, erano comprese nel campo di osservazione, nonché
per completare ed eventualmente correggere le informazioni sulle variabili di stratificazione,
si è proceduto al confronto puntuale tra le posizioni del Registro e quelle
di altre anagrafi amministrative i cui dati confluiscono nel REA, Repertorio delle
notizie Economiche e Amministrative, connesso al Registro delle Imprese e tenuto
presso ciascuna Camera di Commercio. In particolare, sono stati utilizzati i dati
dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e dell'Istituto Nazionale
Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL).
Per saperne di più: http://excelsior.unioncamere.net/
INAIL Banca dati statistica infortuni
Il fenomeno degli infortuni sul lavoro è per sua natura molto complesso, dipendente
da molti fattori eterogenei e di estrema delicatezza.
Il processo operativo si attiva al momento della segnalazione dell'evento a una
delle Sedi operative dell'Istituto, dove inizia il trattamento informatizzato del
caso di infortunio che, attraverso i collegamenti telematici fra i sistemi periferici
e sistema gestionale centrale, provvede ad effettuare una serie di elaborazioni
che trasformano il dato amministrativo in informazione statistica,
patrimonializzato in banche dati dedicate.
Il processo sopraesposto, richiede tempi tecnici adeguati alle esigenze di un'informazione
che per essere corretta e attendibile deve anzitutto essere completa.
Appare evidente, pertanto, che le inevitabili viscosità nella filiera di formazione
del dato statistico (acquisizione - elaborazione - validazione - diffusione) impongano
il rispetto di un congruo periodo di consolidamento.
A questo scopo l'Inail, accanto alla Banca dati Statistica che riporta in forma
strutturata statistiche annue e consolidate, ha realizzato anche Dati mensili, un
osservatorio nato per esigenze di natura amministrativa, che acquisisce ed elabora
tutte le denunce e le segnalazioni pervenute in ciascun mese alle unità territoriali
dell'Istituto che vanno ad alimentare il sistema centrale entro il 25 del mese successivo.
All'interno della Banca Dati Statistica sono riportate le informazioni relative
ai rami Infortuni sul lavoro e Malattie professionali per l'ultimo quinquennio
disponibile, con aggregazione comunale, provinciale, regionale, territoriale e nazionale.
Sia gli infortuni sul lavoro che le malattie professionali sono articolati in sotto
rami: Denunciati e Definiti. Il sotto ramo infortuni denunciati è distinto
tra casi in complesso e casi mortali (quest'ultima sezione non è presente per
le malattie professionali) separatamente per:
- Tutte Le Gestioni
- Industria E Servizi
- Agricoltura
- Conto Stato (sia dipendenti che studenti di scuole pubbliche)
- Gestione Autonoma Casalinghe
Per l'Industria e Servizi sono disponibili ulteriori informazioni per i
sottorami: Tutti i settori tariffari, Industria, Artigianato, Terziario, Altre Attività.
Si è così generata, in questo processo operativo, una base aggiuntiva
di informazioni che, seppur provvisorie, parziali e indicative, sono elaborabili
statisticamente sia a livello territoriale e settoriale, sia relativamente ai singoli
mesi e al periodo complessivo cumulato dall'inizio dell'anno.
I dati dell'anno corrente, inoltre, sono affiancati da quelli, analoghi per natura
e volume, rilevati nei corrispondenti periodi dell'anno precedente.
L'Istituto ha messo a punto e sperimentato un modello matematico di questo tipo
che, elaborando gli andamenti storici pregressi dell'acquisizione dei dati, cadenzati
nelle successive fasi di aggiornamento, consente di stimare in modo attendibile
le informazioni parziali e non ancora consolidate.
Per saperne di più:
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_STATISTICHE&nextPage=Dati_INAIL/index.jsp
INPS - Statistiche della previdenza e dell'assistenza - Casellario centrale
dei pensionati
I dati forniti nelle tavole statistiche sono desunti dall'archivio amministrativo
del Casellario centrale per la raccolta, la conservazione e la gestione dei dati
e degli elementi relativi ai titolari di trattamenti pensionistici. In base al Dpr
31 dicembre 1971, numero 1388, successivamente modificato dal decreto legge 6 luglio
1978, numero 352 e dalla legge 22 marzo 1995, numero 85, tutti gli enti erogatori
di prestazioni pensionistiche obbligatorie e integrative e i soggetti erogatori
di pensioni e assegni continuativi assistenziali sono tenuti a comunicare periodicamente
all'Inps, entro il primo trimestre dell'anno la situazione delle prestazioni pensionistiche
vigenti al 31 dicembre dell'anno precedente. Per ciascuna prestazione l'archivio
contiene, oltre alle caratteristiche della pensione e al suo importo in pagamento,
una serie di informazioni sul beneficiario. Sulla base di tali elementi è stato
possibile valutare non solo il numero delle pensioni vigenti, ma anche il numero
dei soggetti percettori delle stesse1. . Nel caso di prestazioni pensionistiche
indirette erogate a favore di più soggetti2, a fini statistici si
considerano tante prestazioni quanti sono i beneficiari del trattamento
L'analisi dei dati, nell'ambito del Sistema integrato di statistiche sull'assistenza
e la previdenza sociale (Sisap), tiene conto dei principali aspetti istituzionali
del sistema pensionistico vigente nel nostro Paese e fa riferimento al numero e
all'importo delle prestazioni pensionistiche erogate alle diverse tipologie di beneficiari,
nonché alla loro distribuzione per genere, età, importo mensile delle
prestazioni (comprensivo del rateo della tredicesima), regione e provincia di residenza.
Sono state considerate, secondo la classificazione di seguito descritta, le prestazioni
di natura previdenziale (di base - Ivs e indennitarie- e integrative) e quelle di
natura assistenziale. Le prime sono erogate a seguito del versamento di una contribuzione
effettuata in presenza di un'attività lavorativa e possono rappresentare la
copertura di base dei principali rischi assicurati dal sistema di sicurezza sociale
oppure integrare il livello di tali prestazioni con importi aggiuntivi. Le prestazioni
di natura assistenziale sono prevalentemente finalizzate ad assicurare un livello
di vita dignitoso ad individui che hanno redditi propri e familiari insufficienti.
Queste ultime prestazioni sono finanziate generalmente attraverso la fiscalità
generale.
Le prestazioni incluse nell'analisi sono dunque le seguenti:
- pensioni di vecchiaia, anzianità e prepensionamenti, pensioni e assegni di
invalidità, pensioni di inabilità, rendite per infortuni sul lavoro e
per malattia professionale (dirette e indirette);
- pensioni ai superstiti e pensioni di reversibilità;
- pensioni di guerra (dirette e indirette);
- pensioni, assegni e indennità a favore dei non vedenti civili, dei non udenti
civili e degli invalidi civili e a favore dei cittadini ultrasessantacinquenni con
redditi insufficienti;
- assegni vitalizi agli ex combattenti, insigniti dell'ordine di Vittorio Veneto,
e assegni di Medaglia e Croce al valore militare.
Allo scopo di fornire un quadro sintetico e, per quanto possibile, omogeneo delle
varie forme di pensione analizzate, esse sono state raggruppate in cinque tipologie
a seconda della natura istituzionale della prestazione e dell'evento che ha determinato
l'erogazione della stessa: 1) invalidità, 2) vecchiaia,3 3) superstiti, 4)
indennitarie, 5) assistenziali.
Ai fini dell'elaborazione dei dati, l'importo annuo della pensione è quello
rilevato al 31 dicembre di ciascun anno al lordo delle eventuali trattenute fiscali
e contributive ed è costituito dalle seguenti componenti: importo base, incremento
collegato alla variazione dell'indice del costo della vita e alla dinamica delle
retribuzioni ed eventuali altri assegni e indennità. L'importo annuo di ciascuna
pensione è fornito dal prodotto tra l'importo mensile della pensione pagata
al 31 dicembre dell'anno di riferimento della rilevazione ed il numero di mensilità
per cui è prevista l'erogazione della pensione. La spesa pensionistica che
ne consegue rappresenta un dato di stock e pertanto non coincide con la spesa pensionistica
effettivamente sostenuta dagli enti che hanno erogato la prestazione (dato di flusso).
Per saperne di più:
http://www.inps.it/webidentity/banchedatistatistiche/casella/nota/NOTA_METODOLOGICA.htm
Capitolo 10 - Contabilità nazionale. Dati territoriali
CONTI ECONOMICI TERRITORIALI
a) Dati regionali
In occasione della diffusione delle stime provvisorie relative all'anno 2011 avvenuta
in data 23 novembre 2012, l'Istat ha pubblicato la serie dei Conti economici regionali
per il periodo 1995-2011. Le serie pubblicate sono elaborate in base alla nuova
classificazione delle attività economiche (Ateco 2007, versione italiana della
Nace Rev. 2) e riportano i valori a prezzi correnti, i valori a prezzi dell'anno
precedente e i valori concatenati con riferimento al 2005. Il passaggio alla nuova
classificazione è stato concordato a livello europeo secondo un piano che ha
previsto l'adeguamento degli indicatori congiunturali (nel 2009), delle statistiche
strutturali (nel 2010), dei conti nazionali (nel 2011) e dei conti regionali (nel
2012).
Gli aggregati regionali sono prodotti e pubblicati considerando distintamente le
Province Autonome di Bolzano-Bozen e Trento che, ai sensi del Regolamento n. 1059/2003
del Parlamento Europeo, sono considerate al 2° livello della Nomenclatura europea
delle unità statistiche territoriali (NUTS), al rango delle altre 19 regioni
italiane.
Gli aggregati regionali diffusi il 23 novembre 2012, utilizzati per la redazione
del presente capitolo, sono coerenti con i conti nazionali diffusi il 4 ottobre
2012. Le stime riguardano il conto delle risorse e degli impieghi e il conto della
generazione dei redditi primari, oltre ai dati regionali relativi a occupati e unità
di lavoro (dipendenti, indipendenti e totali).
