Dal punto di vista ambientale la Liguria non eccelle, soprattutto per quanto riguarda problemi relativi all’inquinamento dell’aria e al rumore: da un’indagine condotta dall’Istat, risulta in crescita il numero di famiglie liguri che dichiarano la presenza di problemi dovuti all’inquinamento atmosferico (dal 25,7% nel 2011 al 28,4% nel 2012) e al rumore nella zona in cui vivono (dal 27,5% al 30,0%).
In relazione al livello di istruzione, La Liguria si posiziona in una fascia medio-alta tra le regioni italiane: il 13,7% della popolazione residente di 15 anni e oltre è in possesso di una laurea, dottorato o diploma universitario (la media nazionale si ferma all’11,8%), il 29,1 ha conseguito un livello di istruzione secondaria superiore (a livello nazionale la quota raggiunge il 28,9%).
Restando in ambito culturale, nel 2012 la percentuale di liguri che leggono libri è pari al 52,4% contro una media nazionale del 46,0%.
In aumento la percezione di sicurezza nelle città: cresce fino al 22,0% (+10,6% rispetto al 2011) la quota di famiglie liguri che dichiarano l’esistenza di un rischio di criminalità nella zona in cui vivono contro un valore Italia pari a 26,4%.
Gli indicatori relativi al mercato del lavoro fanno emergere una situazione alquanto preoccupante: scende il tasso di occupazione al 62,0% (56,8% il valore nazionale) e aumenta il tasso di disoccupazione all’8,1% (10,7% il valore Italia).
Saldo positivo tra imprese iscritte e cancellate che ha consentito di mantenere il tasso di crescita allo 0,1%, in un panorama nazionale che ha registrato in molte regioni un trend in decrescita.
Tra il 2011 e il 2012 crescono le esportazioni liguri del 2,0%; a livello Italia l’aumento è pari al 3,8%.
Gli indicatori economico strutturali delle Amministrazioni comunali tra il 2010 e il 2011, ultimo dato disponibile, mostrano un aumento del grado di autonomia impositiva dal 47,0% al 67,4%, del grado di autonomia finanziaria dal 67,2 all’88,7% (entrambi superiori alla media nazionale), del grado di rigidità strutturale (dal 36,3 al 37,1) e dell’incidenza della spesa per il personale (dal 28,6 al 29,0), anche in questo caso superiore alla media nazionale (27,8%).