Per gli anni 2000-2010 le serie sono diffuse a 29 branche di attività economica,
mentre le stime riguardanti il 2011 riportano solo i sei macrosettori. Le stime
per l'anno 2011, infatti, si fondano su una base informativa ridotta, poiché
composta dai dati disponibili a soli undici mesi dalla fine dell'anno di riferimento.
L'utilizzo di tecniche statistiche ed econometriche basate su indicatori indiretti
comporta un alto grado di provvisorietà di tali stime, un ridotto numero di
variabili e un minor livello di dettaglio settoriale.
Si avverte infine che le somme dei dati regionali e ripartizionali differiscono
dal dato riferito al totale nazionale a causa delle attività economiche non
attribuibili a specifici territori regionali (es: ambasciate italiane all'estero,
piattaforme marine per l'estrazione di idrocarburi). Inoltre nelle tavole non sono
utilizzati i normali segni convenzionali, pertanto il valore 0,0 può significare
sia che il fenomeno non esiste o presenta valore nullo sia che il dato non raggiunge
la metà della cifra dell'ordine minimo considerato. Per effetto degli arrotondamenti
in migliaia o in milioni operati direttamente dall'elaboratore, i dati delle tavole
possono non coincidere tra loro per qualche unità (di migliaia o di milioni).
Tali motivi, inoltre, non sempre hanno consentito la realizzazione della quadratura
verticale nell'ambito della stessa tavola.
b) Dati provinciali
Il 5 gennaio 2011 l'Istat ha diffuso le ultime serie attualmente disponibili (e
qui riportate) delle stime a livello provinciale per gli anni 1995-2008 relative
al valore aggiunto ai prezzi base espresso in valori correnti. Gli ultimi dati di
livello provinciale relativi agli occupati interni e alle unità di lavoro risalgono
invece alla pubblicazione del 14 gennaio 2010, che ha diffuso le serie relative
agli anni 1995-2007.
A tal proposito è utile ricordare che le serie relative all'input di lavoro
provinciale, pubblicate il 14 gennaio 2010 e riferite al periodo 1995-2008, sono
coerenti con i dati nazionali e regionali diffusi il 15 ottobre 2009; analogamente
le serie sul valore aggiunto provinciale pubblicate il 5 gennaio 2011 sono allineate
con i conti economici nazionali e regionali diffusi nel novembre 2010. Non sono
stati pubblicati dati provinciali aggiornati a seguito della revisione dei conti
economici regionali avvenuta a partire dal febbraio 2012. Per questo motivo nel
capitolo relativo ai conti territoriali di questa edizione dell'Annuario Statistico
Regionale le tavole che riportano i dati provinciali (le tavole dalla 10.24 alla
10.32) possono indicare relativamente ad un dato aggregato economico un valore totale
regionale (ottenuto come somma dei valori delle quattro province liguri), che può
differire da quello riportato per quello stesso aggregato nelle tavole che includono
solo i dati regionali (ossia le tavole dalla 10.1 alla 10.23, che appunto si basano
sull'ultimo aggiornamento dei conti economici regionali di novembre 2012).
Per saperne di più: http://www.istat.it/it/conti-nazionali
Capitolo 11 - Agricoltura e foreste
La revisione dei dati della branca Agricoltura
La revisione delle informazioni del settore agricolo da parte dell'Istituto di Statistica
(ISTAT), rientra nella revisione generale dei conti nazionali avviato in occasione
del passaggio al nuovo Sistema europeo dei conti nazionali nel 1995 (Sec95) previsto
con il regolamento comunitario 2223/96, e proseguita successivamente con la revisione
adottata nel 2005, sulla scorta dei nuovi impegni da parte degli stati membri in
sede di Comitato Prodotto nazionale lordo Pnl) di Eurostat.
Le elaborazioni fatte dall'Istat, per la stima dei conti nazionali, rappresentano
un processo continuo di miglioramento delle stime, che tengano conto della disponibilità
di fonti nuove e più consolidate.
Come per i diversi settori, anche l'Agricoltura è stata interessata dalla revisione
delle stime dei principali aggregati (produzioni, consumi intermedi e valore aggiunto).
In merito alle produzioni, l'integrazione delle stime ha riguardato principalmente
sia le attività connesse che le attività secondarie tipiche delle aziende
agricole, mentre dal lato dei costi intermedi la revisione ha interessatola la componente
dei costi relativi all'energia, ai mangimi, alle spese di stalla,alle sementi e
piantine, ai servizi e alle spese varie.
Le principali fonti di dati utilizzati per l'anno di benchmark, derivano da diverse
indagini Istat tra cui il Censimento generale dell'Agricoltura, l'indagine sulla
struttura e produzione delle aziende agricole (Spa) e l'indagine sui risultati economici
delle aziende agricole (Rea).
La revisione delle indagini in agricoltura ha riguardato principalmente le metodologie
adottate, oltre ad un utilizzo sempre più spinto delle fonti di natura amministrativa.
Lo schema di riferimento adottato per la costruzione del sistema delle statistiche
agricole si basa pertanto sulle rilevazioni sia di natura strutturale che congiunturale.
Le principali fonti utilizzate
Stima delle superfici e produzioni delle coltivazioni agricole
L'indagine "Stima delle superfici e produzioni delle coltivazioni agricole" è
un rilevazione mensile prevista dal Programma Statistico Nazionale (IST - 02049).
La rilevazione si basa su una tecnica d'indagine di tipo estimativo, per cui, a
partire dai risultati censuari, gli esperti di agricoltura a livello locale forniscono
periodicamente una valutazione delle variazioni delle superfici e delle rese, su
base provinciale, rispetto all'annata agraria precedente. I dati sono raccolti dalle
Regioni e dalle Province Autonome) che, compilando dei modelli mensili cadenzati
secondo il ciclo vegetativo delle principali coltivazioni agricole, li inviano all'Istat..
I dati raccolti sono utilizzati per ottemperare ai seguenti regolamenti comunitari:
CE 357/79, CE 543/2009.
Indagine campionaria sulla struttura e produzioni delle aziende agricole (Spa)
L'indagine sulla "struttura e sulle produzioni delle aziende agricole" (Spa) viene
effettuata in attuazione del Regolamento (CEE) n.571/88 del Consiglio e di specifiche
direttive del Consiglio. L'indagine si ripete con cadenza triennale ed è svolta
dall'Istat di concerto con le Regioni e Province autonome competenti per territorio.
La raccolta dei dati avviene su un campione casuale di aziende agricole selezionate
dall'archivio costruito al censimento generale dell'Agricoltura..
Indagine sull'Agriturismo
L'indagine "Agriturismo al 31 dicembre di ogni anno", è inserita nel Programma
statistico nazionale (codice IST-00697). Per la rilevazione in oggetto l'Istat si
avvale, quali organi intermedi, degli Uffici di statistica delle Regioni e delle
Province autonome di Trento e di Bolzano costituiti ai sensi dell'art. 5 del d.lgs.
6 settembre 1989, n. 322, i quali, a loro volta, possono avvalersi degli uffici
competenti in materia di agricoltura a livello regionale o provinciale. La rilevazione
avviene mediante acquisizione diretta da documenti amministrativi esistenti presso
gli Enti territoriali di competenza. In Italia l'attività agrituristica è
regolata dalla Legge 20 febbraio 2006 n.96, nel caso specifico della Regione Liguria,
la Legge Regionale che norma il settore è la LR del 21 novembre 2007 n.37 "Disciplina
dell'attività agrituristica, della pesca turismo e ittiturismo".
Dati annuali sui prodotti di qualità DOP e IGP
La rilevazione è a cadenza annuale al 31 dicembre di ogni anno, è una
indagine di natura amministrativa e riguarda i prodotti agroalimentari di qualità
Dop, Igp e Stg, che dispongono alla data di rilevazione del riconoscimento comunitario
"Denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta o specialità
tradizionale garantita". L'indagine riguarda inoltre tutti gli operatori distinti
in produttori e trasformatori, autorizzati al trattamento delle derrate agricole
perla trasformazione in prodotti agroalimentari di qualità. I dati sono rilevati
utilizzando come fonte gli archivi amministrativi degli Organismi di controllo autorizzati
alla certificazione delle produzioni di ogni singolo produttore agricolo e/o trasformatore
e/o elaboratore di ciascun prodotto di qualità che ha conseguito il riconoscimento
ufficiale dell'Unione europea. I dati vengono raccolti presso gli Organismi di controllo
dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che provvede a trasmetterli
all'Istat.
Statistiche sulle foreste
Ai sensi e per gli effetti della Convenzione tra Regione Liguria e Corpo Forestale
dello Stato del 28 febbraio 2008, il C.F.S svolge per conto della Regione le rilevazioni
Istat relativa alle statistiche forestali. I dati utilizzati sono stati ottenuti
da due indagini specifiche che sono: "Rilevazione delle tagliate e delle utilizzazioni
legnose forestali" e l'indagine "Rilevazione sulle utilizzazioni legnose fuori foresta".
Ambedue le indagini hanno cadenza trimestrale è vengono svolte dai comandi
provinciali del C.F.S attraverso fonti di natura amministrativa, in parte con fonti
estimative o con rilevazione diretta per le superfici forestali.
Censimento Generale dell'Agricoltura 2010
Il 6° Censimento dell'Agricoltura ha rilevato in ciascun Comune le aziende
agricole e zootecniche da chiunque condotte le cui dimensioni in termini di superficie
o di consistenza del bestiame allevato siano state superiori o uguali alle soglie
minime fissate dall'Istat nel rispetto del Regolamento CE n.1166/2008.
Movimprese
Movimprese è l'analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle
imprese, condotta da Infocamere per conto di Unioncamere, sugli archivi di tutte
le camere di commercio.
Capitolo 12 - Industria - Capitolo 13 - Artigianato - Capitolo 20 - Dinamica delle
imprese
Andamento demografico delle imprese
Al fine di interpretare in modo corretto i tassi demografici delle imprese, occorre
ricordare che nel calcolo dei medesimi entrano in gioco delle variabili che misurano
le variazioni di consistenza degli archivi del Registro Imprese. I flussi delle
iscrizioni e delle cessazioni indicano, infatti, il numero di operazioni eseguite
nel Registro Imprese durante l'anno, indipendentemente dalla data effettiva di inizio
o fine attività dell'impresa. Questi tassi risentono delle operazioni di aggiornamento
effettuate sugli archivi del Registro Imprese da parte degli operatori camerali.
Pertanto, se in una provincia vengono effettuate massicce operazioni di cessazioni
d'ufficio delle posizioni non più attive, i tassi di crescita risulteranno
decisamente ridotti o addirittura negativi, rispetto ad altre province in cui interventi
di questo genere non siano mai stati condotti, o siano stati condotti in precedenza.
Per saperne di più: http://www.infocamere.it/movimprese/
Classificazione dell'attività economica (ATECO 2007)
A partire dal 1° gennaio 2008 l'Istat ha adottato la nuova classificazione
delle attività economiche
Ateco 2007.
La migrazione
delle statistiche economiche alla nuova classificazione avviene secondo
un calendario specifico per le singole indagini statistiche ed unico per i paesi
dell'Ue.
Tale classificazione costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea,
Nace Rev.2, pubblicata sull'Official Journal il 20 dicembre
2006 (
Regolamento (CE) n.1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006).
L'Ateco 2007 è stata definita ed approvata da un Comitato di gestione appositamente
costituito. Esso prevede la partecipazione, oltre all'Istat che lo coordina, di
numerose figure istituzionali: i Ministeri interessati, gli Enti che gestiscono
le principali fonti amministrative sulle imprese (mondo fiscale e camerale, enti
previdenziali, ecc.) e le principali associazioni imprenditoriali.
Grazie alla stretta collaborazione avuta con l'Agenzia delle Entrate e le Camere
di Commercio si è pervenuti ad un'unica classificazione. Per la prima volta
il mondo della statistica ufficiale, il mondo fiscale e quello camerale adottano
la stessa classificazione delle attività economiche. Tale risultato costituisce
un significativo passo in avanti nel processo di integrazione e semplificazione
delle informazioni acquisite e gestite dalla Pubblica Amministrazione.
Note: La classificazione delle attività economiche è
stata oggetto di una attenta verifica che ha sanato alcune imprecisioni emerse nel
corso del 2008. Si tratta di modifiche non sostanziali, esplicitate in una colonna
aggiuntiva della struttura dell'Ateco 2007. Le modifiche decorrono dal 1° gennaio
2009.
Per saperne di più :
http://www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/
Imprese femminili
L'Osservatorio Imprenditoria Femminile è stato realizzato da InfoCamere su
iniziativa di Unioncamere. E' composto da due distinte navigazioni statistiche:
Imprese Femminili: statistiche sulle imprese partecipate in prevalenza da
donne. Fornisce informazioni sulle imprese femminili registrate nonchè sui
flussi semestrali di Iscrizione e Cessazione.
Cariche Femminili: statistiche sulle cariche assunte da donne e sulle donne
titolari di azioni/quote di capitale.
L'Osservatorio è aggiornato con cadenza semestrale, a giugno e dicembre.
Per saperne di più: http://www.unioncamere.it/
Imprese giovanili
Nasce nel 2011 l'Osservatorio sull'Imprenditoria giovanile, dove per impresa giovanile
si intende l'impresa in cui, alla data della rilevazione, si verifichino le seguenti
condizioni: nel caso di imprese individuali, che il titolare abbia meno di 35 anni;
nel caso di società di persone, che oltre il 50% dei soci abbia meno di 35
anni; nel caso di società di capitali, che la media delle età dei soci
e degli amministratori sia inferiore al limite dei 35 anni.
Imprese straniere
Per impresa straniera si intende un'impresa in cui la partecipazione di persone
non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni
di quote di partecipazione e cariche attribuite.
Registro imprese e REA (Repertorio delle notizie economiche e amministrative)
Presso ciascuna Camera di Commercio è tenuto il registro delle imprese, secondo
il modello approvato con decreto del Ministero dell'industria, ricoprente i soggetti
previsti dalla legge e in particolare:
- gli imprenditori di cui all'art. 2195 del codice civile;
- le società di cui all'art. 2200 del codice civile;
- i consorzi di cui all'articolo 2612 del codice civile;
- i gruppi europei di interesse economico di cui al decreto legislativo 23 luglio
1991, n. 240;
- gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale un'attività
commerciale, di cui all'art. 2201 del codice civile;
- le società che sono soggette alla legge italiana ai sensi dell'art. 25 della
legge 31 maggio 1995, n. 218;
- gli imprenditori agricoli di cui all'art. 2135 del codice civile;
- i piccoli imprenditori di cui all'art. 2083 del codice civile;
- le società semplici di cui all'art. 2251 del codice civile.
Nel registro imprese sono inoltre iscritti gli atti previsti dalla legge.
I soggetti previsti agli ultimi tre punti elencati sono iscritti, ai sensi dell'art.
2 del D.P.R. 558/'99, in una sezione speciale del registro imprese. Le persone fisiche,
le società e i consorzi iscritti all'albo delle imprese artigiane ex L.8/8/1995
n. 443 sono annotati nella medesima sezione speciale.
In attuazione dell'art. 8, comma 8, lettera d), della legge n. 580 del 1993, presso
l'ufficio è istituito il repertorio delle notizie economiche e amministrative
(REA). Sono obbligati alla denuncia al REA: gli imprenditori iscritti nel Registro
Imprese, gli imprenditori con sede principale all'estero che aprono sul territorio
nazionale unità locali; soggetti no profit (associazioni, fondazioni, ecc…)
che iniziano a svolgere un'attività economica sia pure non prevalente.
Il numero di iscrizione degli imprenditori nel registro delle imprese o nella sezione
speciale dello stesso ed il numero di iscrizione dei soggetti obbligati alla denuncia
al REA coincidono con il numero di codice fiscale di cui al D.P.R. 29/9/1973, N.
605 (art. D.P.R. 558/'99).
Il REA contiene le notizie economiche ed amministrative per le quali è prevista
la denuncia alla Camera di Commercio e la relativa utilizzazione con esclusione
di quelle già iscritte o annotate nel Registro Imprese e nelle sue sezioni
speciali (regio decreto 20/9/1934, n. 2011; regio decreto 4/1/1925, n. 29; art.
29 decreto legge 28/2/1983 n. 55, convertito, con modificazioni, da legge 26/4/1983,
n. 131). Con decreto del Ministro dell'Industria, d'intesa con il Ministro delle
risorse agricole, alimentari e forestali per la parte riguardante le imprese agricole,
sono indicate le notizie di carattere economico, statistico, amministrativo che
l'ufficio può acquisire, invece che dai privati, direttamente dagli archivi
di pubbliche amministrazioni e dai concessionari di pubblici servizi secondo le
norme vigenti, nonché dall'archivio statistico delle imprese attive costituito
a norma del già ricordato regolamento CEE n. 2186 del 22 luglio 1993, purchè
non coperte dal segreto statistico. Con lo stesso decreto sono stabilite modalità
semplificate per la denuncia delle notizie di carattere economico ed amministrativo
da parte dei soggetti iscritti o annotati nelle sezioni speciali.
L'esercente attività agricole deve altresì indicare, qualora non compresi
negli archivi di cui al comma 3, i dati colturali, l'estensione e la tipologia dei
terreni con i relativi dati catastali, la tipologia degli allevamenti del bestiame,
secondo il modello approvato con decreto del Ministro dell'Industria, di concerto
con il Ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali, sentita la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Bolzano
e Trento.
Capitolo 14 - Costruzioni
Nuova rilevazione sui permessi di costruire
La rilevazione ha cadenza mensile e copertura totale e raccoglie le informazioni
sui progetti di fabbricati nuovi, residenziali e non residenziali, o di ampliamenti
di fabbricati preesistenti, per i quali sia stato ritirato regolare "Permesso di
costruire" presso gli uffici comunali di competenza. Le trasformazioni e le ristrutturazioni
di fabbricati già esistenti, che non comportano variazioni di volume degli
stessi, non rientrano nel campo di rilevazione.
L'unità di rilevazione è costituita dalla singola opera, rappresentata
da un intero fabbricato nuovo, anche se demolito e interamente ricostruito, o dall'ampliamento
di un fabbricato preesistente. Due o più opere, relative allo stesso permesso
di costruire, costituiscono due o più unita di rilevazione per le quali vengono
compilati altrettanti modelli di rilevazione.
Lo strumento di rilevazione è costituito da un questionario
Gli uffici comunali hanno il compito di raccogliere mensilmente i questionari, controllare
l'esattezza delle informazioni che vi sono riportate, completarli compilando la
parte riservata al comune e inviarli mensilmente all'Istat. In caso di assenza di
permessi di costruire nel mese di riferimento, il Comune deve inviare una segnalazione
di attività nulla (modello Istat/Ae/Neg). Se il Comune, nel mese di riferimento,
non invia alcun questionario o segnalazione di attività nulla, è considerato
non rispondente.
Caratteristiche della mancata risposta
Nelle indagini statistiche, sia censuarie sia campionarie, può verificarsi
l'impossibilità di ottenere le informazioni da tutte le unità di rilevazione.
Tale fenomeno è noto come mancata risposta o incompletezza dei dati. Nel caso
della Rilevazione dei permessi di costruire, organizzata come indagine censuaria
di tutti i Comuni italiani e ripetuta nel tempo, la mancata risposta si riferisce
a sottoinsiemi di Comuni di numerosità variabile e di composizione differente
in ciascun mese.
Il fenomeno della mancata risposta si differenzia, oltre che per il numero dei mesi
di collaborazione, anche per la dimensione demografica e per la posizione geografica
dei Comuni non rispondenti.
Metodo di imputazione dei dati mancanti
La metodologia di imputazione dei dati mancanti è distinta per due sottoinsiemi
di comuni: quelli capoluogo o non capoluogo con più di 50 mila abitanti e quelli
restanti.
Il metodo utilizzato per i comuni del primo sottoinsieme tiene conto dell'importanza
che essi assumono in termine di peso nella rilevazione e della loro elevata collaborazione
complessiva. L'integrazione dei dati mensili si basa su una analisi puntuale delle
informazioni elementari che conduce ad individuare l'insieme di record da utilizzare
per l'imputazione delle mancate risposte. In sintesi, i dati mensili mancanti sono
imputati sulla base di quelli forniti dal medesimo comune per i mesi contigui o,
in caso di ulteriori mancate risposte, nel medesimo mese di anni contigui.
Capitolo 15 - Commercio interno
Indice dei prezzi al consumo
L'inflazione è un processo di aumento continuo e generalizzato del livello
dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un aumento dell'inflazione
corrisponde ad una situazione in cui aumenta la velocità di crescita dei prezzi,
mentre una riduzione dell'inflazione si verifica nel caso in cui i prezzi, pur essendo
in aumento, crescono a una velocità minore.
L'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo,
uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme
di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo degli effettivi consumi delle
famiglie in uno specifico anno.
L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività
nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato
europeo (IPCA).
Finalità dei tre indici dei prezzi al consumo
I tre indici dei prezzi al consumo hanno finalità differenti:
- il NIC misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico; in altre parole
considera l'Italia come se fosse un'unica grande famiglia di consumatori, all'interno
della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi
di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle
politiche economiche;
- il FOI si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore
dipendente (extragricolo). È l'indice usato per adeguare periodicamente i valori
monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato;
- l'IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile
a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza
delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della
permanenza nell'Unione monetaria.
Analogie e differenze tra i diversi indici
I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo,
condivisa a livello internazionale.
NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio
è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della
popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera
popolazione italiana, ovvero la grande famiglia di oltre 59 milioni di persone;
per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.
L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia
dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo
comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle
assicurazioni sulla vita.
Un'ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato:
il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita. L'IPCA si riferisce
invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei
medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del
prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato
dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket). Inoltre, l'IPCA
tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).
Per saperne di più : http://www.istat.it/prezzi/precon/
Sistema statistico per il monitoraggio della rete distributiva: revisione e
ampliamento al settore dei servizi oggetto della direttiva 2006/123/CE
A distanza di quasi un decennio dall'avvio del sistema informativo della rete di
vendita, nato con la istituzione dell'Osservatorio Nazionale del Commercio, è
emersa l'esigenza di rivederne il funzionamento sulla base dell'esperienza maturata,
ed alla luce delle nuove necessità derivanti della prossima applicazione della
direttiva 123/2006 sulla libera prestazione dei servizi nel mercato interno.
Si ricorda che il funzionamento del sistema è basato sull'utilizzo delle informazioni
presenti nel Registro delle Imprese, la cui codifica fa riferimento alla classificazione
delle attività economiche adottata dall'Istituto Nazionale di Statistica: nel
corso del 2009 il Registro delle Imprese ha riorganizzato la propria banca dati
sulla base della nuova classificazione ATECO2007, con conseguenti modifiche sia
nelle voci precedentemente utilizzate, che nella numerosità delle posizioni
ad esse riconducibili.
A seguito di tale riorganizzazione è stata operata la revisione del sistema
di monitoraggio, attraverso un consistente aumento delle tipologie merceologiche
dell'intero settore distributivo, la cui analisi per specializzazione risulta pertanto
più dettagliata. Il 2009 costituisce dunque il primo anno di una nuova serie
storica, non essendo più correttamente confrontabile con la precedente.
Sono inoltre ancora in corso di revisione le modalità di calcolo utilizzate
per l'analisi dei flussi nei diversi comparti, mentre è stata sospesa la rilevazione
dei modelli COM, considerata l'incompletezza dei dati.
Infine, in vista della prossima applicazione della direttiva 123/2006 sulla libera
prestazione dei servizi nel mercato interno, si è provveduto ad estendere il
sistema anche a questi ultimi. I relativi dati statistici (non ancora disponibili)
verranno temporaneamente ospitati in una nuova sezione dell'Osservatorio Nazionale
del Commercio.
Per facilitare l'individuazione del contenuto merceologico delle voci riportate
nelle tavole pubblicate nel sito, sono state predisposte le tavole di raccordo con
le codifiche ATECO2007 per i seguenti settori:
- Dettaglio in sede fissa
- Dettaglio ambulante ed al di fuori di negozi banchi e mercati
- Ingrosso
- Intermediari
- Settore auto
Per saperne di più:
http://osservatoriocommercio.sviluppoeconomico.gov.it/
Capitolo 16 - Commercio estero
ISTAT - Statistiche sul commercio con l'estero
Le rilevazioni sull'interscambio commerciale con l'estero hanno per oggetto il valore
e la quantità delle merci scambiate dall'Italia con gli altri paesi e sono
effettuate, per quanto attiene all'interscambio con i paesi non appartenenti all'Unione
Europea, secondo i criteri stabiliti dai Regolamenti (CEE) 1172/95 del Consiglio
e 1917/00 della Commissione, per quanto riguarda l'interscambio con i paesi dell'Unione
europea, dai Regolamenti (CE) n.638/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio
e n.1982/2004 della Commissione. Nel caso di transazioni con i paesi extra-UE, la
base informativa è costituita dal Documento Amministrativo Unico (D.A.U.) che
viene compilato dall'operatore in riferimento ad ogni singola transazione commerciale.
Per gli scambi con i paesi UE, invece, dal 1° gennaio 1993 il sistema di rilevazione
doganale è stato sostituito dal sistema Intrastat, in base al quale le informazioni
sono desunte dalle segnalazioni riepilogative dei movimenti effettuati dagli operatori
economici agli uffici doganali territorialmente competenti.
Le informazioni sul commercio estero si riferiscono al cosiddetto sistema di commercio
speciale che comprende:
- all'esportazione, le merci nazionali o immesse in libera pratica che sono:
- esportate con destinazione definitiva;
- imbarcate come provviste di bordo di navi o aerei esteri;
- esportate temporaneamente per la fabbricazione di prodotti da reimportare, per subire
un complemento di manodopera o una riparazione.
Inoltre, sono considerate come esportazioni anche le riesportazioni di merci estere
già importate in via temporanea.
- all'importazione, le merci di provenienza estera o estratte dai depositi doganali
che sono:
- importate con destinazione definitiva;
- importate in via temporanea per la fabbricazione di prodotti da riesportare, per
subire un complemento di manodopera o una riparazione.
Inoltre, sono considerate come importazioni anche le reimportazioni di merci nazionali
già temporaneamente esportate.
Il sistema del commercio speciale esclude le merci estere introdotte nei depositi
doganali e non estratte per consumo o per temporanea importazione, le merci rispedite
all'estero e quelle in transito sul territorio nazionale. Oltre al valore ed alla
quantità, le principali informazioni contenute nei modelli di rilevazione della
merce oggetto di transazione riguardano, il codice merceologico, il paese di origine,
il paese di provenienza e di destinazione, le province amministrative di provenienza
e di destinazione, il modo di trasporto, le condizioni di consegna, la natura della
transazione.
La rilevazione degli scambi commerciali con l'estero viene effettuata in relazione
al territorio doganale, che si differenzia dal territorio della Repubblica Italiana
per le esclusioni dei comuni di Campione d'Italia e di Livigno (tuttavia, a fini
statistici, la zona franca di Livigno è compresa nell'interscambio commerciale).
Sono, inoltre, esclusi dal territorio doganale i punti ed i depositi franchi. Il
valore statistico della merce è definito, in conformità agli accordi internazionali,
come valore CIF (cost, insurance and freight, comprendente cioè le spese di
trasporto e assicurazione fino alla frontiera nazionale) per le importazioni e come
valore FOB (free on board, cioè franco frontiera nazionale) per le esportazioni.
Il paese di importazione è:
- il paese di origine, per le merci provenienti dai paesi extra-UE e non messe in
libera pratica in uno degli altri paesi dell'Unione europea;
- il paese di provenienza, per le merci originarie dei paesi extra-UE messe in libera
pratica in uno dei paesi dell'Unione europea e per quelle originarie dei paesi dell'Unione
europea.
Il paese all'esportazione è quello verso il quale le merci sono destinate per
essere immesse al consumo o, se esso non è conosciuto dall'esportatore, il
paese che costituisce l'ultima destinazione nota all'esportatore stesso.
Per saperne di più: http://www.coeweb.istat.it/
Banca d'Italia - Dati di flusso
Il Balance of Payments Manual (BPM5) definisce "diretti" gli investimenti
effettuati per acquisire una responsabilità gestionale e per stabilire un legame
durevole con un'impresa che opera in un paese diverso da quello in cui risiede l'investitore.
Secondo la definizione del BPM5 sono considerati investimenti diretti tutti i rapporti
di partecipazione in cui la quota detenuta dall'investitore nel capitale sociale
dell'impresa partecipata è superiore o uguale al 10%.
Il rapporto di investimento diretto è classificato tra le attività dell'Italia
(investimenti diretti italiani all'estero) qualora la società partecipata
oggetto di investimento diretto sia residente all'estero e la partecipante in Italia.
Il rapporto di investimento diretto è, viceversa, classificato tra le passività
italiane (investimenti diretti esteri in Italia) qualora la società
partecipata oggetto di investimento diretto sia residente in Italia e la partecipante
all'estero.
Il BPM5 individua tre componenti principali nel rapporto di investimento diretto:
l'acquisizione di partecipazioni azionarie o di altro tipo di capitale sociale (azioni
e partecipazioni);il reinvestimento nell'impresa partecipata degli utili
realizzati ma non distribuiti (redditi reinvestiti); tutti gli altri rapporti
creditori e/o debitori tra partecipata e partecipante che non rientrano nelle altre
due sopraelencate categorie (altri capitali).
Nella componente azioni e partecipazioni sono inclusi tutti gli investimenti
in azioni o quote di partecipazione non rappresentate da titoli che danno luogo
ad una partecipazione diretta o indiretta non inferiore al 10% del capitale sociale.
All'interno della componente redditi reinvestiti sono inclusi gli investimenti
al capitale sociale dell'impresa partecipata realizzati attraverso il reinvestimento
di utili.
Gli altri investimenti diretti registrano tutti i rapporti di tipo finanziario,
diversi da investimenti nel capitale sociale, che intervengono tra soggetti legati
da un rapporto di investimento diretto.
Le convenzioni standard richiedono la compilazione degli investimenti diretti secondo
il criterio direzionale. Tale criterio si applica nei casi in cui sussiste un rapporto
di partecipazione incrociata in cui l'impresa oggetto di investimento diretto possiede,
a sua volta, una quota inferiore al 10%, del capitale sociale del suo investitore
diretto. Nel caso di partecipazioni incrociate in cui l'investitore diretto sia
un soggetto residente, la partecipazione minoritaria, inferiore al 10% del capitale,
detenuta dall'impresa oggetto di investimento diretto, deve essere classificata
nell'ambito degli investimenti diretti italiani all'estero come passività
dell'investitore italiano nei confronti della partecipata estera. Questo debito
del soggetto investitore italiano è reinterpretato alla luce della partecipazione
prevalente come una riduzione delle attività dell'Italia verso l'estero. Analogamente,
nel caso in cui l'investitore diretto sia un soggetto non residente, la partecipazione
minoritaria, inferiore al 10% del capitale, detenuta dall'impresa oggetto di investimento
diretto residente, deve essere classificata nell'ambito degli investimenti diretti
esteri in Italia, come attività nei confronti dell'investitore estero.
Questo credito nei confronti dell'investitore estero è reinterpretato alla
luce della partecipazione prevalente come una riduzione delle passività dell'Italia
verso l'estero.
Nel caso in cui le partecipazioni incrociate siano entrambe superiori al 10% sono
individuabili, secondo le regole del BPM5, due distinti rapporti di investimento
diretto in cui il soggetto estero e quello residente sono vicendevolmente oggetto
dell'investimento e investitore. Gli investimenti sono classificati quindi solo
nelle sottocomponenti attività verso la partecipata estera e passività
verso l'investitore estero.
La definizione di investimento diretto formulata dal BPM5 include anche i legami
di partecipazione indiretti che si configurano nelle catene di partecipazioni superiori
al 10% del capitale, detenute per il tramite di altri soggetti partecipati o controllati.
La definizione di gruppo di imprese proposta dal FMI differisce in maniera sostanziale
da quella adottata dalla normativa italiana ai fini della redazione del bilancio
consolidato dei gruppi.
Per i settori delle Amministrazioni pubbliche e per gli Altri settori la base dati
utilizzata e la metodologia applicata per la costruzione degli aggregati è
del tutto analoga per investimenti italiani all'estero e investimenti esteri in
Italia.
La fonte informativa impiegata è la Comunicazione Valutaria Statistica (CVS).
L'individuazione delle transazioni facenti capo ad un rapporto di investimento diretto
è resa possibile nella CVS dalla presenza dell'informazione sulla natura del
legame esistente tra il soggetto investitore e quello investito.
I redditi reinvestiti, rappresentati dagli investimenti di capitale realizzati
attraverso il reinvestimento di utili, non sono rilevabili tramite la CVS in quanto
non legati a flussi di cassa e sono, pertanto, oggetto di stime. Questa componente
è considerata come un investimento virtuale nel capitale dell'impresa, pari
all'ammontare dei dividendi maturati ma non distribuiti agli investitori diretti165.
La contropartita della registrazione degli utili reinvestiti nel conto finanziario
è costituita da una registrazione di pari importo nel conto corrente,
allocata nella componente redditi da investimenti diretti. Gli utili non distribuiti,
permanendo nelle riserve patrimoniali dell'impresa oggetto di investimento diretto,
concorrono ad aumentare il valore del capitale investito.
Nella componente altri capitali sono inclusi tutti gli investimenti tra soggetti
legati da partecipazione diretta concernenti: crediti commerciali, titoli obbligazionari,
finanziamenti tra partecipata e partecipante, e, più in generale, ogni altro
rapporto di tipo finanziario esistente tra tali soggetti.
Nell'ambito degli investimenti diretti delle IFM rientrano anche le operazioni di
acquisto/vendita di partecipazioni all'estero non rappresentate da titoli effettuate
dalle banche con clientela residente. Queste operazioni, benché relative ad
operazioni tra residenti, vengono prese in considerazione in quanto determinano
una variazione delle attività verso l'estero di entrambi i settori istituzionali167.
In Italia, la rilevazione degli investimenti diretti presenta alcune deviazioni
dallo standard internazionale. Relativamente al criterio direzionale, lo schema
di presentazione italiano non esplicita le subcomponenti attività verso le
partecipate estere/investitore estero e passività verso le partecipate estere/investitore
estero, ma prospetta solamente il saldo fra attività e passività.
Le procedure di compilazione dei flussi di investimenti diretti non tengono conto
del principio di consolidamento globale.
Per saperne di più:
http://www.bancaditalia.it/statistiche/rapp_estero/note_med
Capitolo 17 - Turismo
Negli ultimi anni gli enti territoriali competenti hanno intensificato il processo
di revisione ed aggiornamento degli archivi relativi agli esercizi complementari,
soprattutto per quanto riguarda gli "Alloggi in affitto", gli "Alloggi agro-turistici"
e le "Altre strutture ricettive". Questo processo può comportare, soprattutto
in alcune regioni, sensibili variazioni nel numero di strutture complementari -
e delle relative presenze - nel confronto longitudinale. Inoltre, possono verificarsi
alcune incongruenze tra la ricettività e i flussi corrispondenti, dovute alle
difficoltà riscontrate nella corretta e completa applicazione delle disposizioni
che regolamentano le rilevazioni della capacità ricettiva e del movimento clienti
nelle strutture ricettive. In alcuni casi, gli alloggi agro-turistici non vengono
rilevati, in quanto tali strutture sono considerate imprese agricole e, quindi,
non di competenza degli organi periferici del turismo. La tipologia "bed and breakfast"
è stata rilevata distintamente solo per la capacità ricettiva e non
per il movimento dei clienti, ma non tutti gli enti periferici sono stati in grado
di indicare tale dettaglio.
La voce "Alloggi in affitto iscritti al REC" dal 2000 è stata denominata "Alloggi
in affitto" ed include tutte le tipologie di alloggio in affitto gestite in forma
imprenditoriale. Le principali tipologie sono pertanto: le case ed appartamenti
per vacanze, gli esercizi di affittacamere, le attività ricettive in esercizi
di ristorazione.
Le località di interesse turistico sono quelle rientranti negli ambiti territoriali
riconosciuti come turisticamente rilevanti in cui operano gli Enti dell'organizzazione
pubblica regionale del turismo (Sistemi Turistici Locali - STL, Enti Provinciali
per il Turismo). Si fa presente che nel corso degli anni precedenti, a causa della
riorganizzazione degli enti, alcune regioni e province hanno aggiornato la classificazione
dei comuni secondo la tipologia di località turistica prevalente. Pertanto,
la comparabilità dei dati per tipologia di località nel corso degli anni
deve tenere conto delle suddette variazioni.
Per saperne di piu: http://www.istat.it/it/archivio/15073
- http://www.istat.it/it/archivio/14517
Capitolo 18 - Trasporti
Trasporti marittimi
La rilevazione sui trasporti marittimi ha come base normativa la Direttiva 2009/42/CE
del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, concernente la rilevazione
statistica dei trasporti merci e di passeggeri via mare. Questa indagine rientra
tra le indagini di interesse pubblico inserite nel Programma Statistico Nazionale
(PSN).
L'indagine ha per oggetto la navigazione marittima a scopo di commercio, cioè
il trasporto di merci e di passeggeri effettuato a fronte del pagamento del nolo
o del prezzo del passaggio. Essa ha carattere censuario e l'unità di rilevazione
è la nave mercantile, cioè qualunque imbarcazione atta al trasporto marittimo
(escluse le navi da pesca, le navi officina per il trattamento del pesce, la navi
di trivellazione e da esplorazione, la navi adibite a servizi portuali, le draghe,
la navi per la ricerca e le navi da guerra e le imbarcazioni utilizzate unicamente
a fini non commerciali).
L'insieme di tutti gli arrivi e le partenze presso i porti italiani costituisce
l'universo di eventi di interesse per la rilevazione
Gli organi periferici di rilevazione sono gli Ufficio doganali e gli Uffici marittimi.
L'Istat invia annualmente i questionari necessari per la rilevazione agli uffici
doganali principali, presenti nei diversi porti, che quindi li distribuiscono ai
rispondenti: il capitano della nave o chi per lui (raccomandatario marittimo, agente
o spedizioniere).
A partire dal 2000, al fine di adeguare completamente la rilevazione ai criteri
fissati in sede comunitaria, sono stati introdotti due importanti cambiamenti:
- la nuova definizione di merce trasportata considera esclusivamente il peso dei beni
comprensivi del loro immediato imballaggio, ma al netto del mezzo di trasporto,
sia esso un contenitore, un automezzo o un mezzo trainato, e il peso degli automezzi
nuovi e degli animali vivi che non vengono trasportati in automezzo. In particolare
sono state escluse le tare degli autoveicoli a seguito dei passeggeri.
- Per ciò che riguarda i passeggeri che effettuano crociere (croceristi), la
nuova definizione include nel totale dei passeggeri trasportati solo quelli che
iniziano o finiscono la crociera, escludendo i passeggeri in transito, cioè
che scendono dalla nave in porto e risalgono nello stesso dopo una sosta. Dal 2001
si è integrata la parte del questionario relativa alle informazioni sui passeggeri,
in modo da rendere ancora più chiara la distinzione tra passeggeri in transito
e quelli regolari; pertanto la piena applicazione del cambiamento definitorio ha
riguardato tale anno di riferimento. Questo adeguamento alla direttiva ha prodotto
un calo di passeggeri su tratte internazionali rispetto agli anni precedenti al
2000 ed ha determinato un ulteriore, limitato, effetto sulla misura della variazione
registrata nel 2001.
Capitolo 21 - Dinamica delle imprese
Le rilevazioni annuali sui risultati economici delle imprese
Le rilevazioni annuali sui risultati economici delle imprese sono condotte in base
a quanto disposto dal nuovo Regolamento Ue n. 295/2008 per le statistiche strutturali
(SBS - Structural Business Statistics). Il regolamento SBS definisce un
quadro comune per la raccolta, l'elaborazione e la trasmissione dei dati allo scopo
di disporre, annualmente, di statistiche armonizzate per valutare la struttura,
l'attività e la competitività delle imprese nell'Unione europea. La produzione
di dati statistici, con un dettaglio rilevante di variabili economiche, copre le
classi della classificazione Nace Rev.2 (Ateco 2007 a quattro cifre) per le sezioni
da B a S, ad esclusione delle attività finanziarie e assicurative (sezione
K), della amministrazione pubblica, difesa e assicurazione sociale obbligatoria
(sezione O) e della divisione 94 (attività di organizzazioni associative).
L'impianto delle rilevazioni statistiche condotte dall'Istat per la stima degli
aggregati economici si basa su due rilevazioni integrate: la prima, campionaria,
si riferisce alle imprese fino a 99 addetti (rilevazione PMI - Piccole e Medie Imprese
ed esercizio di arti e professioni); la seconda, totale, copre tutte le imprese
della fascia dimensionale superiore (rilevazione SCI - Sistema dei Conti delle Imprese).
L'universo di riferimento è fornito annualmente dall'Archivio Statistico delle
Imprese Attive (ASIA), che l'Istat realizza partendo da un'ampia base informativa
di dati derivanti sia da fonti amministrative sia da rilevazioni statistiche.
La rilevazione PMI è condotta mediante autocompilazione di un questionario
cartaceo oppure elettronico scaricabile dal web e raccoglie dati dettagliati
sui risultati economici delle imprese, sull'occupazione, sul costo del personale,
sugli investimenti, nonché informazioni di natura qualitativa e quantitativa
su fenomeni specifici o emergenti. L'unità di rilevazione e di analisi è
l'impresa. Il disegno di campionamento è ad uno stadio stratificato con selezione
con uguale probabilità delle unità; gli strati sono definiti dalla concatenazione
delle modalità identificative dei settori di attività economica (codici
a quattro cifre della classificazione Nace Rev.2), delle classi di addetti e delle
regioni di localizzazione delle imprese.
La metodologia di riporto dei dati all'universo si basa sugli "stimatori di ponderazione
vincolata", i quali consentono di calcolare pesi finali che, sotto determinate ipotesi,
risultano correttivi delle mancate risposte totali e della sottocopertura della
lista di riferimento e assicurano il rispetto dell'uguaglianza fra taluni totali
noti dell'universo di riferimento (imprese e addetti) e le stime campionarie.
La rilevazione SCI rileva annualmente informazioni dettagliate sul conto economico
e sullo stato patrimoniale delle imprese, sull'occupazione, sul costo del personale,
sugli investimenti e su altre caratteristiche rilevanti di tutte le imprese italiane
con 100 addetti e oltre. La rilevazione è condotta mediante autocompilazione
del questionario elettronico scaricabile dal web. Alle imprese con 200
e più addetti che svolgono un'attività secondaria significativa vengono
inviati ulteriori questionari ad hoc al fine di raccogliere le informazioni
distinte per le diverse attività economiche in cui opera l'impresa. L'integrazione
delle mancate risposte totali è stata effettuata per la quasi totalità
delle imprese non rispondenti sulla base dell'utilizzo di dati di fonte amministrativa
e, in particolare, di dati fiscali e dei bilanci civilistici.
Capitolo 22 - Amministrazione pubblica e finanza locale
Amministrazioni pubbliche
La definizione del settore pubblico adottata dall'Istat segue la classificazione
del Sistema europeo dei conti Sec95. Per classificare l'insieme dei soggetti appartenenti
al settore delle Amministrazioni pubbliche il Sec 95, diversamente da quanto definito
in ambito legislativo nazionale, utilizza un criterio di classificazione strettamente
funzionale, mediante il quale vengono classificati tutti gli operatori del sistema
economico.
La principale unità di analisi statistica considerata è l'unità istituzionale
definita, secondo i criteri del Sec95, come il "centro elementare di decisione economica,
caratterizzato da uniformità di comportamento, da autonomia decisionale nell'esercizio
della propria funzione principale e da una contabilità completa (o con la possibilità,
dal punto di vista economico e giuridico, di compilare una contabilità completa
qualora gliene sia fatta richiesta)". Per autonomia decisionale si intende che le
entità economiche possono essere proprietarie di beni e attività, possono
contrarre debiti, nonché intraprendere attività economiche ed effettuare
per conto proprio operazioni con altre unità. Operare sulla base di una contabilità
completa significa che le entità economiche dispongono "sia di documenti contabili
in cui appaiono tutte le loro operazioni, economiche e finanziarie, effettuate nel
corso del periodo di riferimento dei conti, sia di un bilancio dei propri attivi
e passivi".
L'impianto classificatorio del Sec95 aggrega le unità istituzionali di tutto
il sistema economico in cinque distinti settori istituzionali, alcuni dei quali
suddivisi in sottosettori. Ciascuno dei settori e sottosettori riunisce le unità
istituzionali che hanno un comportamento economico simile, prendendo in considerazione
sia la tipologia di operatori cui esse appartengono, sia la funzione principale.
In particolare il settore Amministrazioni pubbliche (S.13) considera tutte le "unità
istituzionali che agiscono da produttori di beni e servizi non destinabili alla
vendita, la cui produzione è destinata a consumi collettivi e individuali ed
è finanziata in prevalenza da versamenti obbligatori effettuati da unità
appartenenti ad altri settori e/o tutte le unità istituzionali la cui funzione
principale consiste nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese".
Il settore delle Amministrazioni pubbliche è suddiviso in quattro sottosettori:
Amministrazioni centrali (S.1311), Amministrazioni di stati federati (S.1312), Amministrazioni
locali (S.1313), Enti di previdenza e assistenza sociale (S.1314). Il sottosettore
Amministrazioni centrali considera "tutti gli organi amministrativi dello Stato
e gli altri enti centrali la cui competenza si estende alla totalità del territorio
economico, esclusi gli enti centrali di previdenza e assistenza sociale". Il sottosettore
Amministrazioni di stati federati non risulta, attualmente, utilizzabile. Il sottosettore
delle Amministrazioni locali considera "gli enti pubblici territoriali la cui competenza
si estende a una parte del territorio economico, esclusi gli enti locali di previdenza
e assistenza sociale." Infine, nel sottosettore Enti di previdenza e assistenza
sociale vengono raggruppate tutte le "unità istituzionali centrali, di stati
federati e locali, la cui attività principale consiste nell'erogare prestazioni
sociali" e che rispondono ai seguenti criteri: 1) acquisiscono partecipazioni ai
regimi di protezione sociale o versamenti di contributi da determinati soggetti
in forza di disposizioni legislative o regolamentari; 2) la determinazione o l'approvazione
dei contributi e delle prestazioni ricade sotto la responsabilità di altre
unità istituzionali appartenenti al settore delle Amministrazioni pubbliche,
indipendentemente dal loro ruolo di organismo di controllo o di datore di lavoro.
All'interno dei tre sottosettori utilizzati, Amministrazioni centrali, Amministrazioni
locali ed Enti di previdenza sociale, è stato introdotto un ulteriore livello
di classificazione in sottoclassi allo scopo i far emergere la varietà di forme
organizzative che compongono l'insieme delle Amministrazioni pubbliche.
Il motivo principale del ricorso alla classificazione Sec95 per l'individuazione
del campo di osservazione della Amministrazioni pubbliche consiste, quindi, nella
necessità di utilizzare criteri di inclusione certi, anche se non completamente
esaurienti, rispetto all'obiettivo di rendere informazioni statistiche sull'organizzazione
e il funzionamento delle Amministrazioni pubbliche. Ciò è particolarmente
rilevante nel momento attuale che vede il legislatore impegnato in un processo di
riforma amministrativa a seguito del quale stanno rapidamente mutando caratteristiche
e posizione giuridica di molte unità istituzionali. Interventi di privatizzazione,
trasformazione, fusione hanno modificato e continuano a modificare la natura giuridica,
le fonti di finanziamento e le funzioni di numerose amministrazioni. L'applicazione
di sistemi di classificazione basati su criteri di tipo giuridico e istituzionale
determinerebbe, quindi, una incertezza informativa di fondo derivante dalla mutabilità
dei criteri.
Tra i limiti del ricorso alla classificazione del settore Amministrazioni pubbliche
prevista dal Sec95 vi è l'esclusione di tutti quegli enti che, per comportamento
e finalità assegnate, potrebbero essere assimilati alle Amministrazioni pubbliche,
ma che il Sec95 classifica in altri settori dell'economia perché produttori
di beni e servizi destinabili alla vendita. L'obiettivo che l'Istat si pone è
l'estensione del dominio di riferimento anche a tali amministrazioni.
Bilanci consuntivi
Le unità istituzionali di cui si riportano i dati relativi ai bilanci consuntivi
sono i Comuni, le Province, la Regione, le Comunità montane e le Camere di
Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura (CCIAA).
Le tavole relative alle risorse finanziarie dei Comuni, Province, e Comunità
montane sono state elaborate a partire dai dati provenienti dai certificati del
conto di bilancio, documento che ciascun ente è tenuto a redigere ed a trasmettere
al Ministero dell'interno secondo il modello di certificazione approvato con decreto
ministeriale ogni anno ed entro i termini stabiliti dallo stesso decreto. A partire
dal 2005 il ministero, in seguito alle innovazioni adottate nelle modalità
di acquisizione dei dati contenuti nei certificati del conto di bilancio, è
in grado di fornirli all'Istat con una tempestività sufficiente per le successive
elaborazioni a cui tali dati sono sottoposti, tra le quali procedure automatiche
di controllo e correzione. Per questi enti, dunque, la raccolta dei dati non viene
più curata direttamente dall'Istat, ma dal Ministero dell'interno. Per i dati,
invece, relativi ai conti consuntivi dell'Amministrazione regionale e delle CCIAA
l'Istat non adotta un particolare modello statistico, ma si serve dei documenti
contabili ufficiali inviati dagli stessi Enti.
Il grado di copertura delle indagini di cui si riportano i dati è completo
per tutte, ad esclusione della rilevazione dei bilanci consuntivi dei Comuni, per
la quale si ha nel 2007 una copertura del 97,45 per cento dei comuni della regione
Liguria, pari al 98,98 della popolazione. La stima dei valori dell'universo dei
Comuni è stata ottenuta basandosi sulla popolazione residente al 31/12/2007,
tramite coefficienti di espansione calcolati per ciascuna classe di ampiezza di
popolazione residente.
Le tavole, presentate con un dettaglio regionale e riferite all'esercizio 2007,
riportano i dati relativi alle entrate accertate e riscosse ed alle spese impegnate
e pagate, sia secondo la classificazione economica che quella funzionale.
Conti pubblici territoriali
I Conti Pubblici Territoriali (CPT) forniscono informazioni sul complesso delle
entrate e delle spese consolidate (correnti ed in conto capitale) dell'Amministrazione
pubblica e dell'Amministrazione pubblica allargata con un dettaglio territoriale
regionale e secondo la classificazione economica e la classificazione settoriale
coerente con la classificazione COFOG. I dati sono disponibili a 12-18 mesi dalla
fine del periodo di riferimento. Per ciascun soggetto dell'Amministrazione pubblica
allargata si ricostruiscono i flussi di entrata e di spesa a livello regionale sulla
base dei dati presenti nel bilancio consuntivo dell'ente secondo il criterio di
cassa. Successivamente si procede al consolidamento per ciascuna regione italiana.
I CPT rilevano la totalità degli enti che fanno parte del Settore Pubblico
Allargato, composto dal settore della Pubblica Amministrazione (PA), come definito
dalla contabilità pubblica nazionale, e dagli enti del settore extra-PA, aggregato
in cui sono comprese le società sotto il controllo pubblico, impegnate nella
produzione di servizi destinabili alla vendita a cui la P.A ha affidato la mission
di fornire agli utenti alcuni servizi di natura pubblica. Nel presente volume le
tavole fanno riferimento esclusivamente al conto consolidato del settore della Pubblica
amministrazione.
I CPT sono prodotti nell'ambito del Ministero dello Sviluppo Economico da una Unità
Tecnica Centrale operativa nel Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica
e da 21 Nuclei regionali operativi presso le rispettive regioni. La rilevazione
dal 2004 è inserita nel Programma Statistico Nazionale, strumento di programmazione
statistica degli enti del SISTAN.
Presso il sito internet del ministero (
http://www.dps.mef.gov.it/cpt/banca_dati_home.asp) è possibile accedere
al sistema informativo dei CPT, che consente l'esplorazione dei dati mediante interrogazioni
on-line.
Per saperne di più: http://www.dps.mef.gov.it/cpt/cpt.asp;
http://www.dps.mef.gov.it/cpt/banca_dati_home.asp;
http://www.dps.mef.gov.it/cpt/cpt_notemetodologiche.asp;
Capitolo 23 - Innovazione
Per la valutazione dell'innovazione la Commissione Europea ha individuato una serie
di indicatori, elaborati nell'ambito dell'European Innovation Scoreboard, riconducibili
a tre dimensioni chiave e alle relative specifiche. Le tabelle pubblicate si riferiscono
alle seguenti tematiche:
- Qualità delle risorse umane
- Istruzione secondaria e post secondaria per anno e sesso
- Diplomati e laureati dell'Università degli Studi di Genova in età compresa
tra i 20 e i 29 anni per facoltà e sesso.
- Formazione continua: partecipazione di adulti in età lavorativa (25-64 anni).
- Capacità di dar luogo a processi di trasmissione e applicazione di conoscenza
e degli output generati dal processo stesso
- Imprese manifatturiere ad alta e medio alta tecnologia
- Imprese di servizi ad alta e medio alta tecnologia
- Occupati in attività " tecnologiche" manifatturiere e di servizi.
- Entità delle risorse impiegate nel processo di creazione della conoscenza
- Spesa pubblica in ricerca e sviluppo.
- Spesa in ricerca e sviluppo sostenuta dal settore privato.
- Brevetti depositati presso EPO (European Patent Office).
- Bilancia dei pagamenti della tecnologia.
Capitolo 25 - Confronti regionali nell'Europa dei 27
Classificazione delle regioni europee (NUTS)
Tutte le statistiche regionali sono basate su una divisione geografica del territorio
studiato. Eurostat, in collaborazione con gli altri dipartimenti della Commissione,
ha sviluppato la Nomenclature of Statistical Terrritorial Units (NUTS) all'inizio
degli anni '70 come un sistema unitario e coerente per dividere il territorio dell'Unione
Europea al fine di produrre statistiche regionali per la Comunità.
La classificazione NUTS non ha ancora una base legale, non esistendo alcun regolamento
che riporti in dettaglio le regole per la compilazione e l'aggiornamento del sistema.
Queste materie sono state regolate a lungo con "gentleman's agreements" tra gli
Stati membri ed Eurostat, qualche volta dopo lunghi e difficili negoziati. La nomenclatura
NUTS così accordata è stata poi pubblicata da Eurostat (l'ultima edizione
risale al 1999).
Nella primavera del 2000 è iniziato un lavoro preparatorio per un regolamento
del Consiglio che dà status legale alla NUTS. Il regolamento della NUTS ha
lo status di un disegno di testo di legge sottostante alla discussione in Parlamento
e in Consiglio. Una volta concluso il processo questo Regolamento diventa a tutti
gli effetti legge dell'Unione Europea.
Un importante risultato del Regolamento è di rendere l'inevitabile processo
di cambiamento nelle strutture amministrative degli Stati membri più omogeneo
possibile, così da rendere minimo l'impatto di tali cambiamenti sulla disponibilità
e sulla comparabilità delle statistiche regionali. I previsti allargamenti
dell'Unione renderanno questo obiettivo di vitale importanza.
La classificazione NUTS è stata creata e sviluppata sulla base dei seguenti
principi:
- privilegiare le divisioni istituzionali, cioè le regioni normative che riflettono
voleri politici e le regioni analitiche (o funzionali) che sono invece definite
in base a determinati requisiti;
- privilegiare unità generali; vale a dire non vengono considerate regioni che
rispondano soltanto a specifici fini e non abbiamo valenza generale per tutti i
campi;
- si tratta di classificazione gerarchica che suddivide ogni Stato membro in un dato
numero di regioni al livello NUTS 1. Ognuna di queste è poi suddivisa nelle
regioni al livello NUTS 2 e queste in regioni al livello NUTS 3.
Lasciando a parte il livello locale (comuni, municipalità), le strutture amministrative
degli Stati membri sono generalmente basate su due dei tre livelli regionali principali.
Queste strutture amministrative esistenti possono essere, ad esempio ai livelli
NUTS 1 e NUTS 3 (rispettivamente i Länder e i Kreise in Germania) o ai livelli
NUTS 2 e NUTS 3 (régions e départements in Francia, Comunidades autonomas
e provincias in Spagna, regioni e province in Italia).
Per ottenere una completa suddivisione, ad ognuno dei tre livelli NUTS, occorre
identificare un livello regionale per ogni Stato membro in aggiunta ai due livelli
principali già ricordati. Il livello aggiuntivo allora corrisponde ad una struttura
regionale che è usata meno estensivamente per fini amministrativi - o che potrebbe
essere istituita ai soli fini statistici, senza avere una qualsivoglia funzione
amministrativa. A seconda dei livelli esistenti, il livello aggiuntivo potrebbe
essere creato a qualsiasi dei tre livelli NUTS. Così in Francia, in Italia,
in Grecia e in Spagna , che presentano le unità funzionali amministrative ai
livelli 2 e 3 è stato introdotto il livello addizionale NUTS 1. Al contrario,
il livello aggiuntivo "non-amministrativo" è al livello NUTS 2 per la Germania
e il Regno Unito e al livello NUTS 3 per il Belgio.
Il regolamento riguardante la NUTS stabilisce la soglia minima e massima per la
misura media delle regioni NUTS.
Livello
|
Minimo
|
Massimo
|
NUTS 1
|
3 Milioni
|
7 Milioni
|
NUTS 2
|
800.000
|
3 Milioni
|
NUTS 3
|
150.000
|
800.000
|
Confronti regionali nell'Europa dei 27
La scelta delle regioni da confrontare con la Liguria nel capitolo dedicato ai confronti
nell'Unione Europea è stata effettuata utilizzando un semplice metodo legato
alle distanze di sette variabili (tre demografiche e quattro economiche) di ognuna
delle restanti 272 regioni NUTS 2 a quelle della Liguria.
Le variabili considerate sono: densità delle popolazione, tasso di incremento
della popolazione, tasso di invecchiamento, prodotto interno lordo per abitante,
tasso di disoccupazione, tasso di incremento del tasso di disoccupazione, percentuale
di occupati nel terziario.
I passaggi utilizzati sono i seguenti:
- 1° - Calcolo della distanza delle singole osservazioni dal dato ligure;
- 2° - Calcolo valori assoluti della distanza dal dato ligure;
- 3° - Standardizzazione e normalizzazione dei valori assoluti delle distanze
dal dato ligure e calcolo della media di tali valori;
- 4° - Graduatoria delle regioni in base alla media delle distanze standardizzate
delle osservazioni dal dato ligure ed individuazione del gruppo con le distanze
minori (inferiori o uguali a 0,130);
- 5° - Introduzione della variabile traffici marittimi rilevati statisticamente
(119 regioni NUTS2 presentano il dato).
Le 28 regioni prescelte sono quindi le regioni con traffici marittimi la cui media
delle distanze rispetto alla Liguria per le sette variabili considerate risulta
minore.
ISCED 97
La "International Standard Classification of EDucation" è uno strumento adatto
a produrre statistiche sull'istruzione a livello internazionale. Copre variabili
a doppia classificazione: livelli e campi di istruzione con dimensioni complementari
di orientamento Generale/professionale/pre-professionale e destinazione educativa/mercato
del lavoro. La versione corrente, ISCED 97 è stata adottata per la prima volta
negli stati dell'Unione Europea per la raccolta di dati a partire dall'anno scolastico
1997/98. La modifica nella classificazione ISCED ha riguardato la comparabilità
delle serie cronologiche, specialmente per il livello 3 (istruzione secondaria superiore)
e per il livello 5 (educazione terziaria). ISCED 97 ha introdotto un nuovo livello,
il livello 4: istruzione post-secondaria non-universitaria (precedentemente inclusa
nei livelli ISCED dal 3 al 5). Il livello 6 della ISCED 97 è riferito a studi
a livello di Ph.D o di dottorato. L'ISCED 97 distingue sette livelli di istruzione.
Campi ISCED 97 - La classificazione comprende 25 campi di istruzione (livello a
due cifre) che possono essere ulteriormente specificati nel livello a tre cifre.
Si possono distinguere i seguenti nove grandi gruppi (livello a una cifra).
- Programmi generali
- Educazione
- Studi umanitari ed artistici
- Scienze sociali, economiche legge
- Scienze naturali, matematica e informatica
- Ingegneria e costruzioni
- Agricoltura e veterinaria
- Salute e welfare
- Servizi
Livelli ISCED 97 - Empiricamente, ISCED utilizza qualsiasi criterio esistente che
possa aiutare a distribuire i programmi secondo i livelli di istruzione. A seconda
del livello e del tipo di istruzione considerati, è necessario stabilire un
sistema gerarchico tra criteri principali ed ausiliari (qualifica tipica d'entrata,
minimi richiesti per l'ingresso, età minima,qualificazione dello staff, ecc..).
- Istruzione pre-scolastica: è definita come lo stadio iniziale dell'istruzione
organizzata. E' una scuola o un centro pensato per bambini che abbiano almeno tre
anni.
- Istruzione primaria: questo livello inizia tra i quattro ed i sette anni di età;
è obbligatorio in tutte le nazioni e generalmente dura dai cinque ai sei anni.
- Istruzione secondaria inferiore: continua i programmi di base del primo livello,
sebbene l'insegnamento sia tipicamente più focalizzato per materia. In genere,
la fine di questo livello coincide con la fine dell'istruzione obbligatoria.
- Istruzione secondaria superiore: questo livello comincia in genere alla fine dell'istruzione
obbligatoria. L'età di ingresso è generalmente 15 o 16 anni. La qualifica
di entrata (fine dell'istruzione obbligatoria) e altri requisiti minimi di ingresso
sono generalmente necessari. Gli insegnamenti sono spesso più orientati per
materia rispetto al livello ISCED 2. In genere la durata del livello ISCED 3 varia
da due a tre anni.
- Istruzione post secondaria non universitaria: questi programmi stanno a cavallo
tra l'istruzione secondaria e quella universitaria. Servono per allargare le conoscenze
dei diplomati di livello ISCED 3. Esempi tipici sono i programmi pensati per preparare
gli studenti per gli studi al livello 5 o programmi disegnati per preparare gli
studenti all'entrata diretta nel mercato del lavoro.
- Istruzione terziaria (primo stadio): l'accesso a questi programmi di studio richiede
normalmente di aver terminato con successo gli studi al livello 3 o 4 dell'ISCED.
Questo livello include programmi con indirizzo accademico (tipo A) che sono in gran
parte teorici e programmi con indirizzo professionale (tipo B) che sono generalmente
più corti di quelli del tipo A e pensati per l'ingresso nel mondo del lavoro.
- Istruzione terziaria (secondo stadio): questo livello è riservato a studi terziari
che conducono ad una qualifica di ricerca avanzata (Ph.D o Dottorato).
Per saperne di più:http://www.uis.unesco.org
Registro statistico armonizzato previsto dal regolamento europeo (SBS)
Una struttura legale armonizzata: il regolamento del Consiglio stabilisce una struttura
legale armonizzata per la raccolta annuale di dati strutturali dalle imprese nell'Unione
Europea. Esso definisce quali nomenclature (NACE Rev. 1, NUTS) e quali unità
statistiche debbano essere utilizzate, la copertura (senza limiti di soglia), le
linee guida comuni e i criteri di qualità che devono essere soddisfatti. Il
regolamento copre tutte le attività di mercato (esclusa l'agricoltura) normalmente
comprese nei settori: industria, costruzioni, commercio e distribuzione, servizi
(Sezioni della NACE Rev.1 dalla C alla K).
La raccolta dei dati è effettuata dagli istituti nazionali di statistica che
trasmettono i dati aggregati a Eurostat che calcola i totali europei. I totali dell'Unione
Europea (livelli) sono calcolati soltanto quando sono disponibili i dati di tutti
i Paesi e la loro comparabilità accertata.
Un registro statistico delle imprese è l'infrastruttura indispensabile per
un moderno sistema statistico perché consente di:
- aggiornare le informazioni sulla mutevole struttura delle unità produttive
con maggiore dettaglio territoriale (provinciale, comunale, sezionale) e con frequenza
temporale differente (annuale, trimestrale) rispetto alle indagini disponibili;
- disporre di liste aggiornate di imprese e unità locali coerenti con le informazioni
strutturali sull'universo
- valorizzare dal punto di vista statistico dati fiscali e amministrativi fino ad
oggi non utilizzabili a scopi statistici;
- ridurre al minimo la frequenza e, quindi, i costi delle indagini dirette sia per
le imprese, sia per gli istituti statistici;
- analizzare la rapida dinamica demografica delle imprese.
Per questi motivi il regolamento comunitario ha imposto l'istituzione in tutti gli
stati membri, entro il 1996, di "registri armonizzati utilizzabili a fini statistici"
(art. 1), estesi a tutte le imprese produttive (art. 3) e ne definisce le unità,
il campo di osservazione e i caratteri da registrare. Precedenti regolamenti comunitari
in tema di classificazione delle attività economiche e di definizione delle
unità statistiche, ai quali il citato regolamento esplicitamente si richiama,
completano il quadro normativo e concettuale di riferimento (Regolamenti CEE n.
3037/90 e n. 696/93).
Le unità di osservazione del SBS, saranno: "le imprese che esercitano una attività
economica e contribuiscono alla formazione del prodotto interno lordo ai prezzi
di mercato, le unità giuridiche che ne rispondono, le unità locali che
ne dipendono".
Altre tre unità sono poi implicitamente previste nell'allegato II che definisce
i caratteri da rilevare: i gruppi di impresa, ricostruibili a partire dai legami
tra l'impresa e le eventuali unità di controllo, le unità di attività
economica, desumibili dalle attività secondarie dell'impresa e le unità
di attività economica locale, desumibili dalle attività secondarie delle
unità locali.
Il campo di osservazione si estende a tutte le imprese - e alle altre unità
di osservazione ad esse legate, senza limitazioni di dimensione, di attività
economica o di settore istituzionale.
Le fonti per l'impianto e l'aggiornamento periodico degli archivi armonizzati sono
i registri giuridici che svolgono funzioni di pubblicità legale e i registri
amministrativi che sono strumento di gestione della riscossione di imposte, tasse
e contributi, ai quali le imprese e le unità locali o legali sono per legge
obbligate ad iscriversi ed a comunicare i dati relativi a eventi modificativi che
le riguardano.
Per la costruzione del registro statistico, di cui si prevede un aggiornamento almeno
annuale (art. 5) "ogni istituto nazionale di statistica è autorizzato a raccogliere
a fini statistici negli schedari amministrativi o giuridici costituiti nel territorio
nazionale le informazioni oggetto del presente regolamento, alle condizioni definite
dalla legislazione nazionale" (art. 7).
Il registro statistico si differenzia da quelli giuridici e amministrativi che ne
costituiscono la fonte perché le informazioni in esso contenute: 1) sono finalizzate
all'analisi economica e non producono effetti giuridici, 2) hanno scopi statistici
e non certificativi, 3) sono aggiornate periodicamente e non continuativamente.
In particolare secondo il Regolamento:
- gli archivi interessano solo le imprese, e le relative unità locali e giuridiche,
che sono economicamente attive.
- Gli archivi devono assicurare che i caratteri in esso registrati siano attendibili,
cioè corrispondenti alla realtà economico-produttiva cui si riferiscono.
- L'aggiornamento degli archivi, infine, può essere effettuato con cadenza periodica
(annuale, trimestrale, mensile) mentre quello dei registri amministrativi e dei
registri giuridici deve essere continuativo, per tener conto tempestivamente degli
eventi modificativi, quali nascite, morti, cambiamenti di indirizzo, attività
ecc.. che provocano effetti sulla posizione giuridica dei soggetti: ne consegue
che l'aggiornamento del registro statistico non richiede l'impiego, come supporto
informatico, delle complesse reti necessarie per il collegamento on line degli uffici
periferici degli enti amministrativi e fiscali.
Strategia europea per l'occupazione
La nuova Seo si basa su tre obiettivi strategici che fanno da filo conduttore dei
10 orientamenti specifici cui gli Stati membri dovranno attenersi. Tali obiettivi
sono:
- procedere verso la piena occupazione, con obiettivi intermedi per il 2005, quantificati
in un tasso di occupazione medio della UE pari al 67%, del 57% per le donne e del
50% per i lavoratori anziani;
- migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro, attraverso
uno sforzo concertato di tutti i soggetti e in particolare attraverso il dialogo
sociale;
- rafforzare la coesione e l'integrazione sociale, che comprende la riduzione delle
disparità regionali.
Per saperne di più:
http://www.europamica.it/database/europamica/europamica.nsf